Una musica delicata ed evocativa di un tempo scandito dai giochi dei bambini nelle aie, fra campi di girasole.Prima e gradevole prova di un regista che non conoscevo e al quale riconosco il grande merito di aver bandito le volgarità dal suo racconto.
Per certe assonanze di colori e delicatezza di sentimenti mi ha ricordato Pupi Avati.
Forse un difetto del film è aver voluto trovare un finale ad una storia troppo ampia temporalmente.
La storia…...Adele e Marcello, cresciuti insieme, sembrano destinati ad un reciproco eterno amore, suggellato con una tenera messinscena, di un matrimonio da bambini in cui si regalano un anello ricavato da una gomma di bicicletta.
La vita li porterà a seguire percorsi personali che li allontanerà dalla loro infantile promessa e che, proprio attraverso quel semplice anello, verrà sempre tenuta presente dai protagonisti.
Non mi ha convinto l'interpretazione della Rocca (Adele), a mio avviso, poco naturale.
Una parte importante nel film è quella di Loris, amico di sempre di Adele e Marcello che, durante tutti gli anni in cui i due innamorati inconsapevoli si cercano senza trovarsi, fa da tramite alle notizie su di loro.
Certo, la sovraesposizione di Luca Zingaretti come il commissario Montalbano, può creare qualche confusione in uno spettatore poco attento che si aspetterebbe, da un momento all'altro, di sentirsi dire "…Montalbàno, sòno..".
Ma il mio pasto serale era stato abbondante e nella sala 4 della multisala del corso eravamo solo io e mio marito a goderci il film e, purtroppo per me, senza il trilogy di diamanti finale…....
Ophelja