Elena Fiorentini
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Italy
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Inserito - 10/01/2005 : 12:59:30
Racconto *** La merenda di Carlo di Elena Fiorentini - Carlo aveva otto anni, vivace , ma ben educato. In famiglia aveva tutto ciò che un bimbo può avere. Con i fratelli e le sorelle poteva giocare a volontà, i genitori erano severi, ma giusti. La scuola privata che frequentava accettava solo alunni di buona resa scolastica e condotta di prim’ordine. Le vacanze si facevano sia al mare che in montagna. Al mare l’appartamento era tale che nemmeno in città la maggior parte delle persone può permettersi di avere. In montagna invece bisognava imparare ad adattarsi ad una vita spartana. Niente luce elettrica, a letto presto la sera, bisognava collaborare tutti insieme alla cucina, alle provviste , ai letti. Poi lunghe passeggiate per prati, per boschi, su e giù per rocce e roccette all’interno del parco alpino adiacente alla baita. Il risultato era che Carlino era perfettamente inserito in una squadra di ragazzini veramente simpatici, semplici e sempre allegri e un po’ birbantelli. *** * ** La verità era data dal fatto che il padre era stato prigioniero in Russia, dove aveva patito il freddo e soprattutto la fame, una grande fame..non era perciò lecito arricciare il naso su tutto quel po’ po’ di ben di Dio che aveva saputo dare ai suoi figli. *** Alla luce di questi fatti possiamo immaginare quanto era grande il disagio di Carlo nei giorni precedenti il Natale, quando la mamma preparava la galantina di pollo. Il piatto si acquista in genere già pronto, tagliato a fettine sottili, troneggia sulle tavole delle antiche famiglie Milanesi a Natale, in verità, è un piatto da Re. La preparazione è assai complessa e richiede , tra l’altro la cottura della lingua, da cui se ne taglia una piccola parte da aggiungere al ripieno. Il rimanente veniva consumato i giorni di Vigilia e i ragazzini vedevano con terrore il momento in cui il piatto veniva portato in tavola. Carlo in particolare ne faceva una vera tragedia e non riusciva a godere i giorni dell'Avvento, preoccupato invece dell'arrivo della lingua di manzo che veniva servita in tavola. Le sorelline non mancavano di raccontare ridendo dell'avversione di Carlo alla lingua a tutti quelli che non ne erano a conoscenza, con grande imbarazzo del ragazzino, che tentava di difendersi, replicando che anche alle sorelline, in fondo, non piaceva. *** A volte poteva capitare che i genitori chiamassero un insegnante come supporto di una materia momentaneamente debole. Anche Carlo aveva avuto bisogno di aiuto e , volere o volare, aveva dovuto mettersi alla pari. Eccolo seguire la lezione non contento, ma rassegnato, quando incominciò ad agitarsi sulla sedia, dando segni di grande insofferenza. “Posso andare di là un momento, per piacere?” Permesso accordato. Dopo alcuni minuti Carlo rientrò per chiedere quasi subito di uscire nuovamente. L'insegnante accordò di nuovo il permesso senza commenti. Al rientro finalmente Carlo sembrò concentrarsi sulla lezione, ma fu il maestro che cominciò a pensare che cosa poteva essere accaduto, quando si accorse di una michetta di pane che sbucava dalla tasca dei calzoncini. Ogni tanto Carlo metteva furtivamente una manina in tasca, staccava un pezzettino di pane e se lo ficcava in bocca con grande soddisfazione. perchè, come diceva la sua mamma:
Chi me doer chi me picca chi ghe voer ona bella micca E.F. Commenti - Ho tratteggiato con un rapido schizzo la vita di un bimbo milanese che ho conosciuto alcuni anni fa. Carlo, il suo fratello maggiore e le due sorelline hanno rappresentato la mia idea di come dovrebbero vivere tutti i bambini del mondo: un grado di agiatezza sufficiente a dare serenità, i genitori uniti, giochi e doveri dosati con grande equilibrio. Per ottenere tutto ciò basta senso di responsabilità da parte dei genitori, non è necessario avere scuole costose, appartamenti lussuosi, la tata e il maggiordomo. Edited by - Elena Fiorentini on 16/05/2005 16:20:40
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