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luisa camponesco
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Inserito - 26/04/2011 :  05:43:54  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco
Lo scrittore era anche un medico e molto si prodigò durante i conflitti, .....sei vuoi saper chi è non guardar nel ciel ma sulla terra

Luisa CamponescoVai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 26/04/2011 :  10:28:14  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Allora è: Cronin Archibald Joseph e lo sceneggiato dovrebbe essere La cittadella.

Sono stata tratta in inganno dal giorno del tuo compleanno che ricordavo essere il 18 luglio e non il 19.

Ophelja

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luisa camponesco
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Inserito - 26/04/2011 :  11:04:06  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco
E' vero il mio compleanno è il 18, ma avrei festeggiato volentieri il compleanno con Cronin, scrittore della mia giovinezza.
Lo sceneggiato era splendido come splendida l'interpretazione di Alberto Lupo.

brava Ophelia

Luisa CamponescoVai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 26/04/2011 :  11:55:16  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
...e le stelle stanno a guardare come dal titolo di uno dei famosi romanzi di Cronin, questa entusiasmante sfida ....


L'autrice di questo romanzo ha realizzato, con pazienza e rigore scientifico, ricerche approfondite sui personaggi trattati.
Solo in questo romanzo ha ceduto maggiormente alla fantasia inserendo nelle vicende storiche un misterioso personaggio che, con i suoi resoconti epistolari, aggiungono e completano elementi importanti alla storia.

Chi è la protagonista - giustamente chiamata Primadonna del suo tempo ?
Chi il misterioso personaggio?

Ophelja

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luisa camponesco
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Inserito - 26/04/2011 :  16:12:35  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco
Difficilissimooooo

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colibrì
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Inserito - 10/05/2011 :  10:59:56  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a colibrì
...provo a sbloccare la situazione con un semplice tentativo: Papà Gambalunga? Il personaggio misterioso c'è, la protagonista ne scopre l'identità solo alla fine; le lettere ci sono, quelle che Judy scrive periodicamente al suo benefattore, da lei appunto soprannominato "gambalunga"; l'autrice, Jean Webster, che scrisse il romanzo nel 1912, era interessata alle questioni sociali e in particolare alla vita nelle istituzioni per bambini poveri, su cui volle documentarsi personalmente.
Il romanzo ebbe un enorme successo e moltissimi adattamenti per cinema, teatro e televisione, tra cui... un cartone animato giapponese del 1991 di cui io non perdevo nemmeno una puntata :-)


Ma non mi tornano tutti i conti.... vero Ophelja?


colibrìVai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 10/05/2011 :  16:16:10  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja

Il tuo volo è molto interessante ma non ti ha portato in quella magnifica corte dove certamente - in artistiche voliere - ci sarà stato anche qualche piccolo uccellino colorato da poco arrivato dalle lontane Indie....

In fondo, la nostra dama era aperta alle novità, era interessata all'arte, alla musica e amava i racconti fantastici, specialmente in ottava d'oro...

Vola ancora un pò indietro nel tempo, cara Colibrì....

Ophelja

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luisa camponesco
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Inserito - 10/05/2011 :  16:26:38  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco
L'ottava d'oro mi ricorda Lodovico Oriosto, che non ha niente a che fare con la nostra dama e sicuramente è troppo in indietro nel tempo.

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ophelja
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Inserito - 10/05/2011 :  16:51:06  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Ecco, il poeta e la misteriosa protagonista erano nati nello stesso anno...e a poca distanza!

Ophelja

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colibrì
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Inserito - 11/05/2011 :  11:14:34  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a colibrì
Allora la protagonista non può che essere Isabella d'Este, nata nel 1474, come Ariosto, nella splendida città di Ferrara, culla della corte Estense. (...ah, se avessi avuto internet al liceo!!! :-)

Quindi il romanzo è "La Signora del Rinascimento", scritto da Daniela Pizzagalli, a seguito di altre biografie diventate best sellers, come "La Dama con l'ermellino" (ovvero Cecilia Gallerani) e "La Signora di Milano" (Bianca Maria Visconti).

Pur avendone sentito parlare non ho letto il romanzo... e devo dire che mi hai fatto venir voglia di scoprirlo! devo perciò passare la mano per quanto riguarda l'identità del misterioso personaggio...


colibrìVai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 11/05/2011 :  14:24:51  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Anche tu mi hai fatto venir voglia di scoprirlo!!!
Infatti mi riferivo a "Rinascimento privato" di Maria Bellonci

E' un libro che consiglio a tutti di leggere: è semplicemente fantastico per la capacità dell'autrice di essersi saputa calare nel tempo che racconta recuperandone il modo di parlare, l'atmosfera, le trame e la grandezza del Rinascimento.

Isabella d'Este è qundi la protagonista del libro e il prelato Sir Robert de la Pole il misterioso personaggio inglese che, attraverso i messaggi epistolari alla marchesana spiega e inquadra in una luce di verità gli avvenimenti dell'epoca.

A te il compito della nuova sfida! ...e sii clemente...

Ophelja

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colibrì
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Inserito - 12/05/2011 :  11:36:20  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a colibrì
quote:

Anche tu mi hai fatto venir voglia di scoprirlo!!!
Infatti mi riferivo a "Rinascimento privato" di Maria Bellonci


...ma bellissimo questo incrocio di indizi che portano a un personaggio e 2 libri! :-)

Avendo indovinato a metà dovrei quindi proporre mezzo romanzo, ehehe ;-) Ecco, togliendo l'accento a metà, giusto a metà si ottiene metà del titolo di questo racconto, un capolavoro tra sogno e incubo, tra assurdo e reale, che rimane aperto a infinite interpretazioni. A voi il titolo.

colibrìVai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 12/05/2011 :  14:46:33  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Vari autori si sono cimentanti in un romanzo intitolato La Metamorfosi, con o senza l’aggettivo singolare o plurale.

Io sceglierò quello di Franz Kafka, scrittore boemo nato nel 1883.

L’incipit del racconto :
” Destandosi un mattino da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò tramutato, nel suo letto, in un enorme insetto. Se ne stava disteso sulla schiena, dura come una corazza, e per poco che alzasse la testa poteva vedersi il ventre abbrunito e convesso, solcato da nervature arcuate sul quale si reggeva a stento la coperta, ormai prossima a scivolare completamente a terra. Sotto i suoi occhi annaspavano impotenti le sue molte zampette, di una sottigliezza desolante se raffrontate alla sua corporatura abituale. “Che cosa mi è accaduto?”, si domandò. Non stava affatto sognando…”

E già da queste parole si trova l’assurdo e il reale, il sogno e l’incubo e l’apertura alle infinite interpretazioni di cui parla Colibrì....


Ophelja

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colibrì
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Inserito - 14/05/2011 :  11:55:02  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a colibrì
Bravissima Ophelja, hai indovinato subito!

E rileggendo quell'incipit mi è tornato in mente quando lo lessi la prima volta da adolescente e ne restai immediatamente incantata: per me la "prigionia" di Gregor nelle forme dell'insetto descriveva drammaticamente bene l'incomunicabilità tra il mondo interiore di un ragazzo che sta crescendo e il mondo degli "altri", gli adulti che sembrano ormai al salvo da quelle bufere di emozioni sconosciute. Un gioiello di letteratura capace di toccare l'inconscio.

A te la staffetta!

colibrìVai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 14/05/2011 :  16:49:59  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Un destino crudele accomuna i componenti di questa famiglia di pescatori: sul mare, infatti, si sono i pericoli di tempeste e sulla terraferma, per quanti restano in attesa della barca, quelli legati ad una vita fatta di stenti e di rivalità con i vicini.
Scritto alla fine dell’ottocento, è un testo che ogni studente “deve” aver letto.

Qual è il soprannome della famiglia che dà il titolo al romanzo?


Ophelja

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Marco
Villeggiante


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Inserito - 15/05/2011 :  16:04:27  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Marco
Cara Ophelja , stiamo percaso parlando dei Malavoglia del grande Giovanni Verga?

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ophelja
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Inserito - 15/05/2011 :  16:54:22  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Con il mio "bentornato, un BRAVO! per aver indovinato il soprannome della famiglia Toscano, che è anche il titolo del famoso romanzo di Giovanni Verga.

A te la prossima sfida.

Ophelja

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Marco
Villeggiante


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Inserito - 15/05/2011 :  22:29:37  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Marco
Ti ringrazio Ophelja e raccolgo con gran gioia Bentornato e sifda :) .
Quel che propongo voi è d'indovinare il titolo di questo libro che m'ha preso oserei dire selvaggiamente :

Mai fu più vista differenza di razza tra questi due individui eppure , uno di gentilezza borghese , l'altro di menefreghismo quasi animalescosi ritroveranno ad essere piuttosto intimi , in una dualità che sorprende il lettore.

Qual'è il titolo di questo scritto?A voi.

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ophelja
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Inserito - 15/05/2011 :  23:05:03  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja

Proverò con una celebre opera di Robert Louis Stevenson ed in particolare con "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde" .


Ophelja

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Marco
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Inserito - 15/05/2011 :  23:56:04  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Marco
Purtroppo Ophelja , non hai beccato lo scritto giusto. Un aiutoino ;) .
Questo racconto parla comunque di una dualità , ma più profonda , che non ha bisogno di intrugli per far venire fuori l'altra.Per quanto riguarda la razza diciamo che si tratta più che di umano e mostro , di umano e animale

Vi Veri Universu Vivus Vici
Con la forza della verità , in vita , ho conquistato l'universo.Vai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 16/05/2011 :  23:03:12  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Che sfida avvicente!

La frase latina, se volesse indicare una traccia, dovrebbe portarci all'opera teatrale The Tragical History of Doctor Faustus di Christopher Marlowe, ma per il tragico conflitto interiore a cui accenna il nostro giovane proponente, opterei per Il lupo della steppa , romanzo dello scrittoreHerman Hesse.

Ophelja

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Marco
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Inserito - 17/05/2011 :  20:05:04  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Marco
Un AHUUUUUUUUUUUUUUUUUU per Ophelja .
Indovinato : Il Lupo della Steppa a mio parere un bellissimo libro sulla dualità dell'uomo e sulle condizioni di una e dell'altra parte.
Quindi , facendo tanto di cappello , passo il testimone!

La frase in latina è la mia personale firma ;)

Vi Veri Universu Vivus Vici
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ophelja
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Inserito - 17/05/2011 :  21:46:02  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Questa volta non parlerò della storia che è alla base di tutto.

Parlerò del sogno di un bambino tedesco che era stato rapito dalle vicende narrate nell'opera.
Con gli eroi di quella guerra tanto lunga quanto feroce che era iniziata per una scommessa fra dee, aveva gioito, patito, sognato.
E il suo sogno, mai svanito nel corso degli anni, aveva infiammato il suo cuore e, una volta divenuto ricco, gli aveva permesso di consolidare anche topograficamente la vicenda umana di personaggi fino ad allora avvolti dalla leggenda di un'esternazione visionaria di un povero handicappato....

Di quale opera immortale stiamo parlando?

Ophelja

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colibrì
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Inserito - 05/06/2011 :  22:24:50  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a colibrì
Forse adesso ci sono...

...il bambino tedesco è Heinrich Schliemann?
...il feroce conflitto durato dieci anni è la guerra di Troia?
...l'autore è l'immortale poeta Omero, che la tradizione vuole fosse cieco?
...la città scoperta dal ragazzo divenuto archeologo è dunque Troia, la mitica Ilio?

se la risposta a tutte queste domande è SI l'opera non può essere che

l'Iliade

...con le sue innumerevoli riproduzioni, dalla Grecia fino ad Hollywood! :-)


colibrìVai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 05/06/2011 :  23:22:03  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Ebbene SI, su tutti i fronti.

Vorrei condividere con voi la bellissima prefazione di Athos Sivieri all’Iliade, ed.D’Anna del 1960, fra le cui pagine ingiallite ho ritrovato le mie incerte annotazioni di ragazzina quando, probabilmente, non avevo ben capito il ricordo emozionato del grande estimatore di Omero.


Da quella volta sono trascorsi molti anni. Un ragazzo come voi, cui piaceva immensamente sbucciare le proprie scarpe, dando calci ad un pallone di caucciù nel cortile di una parrocchia vicina a casa sua, spesso arrivava a sera prima di aprire libri e quaderni, dopo l’esaltazione giornaliera sulle ali della fantasia, dei propri sogni di gloria sportiva.
Così, verso le sei di sera, molto spesso c’era tutto da fare. E, tra l’altro, anche i soliti cinquanta o sessanta versi di Iliade, che si leggevano con un commento insipido e tirchio di annotazioni, in un’edizione presto sgualcita, le cui pagine, dopo il primo trimestre, già erano pronte ad uno sbatter di porta, ad andarsene all’aria come le foglie della Sibilla di Cuma.
Ma quel ragazzo, che amava il gioco del calcio, non era meno entusiasta di Omero. Forse nessuno gli aveva mai posto, a scuola, come problema di coscienza, se preferisse tra i personaggi Ettore o Achille. Non si costumava molto; ma egli sentiva in cuor suo, come tutti i suoi compagni, di amare Achille, più forte, più irruento, capace di dire all’occorrenza una parola grossa, e di cui si sarebbero volentieri emulate le gesta.
Infilzare del resto con la lancia un nemico e violare con una “cannonata” la porta dell’avversario, erano, nella fantasia dei dodici anni compiuti, due imprese che si assomigliavano molto.

* * *

Dalle finestre aperte dell’aula, in una giornata di maggio, entrava l’aria tiepida della primavera. Ed il nostro ragazzo, quel giorno, si trovò fuori della classe, sullo spiazzo erboso in riva al fiume e poi nel cortile sassoso del “prete”, a giocare la più bella partita, in cui non c’era tiro che non finisse dentro la porta, segnata da due tronchi di gelso stanchi di vivere e di prendere irriguardosi schiaffi da un pallone di caucciù.
Finì la lezione, ma quel ragazzo come voi, quella volta, non capì una parola di ciò che il vecchio Priamo aveva detto ad Achille, per riavere il corpo di Ettore.
Così, dopo qualche giorno, quei versi del XXIV erano rimasti sullo stomaco. Le ore di studio il nostro ragazzo le trascorreva nel retrobottega di un caffeuccio di poche pretese, che serviva per mandare avanti la famiglia. Spesso, accanto a lui, sedeva un panciuto professore di chimica, accanito lettore de “Le grandi firme” e gran bevitore di calici di birra, i quali, come una piacevole ed originale clessidra, solevano segnare al ragazzo, col loro alternarsi, quanto mancava ancora all’ora di cena, che era poi la fine dello studio. Ma a parte la passione per la bionda cervogia, quel professore era un brav’uomo, e tuttavia dopo qualche anno la ferocia dei suoi simili, rinfacciandogli di essere israelita, lo martoriò fino a farlo morire.
Quel giorno il professore, annoiato di Pitigrilli e stanco forse della sua chimica, prese in mano l’Iliade e lesse: “Divino Achille, ti rammenta il padre...”. Lesse e spiegò; alternava con foga le parole ed i gesti a gran sorsi del suo nettare biondo e il nuovo alunno, coi calzoni ancora corti, da quella spiegazione capì tutto, come mai prima di allora, e rinunciò a quell’Achille dei suoi sogni spietato ed inflessibile, per amarne un altro più umano, diverso, per il quale gli era venuta, col trascorrere dei versi, una gran voglia di piangere...”

* * *

Quel ragazzo come voi non immaginava quel giorno che, a distanza di tempo, egli stesso avrebbe letto ad altri ragazzi il poema di Omero, ma intuì, quasi senza rendersene conto, perché mai, da tanti anni, piccoli e grandi continuino a leggere e ad amare la meravigliosa storia di Ettore ed Achille.

Athos Sivieri


Ophelja

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colibrì
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Inserito - 20/06/2011 :  09:56:44  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a colibrì
Proprio bello, grazie Ophelja.

Anche il prossimo racconto ha per protagonista un bambino, che un giorno, in soffitta, aprì un libro e iniziò a leggere una storia che iniziava così: c'era una volta un bambino che un giorno aprì un libro e iniziò a leggere una storia che iniziava così: c'era una volta un bambino che un giorno aprì un libro e iniziò a leggere una storia che iniziava così: c'era una volta un bambino....... continuar potrei all'infinito ma senza monotonia, perché la storia ricca è - davvero - di Fantasia!

colibrìVai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 30/06/2011 :  16:02:49  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Grazie per le dritte e le storte, mastra Colibrì....

....otipac reva id oderc...
se, imitandone l'incipit, dirò che ti riferisci a La Storia infinita di Michael Ende .


Ophelja

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colibrì
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Inserito - 10/07/2011 :  19:26:37  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a colibrì
quote:


....otipac reva id oderc...


Si, hai proprio capito bene!! La Storia Infinita Ophelja indovinò ed in tal modo la staffetta a lei passò!

colibrìVai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 10/07/2011 :  23:15:22  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Proporrò una rilettura estiva, che a differenza di quella obbligata degli anni della scuola, mi ha divertito e che ho apprezzato.

Un libro umoristico? No, anzi,

Una storia in cui il protagonista, angustiato dai dissidi coniugali e dai debiti, ha l'insperata possibilità di sparire e, di conseguenza, di diventare quello che vorrebbe.

Ma i lacci e lacciuoli della società civile, le leggi e le convenzioni non gli permettono di godere della nuova identità.

Il romanzo, primo vero successo del suo autore, fu pubblicato a puntate su una rivista.


Come si chiamano il/i protagonista del Libro?



Ophelja

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colibrì
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Inserito - 09/10/2011 :  20:08:46  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a colibrì
Ehm.... prova microfono... SA!...SA!...SA! bene, funziona... posso?

Il Fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello

Il protagonista è appunto Mattia Pascal che nell'incredibile intreccio ha la possibilità di vivere un'esistenza completamente diversa con il nome di Adriano Meis. Geniale romanzo, che ha meritatamente aperto la strada del successo al grande autore siciliano.

colibrìVai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 09/10/2011 :  23:43:53  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
...e brava, Colibrì!

Sicuramente dopo tutti i libri che avrai letto in estate, dovremo attenderci....lettere per i nostri denti!


Ophelja

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colibrì
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Inserito - 15/10/2011 :  11:42:11  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a colibrì
Il prossimo racconto è un ricordo di pagine sfogliate sui banchi delle medie. Se l'autore fosse ancora fra noi oggi festeggerebbe il compleanno e spegnerebbe 88 candeline... auguri! :-)

In questa serie di novelle conosciamo uno spaesato in città: passano i giorni, cambiano le stagioni, ma lo stralunato personaggio non riesce a credere che tutt'intorno è cresciuta un'area urbana. Dov'è finita la natura? e la sua semplicità?

Su quei banchi di scuola, noi che stavano per abbandonare l'età e il mondo dei "piccoli" sentivamo un'istintiva simpatia e facevamo il tifo per lui.

Chi è l'autore e come si chiama il protagonista?

colibrìVai a Inizio Pagina

luisa camponesco
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Inserito - 15/10/2011 :  12:40:12  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco
Mi viene da pensare a Italo Calvino e a Marcovaldo.

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colibrì
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Inserito - 23/10/2011 :  18:43:05  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a colibrì
Giusto! Bravissima Luisa, a te la staffetta.

colibrìVai a Inizio Pagina

luisa camponesco
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Inserito - 28/10/2011 :  11:49:14  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco
Il romanzo di cui narro consacrò lo scrittore fra i grandi del ‘900. La noia, la routine quotidiana fu sua ispiratrice e con la fantasia ambientò la vicenda in un paese lontano dimenticato da tutti.
Il suo protagonista rispecchiò questa solitudine e solo la morte, alla fine, gli farà infine scoprire il senso della vita.

Sapete dirmi il nome dello scrittore e di quale romanzo si tratta?

Nota: lo scrittore trovò il suo primo impiego grazie alla bella calligrafia.


Luisa CamponescoVai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 23/11/2011 :  14:48:05  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Non aspetterò trent'anni nell'isolamento di una Fortezza Bastiani - così come fece Giovanni Drogo, il protagonista del romanzo "Il deserto dei tartari" - e proverò a dire che lo scrittore è Dino Buzzati che, con questo romanzo, si consacrò fra i grandi scrittori del Novecento.

Ophelja

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luisa camponesco
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RISPOSTA ESATTAAAA

Adesso la mano passa a te


Luisa CamponescoVai a Inizio Pagina

ophelja
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Inserito - 23/11/2011 :  18:14:18  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja

Anche in questo conosciuto romanzo la storia si svolge in una fortezza dove, a differenza del precedente romanzo, il nostro protagonista - militare di carriera - incontra l'amore.

Ma i colpi di scena si susseguono... Rivolte sanguinose, amicizia tradita, fredde tormente e tormenti d'amore...

Ma il lieto e giusto fine è assicurato.


Chi è l'autore di questo romanzo che morì a causa della gelosia per la bellissima moglie?


Ophelja

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