Elena Fiorentini
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Italy
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Inserito - 08/01/2009 : 11:37:30
Per le vie - sull'autobus 90/91 < E’fastidioso per me salire su un autobus senza riscaldamento nel mese di dicembre, con la condensa sui finestrini, gli abiti che pesano addosso e i piedi che gelano ad ogni apertura delle portiere; nonostante tutto il cuore si riscalda se riesco ancora a girare la testa, non ancora irrigidita dai dolori cervicali,per curiosare intorno oppure seguire con attenzione rumori o parole.
La buona creanza impone di non ficcare il naso negli affari altrui, ma che cosa mi resta da fare? Se leggo, perdo la fermata, questo è certo. Posso continuare a spiare cercando di dimenticare l’umidità che penetra vieppiù nelle ossa oppure posso socchiudere gli occhi per isolarmi dal resto del piccolo mondo che sale e scende dalla filovia. Diedi il permesso a me stessa di ascoltare la ragazza seduta dietro di me. Aveva appena chiuso il telefonino quando questo squillò nuovamente. Rispose in modo garbato: “Ciao, come stai? Come? Sei arrabbiato? Davvero? Vieni a Milano e fermati una settimana, ti ospito io, qui tutto è bellissimo” Mi lasciò perpessa quest'ultima osservazione, meno male che qualcuno ritiene Milano una città bellissima, in quel momento non ero proprio dello stesso parere, perché oltre ai piedi, cominciarono a gelare anche le mani, per il naso, questo lo era gà da tempo. La ragazza aveva una pronuncia meridionale, forse siciliana. Mi è capitato molte volte sentito i dialetti meridionali riuscendo ad identificare il pugliese dal napoletano o dal calabrese. Certo, chi vive a Milano perde un po’ della sua lingua d’origine. Capisco perfettamente le commedie di Eduardo De Filippo trasmesse dalla televisione, ma è molto più problematico sentire la lingua di tutti i giorni. A Napoli stentavo a capire il “buongiorno”. Dalla lettura delle poesie siciliane del XIII sec. a quelle del poeta siciliano che scrive in concerto di sogni, mi sono fatta una certa esperienza. Cerco perciò di cogliere qualche dettaglio grammaticale e mi restano pochi dubbi: la ragazza è siciliana. Parla tuttavia con una dolcezza rara, di un’educazione esemplare, proprio perché spontanea e sincera. E’ una ragazza meravigliosa. Pensai a mio figlio, alle ragazze che vivono a Milano, con molti problemi, con la vita che si complica giorno dopo giorno. Dopo qualche secondo riprese ”Puoi prendere il pulmann la sera e arrivi la mattina dopo. Così ti allontani qualche giorno dai tuoi e ti tornerà il buon umore. Sai, L. è venuta a trovarmi, siamo andate a vedere i negozi, ma che figure! Pensa, ha intinto il panettone nel caffè !” Rise, scandalizzata, ma nemmeno troppo, e continuò. “Milano è stupenda, i negozi addobbati per le feste sono bellissimi, ho visto una borsa di Prada, solo seicento euro, potrebbe essere un regalo di Natale, che dici? ” rise ancora, con una voce che definirei...si potrebbe dire " perfetta"? E’ vero, Milano sotto la pioggia è bellissima, è pulita e brillante per le luci, il buio delle giornate corte diventa un pregio e permette ai negozi di farsi notare. La giovane donna si allontanò verso l’uscita e mi voltai a guardarla. Era di media statura, esile, portava un capellino di feltro morbido molto grazioso, il cappotto di lana,un po' corto, come si ri-usa ora e indossava i guanti: semplicità ed eleganza, la distinguevano nella folla. Non la vidi in volto; pensai solo a come avrei gradito scambiare due chiacchiere con lei. elena fiorentini
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