ophelja
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Italy
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Inserito - 15/08/2004 : 11:04:09
La nebbia sembrava più fitta quella sera. La luce dei lampioni, filtrata dalla cortina di goccioline, sciabolava sull’asfalto bagnato della strada dove, a quell’ora, passavano solo rare auto. Anna e Lucia si tenevano strette nei loro cappotti mentre tornavano a casa. Lo spettacolo teatrale a cui avevano assistito non era stato di grande pubblico ed ora, parlottando fra di loro su quanto avevano visto, tornavano a casa in una Milano stranamente deserta. I loro tacchi battevano in sincrono sulle piastrelle del marciapiede quando un passo fuori tempo le fece voltare. L’uomo era alto, aveva il bavero dell’impermeabile alzato, un basco calato sugli occhi e una borsa che dondolava ad ogni passo. “Affrettiamoci” disse sottovoce Anna a Lucia. Il ticchettio dei loro passi aumentò nel silenzio della notte. Anche il passo dello sconosciuto dietro di loro divenne più sostenuto. “Sbrigati, Lucia” ripetè Anna , mentre si voltava a guardare l’uomo che a sua volta camminava a passo veloce, col chiaro intento di raggiungerle. “Corriamo” disse allora Anna, con la voce rotta dallo spavento e il cuore che le batteva. Le due donne ormai stavano correndo quando, svoltando l’angolo di strada che immetteva nella piazza della stazione, l’uomo - che a sua volta aveva accelerato fino a correre – le raggiunse. Si fermò loro davanti solo un attimo e, con un’espressione di malcelata commiserazione, sibilò: “Ma chi vi pensa!...” poi, continuando a correre, salì di corsa i gradini della stazione ferroviaria mentre un altoparlante annunciava il treno per Voghera. Ophelja
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