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Roberto Mahlab
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Inserito - 24/12/2003 :  18:08:04  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
La porta si spalanco' e le parve che una folata di vento le fosse atterrata tra le braccia, era morbida come un batufolo di cotone e le si aggrappo' al collo ridendo e facendole il solletico. Appena aveva un momento libero, la piccola Starlina si precipitava nella casetta di legno nel grande bosco di pini dell'isola, erano inseparabili lei e la sua maestra Dalinda. Gli occhi color del mogano della donna osservarono con affetto il visino rosso per il gelo, il cappellino di lana in precario equilibrio che lasciava intravedere le ciocche di capelli biondi. "Sto seguendo le tracce di un pettirosso sulla neve, vieni anche tu?" "Io...finisco una cosa e poi ti raggiungo?". La bambina si accorse dell'attimo di insolita timidezza di Dalinda e segui' il suo sguardo verso il tavolo ingombro e con voce carica di entusiasta meraviglia le chiese :"Stai preparando un dolce? di cioccolata?". "Be', non proprio" le rispose la donna posandola su una seggiola :"vedi, sono delle piccole forme per fare dei cioccolatini, un poco di latte in fondo, pezzetti di pralina e poi ricopro con cioccolata, il tempo giusto al freddo cosi' si solidifica, intanto ritaglio la carta azzurra argentata in cui mettero' il cioccolatino e con un fiocco lo chiudero'".
"Sembrano piccole montagne, assomigliano alla piu' alta cima dell'isola", osservo' pensosa Starlina, "per chi sono?". Dalinda si avvicino' alla grande finestra, fiocchi di neve turbinavano nell'aria prima di posarsi sulle fronde del parco, la luce le sottolineo' la pelle color dell'ambra e i lunghi capelli scuri, i tratti fini e magri si persero in pensieri lontani.
Si senti' tirare per il vestito e si riscosse, si chino' verso la bambina che le mise una mano sul capo :"allora dopo verrai anche tu" e prima che Dalinda potesse rispondere, Starlina era volata fuori correndo.

Le orme del pettirosso, cancellate sul sentiero dalla neve che cadeva piu' fitta, si stagliavano invece nitide sotto gli alberi, condussero Starlina fino ai piedi di un grande castagno, cerco' di arrampicarsi, ma le sue manine guantate scivolavano sulla corteccia, fino a che, sfinita, si sedette su un mucchietto di pietre, cominciava a sentire il freddo ed era ora di tornare a casa al villaggio. La prima palla di neve la colpi' alla spalla facendole quasi perdere l'equilibrio e la raffica che segui' la costrinse a gettarsi di gran carriera dietro al riparo occasionale. Alzo' gli occhi per capire da dove provenisse l'attacco e scorse un mantello nero scorrere tra i rami. Il suo volto ebbe un guizzo di riconoscimento e grido' : "Sei tu!". Raccolse un mucchietto di neve e lo lancio' verso il limitare del bosco, una salva in risposta non la fece indietreggiare e la evanescente figura nascosta dietro ai rami dovette ritirarsi e fuggire per proteggersi dalla inesorabile controffensiva di Starlina. La bambina lo rincorse, ma un laccio della scarpa si sciolse e lei inciampo' e scivolo' sulla neve. Senti' un forte paio di braccia sollevarla e posarla a sedere su un ceppo di tronco, da un angolo in ombra due mani che facevano capolino da un mantello nero le stavano riallacciando la scarpa, erano senza guanti e il gelo rendeva il movimento difficoltoso e ci volle piu' di un minuto, la bambina poso' una mano sul capo chino dell'essere misterioso che per un attimo si arresto', poi riprese, non alzo' la testa, come intimidito, :"e' tardi, torna a casa", disse una voce bassa e profonda, e fu un soffio di vento e spari'.

Il pomeriggio avanzava e la nevicata si fece fitta, Dalinda non era impressionata dalle ombre che avvertiva scivolarle vicine mentre percorreva il sentiero verso il castello della municipalita', erano le famigliari Guardie Oscure, la sfioravano a ritmo, le aprivano e chiudevano il passo come fosse una danza, lei si accorse che concentrandosi ne poteva riconoscere le note e si lascio' trasportare fino al ponticello di tronchi che collegava la foresta al castello che sorgeva in mezzo al lago, le ombre rimasero alle sue spalle e con un soffio la spinsero avanti.
Le rose d'inverno, ne aveva sentito i miti, fiorivano all'ombra, bianche come fiocchi a forma di stella, si levavano alte un metro attorno a lei nel grande giardino che circondava il palazzo fino al grande ingresso. Chiuse gli occhi con forza per infondersi coraggio, era ospite inaspettata e non invitata, riconobbe la grande sala buia e la rampa di scale ricoperte dal fitto tappeto, avvertiva di essere osservata, un raggio di luce illumino' una forma aguzza e di color del latte, si immaginava la grande bocca e il respiro ansante e gli occhi celati su un viso scaglioso. Anziche' averne paura, si avvicino' all'angolo oscuro e soffio' un sospiro allegro e un coccodrillo comparve, lo suardo estasiato, si levo' in volo in dolci pensieri perduto.

Il cuore della donna si mise a battere mentre saliva i gradini, si stiro' il vestito con una mano e decise di darsi un contegno serio, giunse all'ingresso aperto della grande stanza, il camino acceso che rischiarava le antiche pergamene aperte sulla pregiata scrivania, una poltrona con lo schienale rivolto verso la vetrata con la vista sulla grande montagna. Un secondo coccodrillo che sonnecchiava e che appena si accorse di lei spalanco' le enormi fauci e le si avvicino', era il suo sorriso, le richiuse e le si accuccio' vicino.
Lei poso' il pacchetto sulla scrivania :"ti ho portato... " la voce le manco' per un attimo :".. li ho fatti io...". Il coccodrillo sollevo' il muso, lo sguardo perplesso, Dalinda attese ma non ci fu risposta, la poltrona non si volse, abbasso' gli occhi, il coccodrillo si riscosse e comprese e alzo' le zampe per cercare di attirare la sua attenzione, la donna avverti' che il sentimento di attesa lasciava il posto alla delusione, l'animale dondolava le fauci su e giu' per indicare un punto dietro la scrivania, Dalinda strinse i pugni e le sue guance d'ambra si fecero rosso fuoco :"immagino che tu non voglia che io resti...".

Aveva l'animo confuso mentre scendeva lo scalone, :"come ho fatto a pensare che...", passo' davanti al coccodrillo di nome Cocco che ancora volteggiava beato e che quando la rivide cosi' rattristata casco' a terra, stupito. Intanto al piano di sopra la finestra si era aperta e un mantello nero balzo' all'interno della stanza, era ansante dopo la battaglia a palle di neve, ma contento, quella mano di bambina posata sul suo capo lo aveva profondamente colpito, aveva sentito come il calore di una benedizione, si sarebbe portato dentro per sempre la commozione per quella sensazione. L'espressione del suo volto muto' alla vista di quella del coccodrillo di nome Drilly che gli faceva segni disperati ad indicare un pacchetto sul tavolo e poi la porta verso le scale. L'essere misterioso ricoperto dal mantello si avvicino' alla scrivania e apri' il pacchetto, raccolse uno dei luccicanti involtini ricoperti dalla carta argentata azzurra e lo apri' con religiosa deferenza, rimase senza fiato, i suoi occhi saettarono dal cioccolatino ai contorni della sua amata montagna al di la' della vetrata. Sorpreso, lancio' uno sguardo a Drilly per cercare spiegazione e di rimando l'animale gli fece cenno verso il giardino. Una lunga veste si stava allontanando velocemente tra il turbinio della neve. Un mantello nero la insegui' sapendo che era troppo tardi.

Dalinda si mise a correre, perdeva il senso dell'orientamento e si ritrovava a sfiorare le grandi piante di rose d'inverno, ma non voleva piu' vederle, ne respingeva la bellezza, voleva solo uscire da quel giardino. Avverti' all'improvviso una carezza tra i capelli, non seppe darle un significato diverso dalle molte folate del vento di quella notte tempestosa. Dopo si rese conto di non ricordare il trascorrere del tempo del ritorno al villaggio, era volato, come inesistente, tutto interiore.

Il tavolo nella sua casetta di legno era ancora ingombro dei resti della cioccolata e della carta argentata, la donna si sedette, prese dal ripiano un grosso libro antico, le pagine ingiallite, lo sfogliava quando sentiva il bisogno di rinfrancarsi, la carta di pergamena le narrava di un'isola
ricca di sentieri in ogni stagione, tracce che parevano non accavallarsi mai, che conducevano in villaggi e montagne, in foreste e scogliere, come brezze che accompagnavano, discrete, presenti. Appoggio' la testa sul libro e la grande emozione di quel pomeriggio la fece assopire.
"Come ti sta bene!", si risveglio' di colpo, le braccia di Starlina le stringevano la vita e le facevano il solletico. La vide e le sorrise, anche se un'ombra le attraverso' il volto, la bambina se ne accorse :"che c'e'?" "nulla, stai tranquilla, sai, gli uomini..." e le mise un dito sul nasino mentre gli occhi lanciavano un lampo fiammeggiante. "Pero' ti sta veramente bene, sai?... ti devo anche raccontare, questo pomeriggio ho fatto una battaglia a palle di neve nel bosco con il misterioso essere del castello!". "Nel bosco? questo pomeriggio?", ripete' Dalinda stupita. "Oh, si', e poi sono caduta e lui mi ha allacciato la scarpa! ... davvero ti sta cosi' bene, sui capelli!". La donna li scosse e dei petali bianchi caddero sulla pagina del libro, proprio sul disegno che rappresentava la mappa dell'isola, meravigliata mise una mano dietro alla testa e si accorse di avere un gambo attorcigliato tra i capelli, lo stacco' e vide che si trattava di una rosa d'inverno, gli occhi le si illuminarono e si mise a ridere insieme a Starlina.

Era giunta la sera, aveva smesso di nevicare e il cielo sgombro di nubi risplendeva di luna, stelle e dei contorni dei monti imbiancati, la prima palla di neve colpi' il maniscalco che stava riponendo gli attrezzi nel magazzino, la seconda centro' il vigile che cercava di districare il groviglio nel centro della capitale dell'isola, la terza si infilo' dentro la camicia del professore della facolta' di geologia dell'universita' di concerto city, l'offensiva delle Guardie Oscure si estese allegramente tra le foreste e le metropoli, sui monti e nei porti, guidavano le operazioni due coccodrilli, ben presto gli abinontanti dell'isola entrarono volentieri nella mischia, Cocco fu bersagliato da un nugolo di candidi proiettili, li ingoio' uno per uno, e ad ognuno faceva un passo indietro per la spinta fino a che si ritrovo' nella casetta di legno nel bosco. "Uuuuuhh", gli fece Starlina, sbucando da un angolo buio di una stanza e l'animale alzo' le braccia in segno di resa. Drilly, visto quanto capitato al collega, raccoglieva le palle di neve nelle fauci e poi le rimandava indietro tutte assieme, costringendo gli abinontanti a ripararsi. Le Guardie Oscure si raggruppavano e si separavano a formare come fuochi d'artificio di palle di neve che lanciavano in ogni direzione, gli esseri viventi di tutta l'isola si fermarono ad ammirare quelle figure accompagnate dalle note delle ombre fruscianti.

Dal castello della municipalita' di Concerto City un paio di occhi di un inquietante colore misto giallo rubino osservavano tutta la scena di quella folle notte e poi sparivano dietro le tende di una finestra illuminata dai raggi della luna. Una profonda cicatrice sul volto dell'essere, sotto la bocca, pareva un ghigno, ma forse stava solo mangiando un cioccolatino a forma di montagna.

Concerto... the musical


   
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