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Roberto Mahlab
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Inserito - 20/05/2007 :  14:12:46  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Il concetto di "esportazione della democrazia" e dell'abbattimento dei regimi tirannici rappresenta uno dei maggiori argomenti di dibattito nei nostri tempi. Il contrasto tra favorevoli e contrari si identifica spesso in divisioni politiche e a volte assume caratteristiche che, se non fossero di portata tragica, sarebbero comiche. I maggiori media italiani spiccano particolarmente, data la collocazione di vicinanza verso il governo attuale gestito in larga misura da componenti che non hanno timore a chiamarsi "comuniste". E così succede che i solerti articolisti si inventino con tutta serietà notizie del tutto assurde.

Ecco, per fare un esempio, un titolo del Corriere della Sera-edizione on line di oggi :

Esteri
20 mag 07:21
Vietnam: urne aperte per il rinnovo del Parlamento

Chi mastica un poco di cronaca storica contemporanea, alla lettura di un tale titolo, corre al negozio sotto casa e compra una bottiglia di champagne, telefona agli amici e organizza un colossale festeggiamento : il Vietnam, un paese dal regime comunista più duro, in cui la libertà non si sa neppure dove stia di casa, all'improvviso di un giorno di maggio si trasforma in democrazia e promulga libere elezioni, il regime è caduto, orsù festeggiamo!

Poi succede che si legga l'articolo ed ecco quanto compare :


HANOI - Oltre 50 milioni di vietnamiti voteranno oggi per
rinnovare il Parlamento. In palio ci sono 500 seggi. Secondo
stime di un'organizzazione legata al partito comunista,
l'unico che puo' presentare candidati, oltre il 90% dei
seggi dovrebbe andare a candidati comunisti. (Agr)


E lo champagne schiuma fuori dalla bottiglia appena stappata e finisce tristemente sul pavimento anzichè nel bicchiere di cristallo di Boemia.

Un solo partito, il partito comunista, 50 milioni di persone sono chiamate ad andare ai seggi per scegliere di mandare in parlamento un solo partito, sarebbe interessante leggere le varie opzioni di scelta sulle schede elettorali, magari stampate più o meno così :
1) partito comunista
2) partito comunista
3) partito comunista
L'elettore è invitato ad apporre liberamente una x sul partito prescelto.

Chissà chi vince, chissà se il Corriere della Sera organizzerà una diretta con gli exit polls minuto per minuto.

Dulcis in fundo, leggiamo che è stata scomodata addirittura una organizzazione comunista che presume che il 90 percento dei seggi dovrebbe andare a candidati comunisti. Ma guarda.
E il 10 percento rimanente? Una dura sfida per chi si diletta di algoritmi matematici nel campo dell'assurdo. A meno che quel dieci percento sia riservato sì ovviamente a dei candidati comunisti, ma magari sono dei compagni che sbagliano. Fossi nei loro elettori, non lascerei il documento d'identità al seggio.

Speriamo che una volta bocciata "l'esportazione della democrazia all'estero", essa non sia sostituita dall'importazione della "democrazia" così ben celebrata dall'articolo del Corriere della Sera.

E la prossima volta non guasterebbe un bel :

Elezioni farsa nel Vietnam comunista

più attinente alla realtà.

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Roberto Mahlab
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Inserito - 30/05/2007 :  17:41:24  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Sappiamo che i nostri lettori sono rimasti in trepida attesa dell'esito delle elezioni vietnamite del 20 maggio scorso, immaginiamo che la curiosità sia al parossismo e che ci sia meraviglia mista a preoccupazione per il ritardo degli exit polls sulle elezioni vietnamite nelle quali si presentava l'unico partito autorizzato e cioè il partito comunista.

Siamo in grado di diffondere i risultati definitivi che, sorprendentemente, hanno premiato con la vittoria e la maggioranza assoluta, nel vero senso della parola, il partito comunista che ha ottenuto il 91,28 percento dei voti, lo hanno annunciato con soddisfazione le stesse autorità del governo comunista di Hanoi. Straordinaria è la performance del primo ministro Nguyen Tan Dung che ha conseguito il 99,10 percento dei voti. Il segretario generale del partito Nong Duc Manh si è dovuto accontentare del 91,20 percento, mentre grama è stata la racccolta per il presidente Nguyen Minh Triet che ha raggiunto solamente l'89,70 percento. Il tasso di partecipazione è stato ufficialmente dichiarato al 99,64 percento degli aventi diritto.

Per vostra tranquillità siamo in grado di anticiparvi anche che nella futura nuova Camera dei Deputati il partito comunista godrà di una maggioranza abbastanza sicura, contando su 450 seggi sui 493 disponibili, a meno di ribaltoni la governabilità sembra assicurata. Il governo non chiarisce da dove siano saltati fuori i 43 deputati "indipendenti" che si suppone comunque appoggeranno le decisioni dell'esecutivo.

Comunque per essere libere, le elezioni sono state libere, infatti nessuno è stato obbligato a non votare per l'unico partito in lizza. In quanto ai numeri, anche se il conto non torna proprio al centesimo percentuale, fidatevi dello scrutinio gestito dal governo.

La Concerto News System seguirà per voi le più avvincenti sfide elettorali del pianeta e ve ne riferirà puntualmente, convinti come siamo che la democrazia non sia un'opinione, ma una scelta.

Non una sola opinione e una sola scelta.

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Roberto Mahlab
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Inserito - 30/05/2007 :  18:07:29  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Nei giorni scorsi si è svolto in Siria il referendum per il rinnovo del mandato di altri sette anni del presidente Bashar Assad, noto alle cronache, tra una strage e l'altra, per essere stato messo sotto accusa addirittura dalle Nazioni Unite per l'assassinio dell'ex premier libanese Rafik Hariri fatto a pezzi nel 2005 da un camion bomba. Il presidente Bashar Assad, figlio del presidente precedente Hafez Assad che conquistò il potere a Damasco a seguito di un colpo di stato, ottenne per diritto dinastico la carica attuale alla morte del padre, sette anni fa.

Gli elettori siriani erano chiamati a scegliere sulla scheda se desideravano ulteriori sette anni del medesimo regime e con un sonante 97,60 percento dei voti il presidente Bashar Assad è stato confermato, superando addirittura il record precedente, infatti sette anni fa aveva ottenuto solamente il 97,29 percento.

Non si hanno particolari reazioni da parte dell'opposizione, infatti a parte lo sdegno dei dissidenti che hanno trovato riparo all'estero, di altri oppositori vivi si sono perdute da tempo le tracce.

Euforico il commento ai risultati del ministro dell'interno del regime :"La Siria ha detto no a una falsa democrazia", una sottile contestazione alle obiezioni delle cancellerie internazionali sul fatto che non c'erano alternative di voto.

Vale la pena di riportare la dichiarazione ufficiale del Dipartimento di Stato Americano che ha ribattuto :"se la scelta per gli elettori è tra la vaniglia, la vaniglia e la vaniglia, al popolo siriano non viene offerta una varietà di gusti tra i quali scegliere".

L'agenzia giornalistica ufficiale del governo siriano ha emesso una nota in cui si esprime il sentimento di offesa per le critiche pervenute dall'estero.

La Concerto News System si premurerà di seguire le elezioni in Bielorussia, Corea del Nord, Cuba, Birmania e Zimbabwe e di darvene completa copertura, gli osservatori internazionali infatti, ogni volta che in questi paesi si vota, iniziano le scommesse su quale regime dichiarerà di aver ottenuto la maggiore percentuale di suffragi. Di record il record, c'è chi prevede in un vicino futuro il superamento della soglia psicologica del 100 percento, oltrepassata la quale, come si dice, "the sky is the limit".

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