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luisa camponesco
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Inserito - 18/09/2003 :  15:36:27  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

La giornata era decisamente brutta, il temporale si era abbattuto con forza e la pioggia era intensa. Rosa davanti allo specchio del bagno si stava truccando, quell'impegno proprio non ci voleva, avrebbe fatto carte false pur di non uscire. Un lampo illuminò la stanza e probabilmente per uno scherzo ottico le parve che la sua immagine non seguisse tutti i suoi movimenti. Riprese a truccarsi, di nuovo ebbe l'impressione che il suo riflesso prendesse vita propria, si stropicciò gli occhi, ma l'immagine non lo fece, girò il capo a destra e a sinistra ma l'altra sè stessa la fissava sbalordita.
Lo specchio incominciò a tremolare come fosse percorso da onde, Rosa lo toccò e improvvisamente si sentì risucchiata. Ebbe la sensazione di essere travolta da un vortice, un leggero stordimento, riaprì gli occhi e si trovò nel bagno ma la posizione dell'arredamento era contrapposta come se si trovasse dall'altra parte dello specchio, ma....era dall'altra parte.
Guardò disperata e lesse sul volto dell'altra la medesima angoscia quando:
- mamma, dove hai messo il mio maglioncino rosso?
Mamma? Qualcuno l'aveva chiamata mamma, lei non aveva figli e nemmeno marito. Si girò, la ragazza era sulla porta
- ma cos'hai mamma non ti senti bene?
Non seppe cosa rispondere, si girò verso lo specchio ma vide solo la sua figura, lo toccò, era tornato freddo e solido proprio come doveva essere uno specchio.
- papà vieni la mamma ha qualcosa che non va
- che succede Michela?
- guarda la mamma è strana
-che c'è cara- disse l'uomo avvicinandosi, poi osservandola - non ti ho mai visto quest'abito, ti stà bene.
Rosa non riusciva a parlare, la ragazza e l'uomo erano perplessi. Squillò il telefono, Michela corse al telefono
- mamma è la nonna vuole te!
Pensando a sua madre si precipitò a rispondere:
- si può sapere cosa combini? Sono ore che ti aspetto
La voce era quella di sua madre ma non aveva mai sentito un tono così autoritario
- scusa - riuscì a balbettare- me ne sono scordata
- allora sbrigati ho fretta- e chiuse la comunicazione
- devo andare da mia madre - disse guardando i due e considerò una vera fortuna l'allontanarsi.
Le strade erano identiche anche se disposte al contrario quindi non faticò a trovare la casa. Suonò alla porta ed attese un pò, poi apparve suo padre. Rimase sbalordita, suo padre era morto da parecchio eppure era lì davanti a lei, lui le sorrise:
- che c'è bambina?
- papà- pronunciare quella parola le procurò una forte emozione
- si tesoro sono quì, vieni dentro - entrò con la gola chiusa e gli occhi umidi
- ah eccoti finalmente! - sua madre apparve - mi hai portato quello che ti ho chiesto?
- veramente .....non saprei, cosa mi avevi chiesto?
La madre si mostrò spazientita, poi si rivolse al marito:
- quando fà così è proprio come te, inconcludente
Rosa non riconosceva in quella donna la propria madre con quel carattere duro e i modi sbrigativi. Guardò suo padre che con lo sguardo chino cercava di nascondere il suo imbarazzo:
- papà non dovresti farti trattare così dalla mamma
Suo padre la guardò come se la vedesse per la prima volta, le accarezzò il viso e si ritirò in camera. L'atmosfera piena di astio la fece fuggire. Prese a camminare per la strada, si guardava attorno, tutto era uguale e tutto era diverso. Vagabondò per parecchie ore ed infine si trovò davanti a casa sua, salì le scale ed entrò nell'appartamento sperando che tutto fosse tornato come prima. L'uomo era ancora lì la stava aspettando:
- cara guarda se la mia cravatta è ben annodata!
Rosa si avvicinò ed istintivamente raddrizzò il noto evitando di guardarlo negli occhi, si scostò fingendo di armeggiare nella borsetta.
- tesoro ho un idea- le disse cingendole la vita - stasera Michela dorme da un'amica, abbiamo tutta la serata per noi - le sussurrò con aria complice in un orecchio.
Col volto in fiamme cercò di sottrarsi all'abbraccio, non aveva considerato quell'aspetto della vita matrimoniale
- chi sei? - chiese all'improvviso
- come? - rispose Rosa spaventata
- ho parlato con tuo padre fino a poco fa, lui è convinto che tu non sia la Rosa che noi conosciamo ed ora ne sono certo anch'io, ti appena messa alla prova. Rosa , mia moglie non avrebbe reagito come hai fatto tu. C'è dolcezza nel tuo sguardo e nei tuoi modi, perciò non sei la donna che ho sposato, dura ed egoista proprio come sua madre.
Rosa si lasciò cadere su di una poltrona e si coprì il viso, l'uomo le si avvicinò le scostò le mani e le asciugò le lacrime.
- mi chiamo Franco, Franco Ferretti - con un dito le sfiorò le gote - parliamone, ricostuiamo i fatti.
Così fecero, parlarono per ore di quella incredibile storia.
- hai mai sentito parlare di universi paralleli?
- no di cosa si tratta?
- si ipotizza che ne esistano un numero infinito e che in determinate condizioni possano aprirsi dei varchi che li mettono in comunicazione. Penso sia quello successo a te e a mia moglie, vi siete trovate nel momento di apertura della porta.
- e cosa devo fare? Non posso rimanere, questo non è il mio mondo
-dovrebbe ripresentarsi la medesima condizione che ha determinato il trasferimento. Hai parlato di un temporale molto forte, forse dovremo attendere meno di quel che credi.
Franco guardava il cielo dalla finestra.
- si stà rannuvolando, si prepara un temporale - poi si sedette accanto a Rosa, le prese una mano
- parlami del tuo mondo
Rosa narrò della sua vita, di sua madre, della morte del padre e del dolore provato ma anche dei momenti lieti vissuti. Riuscì persino a sorridere nel fervore del racconto, Franco la guardava estasiato e il tempo passava.
Il primo tuono li colse di sorpresa, il volto di Franco si rattristò
- rimani ti prego - le disse stringendola a sè - ti renderò felice
- non posso, tu appartieni ad un'altra donna, non sarebbe giusto - ma le si strinse il cuore, quell'uomo le piaceva molto ma era un motivo di più per andarsene.
Il temporale si avvicinava, si era fatto buio nella casa
- allora hai deciso?
. si - rispose Rosa
Entrambi si diressero verso la stanza da bagno, lei si mise dinnanzi allo specchio e attese.
Un bagliore più forte e la sua immagine riflessa iniziò a tremolare, i contorni cominciarono a sfocarsi, avvicinò la mano allo specchio ma prima di toccarlo guardò ancora una volta Franco e il suo viso triste, gli mandò mentalmente un bacio poi toccò lo specchio.
Il trasferimento fu istantaneo, nemmeno se ne accorse e si ritrovò nel suo universo, quello conosciuto da sempre.
Telefonò subito a sua madre
- Rosa santo cielo, mi hai spaventata sembravi una pazza. Come stai?
-Stò bene mamma ora è tutto a posto vengo da te.
Prese la borsa e uscì correndo con una tale ansia che si scontrò in strada con un passante. Si sostennero a vicenda per non perdere l'equilibrio, la sua borsetta si rovesciò sul marciapiede. L'uomo l'aiutò a raccogliere le cose sparpagliate per terra mentre lei non sapeva come scusarsi. Poi si guardarono, Rosa restò a bocca aperta, si tesero la mano:
- mi chiamo Franco Ferretti che ne dice di un caffè, così ci riprendiamo dallo spavento?
- un caffè è proprio quello che ci vuole - le rispose mentre le loro mani continuavano a stringersi.

Edited by - luisa camponesco on 11/11/2005 15:09:06

   
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