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Roberto Mahlab
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Scena prima

Roblock stampava i racconti dell'isola di concerto di sogni, spesso ne scriveva a partire da situazioni vissute e le trasformava in narrazioni fantasiose e poi si divertiva a farli leggere alle persone nei luoghi che frequentava. Ben presto uno di questi luoghi divenne una delle tante succursali reali della rivista telematica e anche quel giorno d'estate i suoi amici scherzavano e traevano spunti di riflessione da alcuni scritti che avevano scorso. E di volta in volta uomini e donne che si trovavano nei paraggi venivano assorbiti dal gruppo in cui osservavano tanta allegria e voglia di dialogo. E di volta in volta nuove persone chiedevano copie dei racconti.

All'ingresso della palestra Jessica aveva detto a Roblock :"Sono andata a vedere il sito, bello, la prossima settimana ci torno".
Roblock aveva in mano una copia di uno scritto che aveva stampato per il suo istruttore, ma di fronte a tanta gentilezza stabili' che l'istruttore avrebbe atteso e offri' il foglio alla donna che ne fu contenta.

Al solito la sala si era trasformata in club letterario, Roblock e gli amici discettavano di mille argomenti e Jessica pedalava su un attrezzo, leggendo un libro. Roblock le si avvicino', convinto di dover spiegarle che l'isola di concerto non era solo un luogo virtuale ma che era arte reale e cosi' le disse :"Sai, organizziamo anche uscite musicali, concerti, musei, cinema..."
Jessica lo guardo' arrossendo stupita e con improvvisa perplessita' gli rispose :"Io credo che magari ci si vede qui, in palestra".
Roblock impallidi' e comprese di non essersi spiegato e si allontano' salutando, senza insistere.
Ma la capi'.

Scena seconda

Si volse ai suoi amici grattandosi dubbioso la lunga barba che le sue dita arricciavano di continuo attorno al grande naso e li scorse tutti in lunga toga bianca, appoggiati a colonne scanalate di color avorio, li saluto' :"Caro amico Antonio e.... anche tu Bruto?"

Bruto si stacco' dalla colonna e accompagno' con gesto deciso la toga sulla spalla destra e inizio' con tono severo :"Roblock, vorresti forse farci credere che tu ti sei avvicinato a Jessica per raccontarle che concerto organizza ritrovi reali e questo senza alcun secondo fine?" Si volse verso il popolo dell'isola :"Amici, concertisti, giudicate con la vostra saggezza, qui e' in gioco di molti l'onore. In quanto a Roblock, io sono dispiaciuto per lui ma, se fosse sincero, io ne gioirei, se fosse solo coraggioso nell'espandere lo spirito della nostra isola, io lo ammirerei, e se fosse stato amore per la condivisione dell'arte anziche' ambizione di uscire a cena con la ragazza con i capelli rossi io l'onorerei, ma in quanto io credo che fu solo una pietosa scusa per attirarla fuori, neppure riuscendoci tra l'altro, io lo condanno!"

Antonio tratteneva a fatica la collera eppur si sorprese a rispondere con una freddezza di cui si senti' contento :"Amici, concertisti, io vengo a raccontare di Roblock, non a lodarlo. Egli e' stato sincero quando spesso si avvicinava a persone ignare per narrare loro della nostra isola del rispetto, egli e' stato sovente coraggioso quando chiedeva a perfetti sconosciuti se per caso avevano poesie e racconti nel cassetto, ma Bruto afferma che quando egli avvicina una ragazza con questi discorsi si tratta in realta' di una scusa per attirarla tra le sue spire, e Bruto e' uomo d'onore, certo non accusa Roblock solo perche' invidioso. Molti scrittori e scrittrici Roblock ha condotto alle gallerie artistiche, parvero questi atti insinceri? Quando alcuni palesavano tristezza, Roblock li trascinava nei musical telematici, anche in questo fu calcolatore? Di tale ruvida stoffa e' fatto il suo animo, come dice Bruto? E Bruto e' uomo d'onore... Certo si autoproclamo' dittatore della giunta golpista di concerto city, ma fu per divertire, non per seppellire di balzelli gli abinontanti, eppure Bruto dice che lo fece per ambizione e, invero, Bruto e' uomo d'onore..."

"Onore, onore, tu parli sempre di onore, come fossi io l'imputato, come fossi io ad essermi alla ragazza avvicinato!" lo interruppe Bruto infuriato :"ma allora per quale motivo, sentiamo, lei gli avrebbe risposto preoccupata che meglio era se in palestra si vedevano? Non e' che forse lui nei toni, nella voce, nei modi, avesse sottinteso che le uscite alle mostre, ai concerti, erano a due anziche' a molti? Non e' forse che Jessica ha avuto l'impressione che quando un perfetto sconosciuto si avvicina e inizia un discorso, e' alquanto strano che parli subito di uscite ai musei? E se non esistessero queste uscite di gruppo?, amici, concertisti, questo affermerei se non fossi uomo d'onore?"

Antonio lascio' cadere la mano che teneva salda un angolo della tonaca e l'istante successivo alzo' il braccio come ad indicare la giustizia celeste, un discorso colmo d'amarezza pronuncio' :"Bruto, come sapete, aspirava alla carica di dittatore al posto di Roblock, giudicate ora, concertisti, dopo tali parole quanto davvero gli fosse consigliere affezionato, non e' questo un colpo crudele? perche' quando il nobile Roblock ha ascoltato quanto lo stava ferendo, altro non pronuncio' che uno stanco :'Anche tu, Bruto....'
Credete a Bruto, abinontanti, perche' egli e' uomo d'onore, e non credete a Roblock, non e' bene che voi sappiate quanto vi voleva bene, quanta soddisfazione cogliesse dal vostro scrivere i vostri tesori su questi schermi, certo non siete di pietra, certo siete esseri umani, certo le parole di Bruto lasciate seminino il dubbio nei vostri cuori..."

Scena terza

Corse in centro all'anfiteatro ad occhi chiusi e, stringendo denti e pugni, Roblock, si arresto', si guardo' attorno, rosse e spalancate erano le pupille e parlo' :"Mi giudicate e fate bene perche' giusto e' il giudizio verso chi crede ovvi suoi pensieri che ovvi non sono, giusto e' invitarlo a rispettare i tempi dell'animo altrui, giusto e' domandargli di considerare come possa non essere in ogni luogo quanto e' su questo luogo". Si piego' su una pietra chiara, pose le mani tra le acque di un ruscello, carezzo' un'orchidea che spuntava da un tronco ricoperto di fogliame verde scuro che faceva da labile schermo ad un cielo allo stesso momento azzurro e grigio. "Anche io mi sono giudicato " prosegui' abbassando le spalle come cariche di un peso insopportabile "ho compreso subito che Jessica abbia potuto equivocare, che non e' cosi' usuale che uno sconosciuto si avvicini e narri di musei, concerti, di un'isola di poesia e di racconti, certo che la dolce Jessica non aveva altra opzione se non pensare che fosse il solito modo per attaccar discorso".

"Colpevole! Concertisti, abinontanti! Roblock ha ammesso di aver mancato! Giudicatelo come e' giusto, si difende con altre scuse o aveva secondi fini? perche' qui e' in gioco l'onore e io sono Bruto!"

"Tu sei.." stava per intervenire sdegnato Antonio.
"Obiezione!"
"Obiezione accolta. Antonio, controllati, non e' Bruto l'imputato....Roblock, prima che la giuria stabilisca il verdetto, hai ancora qualcosa da dire?".

"Si' vostro onore, Mastro William" Roblock alzo' gli occhi al cielo, le braccia giunte e distese, una nuova fiducia pareva sostenere le sue spalle, gli occhi a malapena si scorgevano persi nella lunga barba bianca, si rivolse direttamente agli abinontanti che affollavano ormai all'imbrunire l'anfiteatro ai bordi del mare, seduti sulle scalinate antiche, appoggiati alle colonne scheggiate, la brezza finalmente rinfrescava e lo spezzarsi delle onde sulla scogliera calmava e addolciva gli animi "voi mi giudicherete se volevo sol invitare fuori Jessica, oppure se volevo raccontarle di questo luogo, oppure tutte e due le cose, voi deciderete, ma io avro' gia' compreso da solo, non ho forse occhi per vedere, orecchie per sentire, lingua per correggermi? Se mi pungete forse che la mia pelle non sanguina? Se non spiego quanto desidero, forse che il mio animo non si duole?".

Sipario

Era notte e voci festose accompagnavano allegri brindisi di calici di vino rosso nella locanda di Stratford on Concert, Mastro Will aveva gli occhi lucidi per la commozione e continuava a dare pacche sulle spalle agli altri convitati, Mastro Roblock, Mastro Bruto, Mastro Antonio e Mastra Jessica, un'irriverente parodia di Giulio Cesare e del Mercante di Venezia era appena apparsa sulle scene del teatro della municipalita' di concerto city, sol piacere o riflessione, chissa', di sicuro c'era che si erano tutti divertiti un mondo.

Personaggi ed interpreti: gli allegri compari della palestra.

Roberto


   
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