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Si trovano delle cose veramente interessanti.. come questo testo che ho estratto dalla newsletter di comunicati-net cui sono iscritto..

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Occhio a cosa pubblicate o inviate a giornalisti... evitate che siano cestinati subito! (di Emiliano Cecchi)

Ieri mi sono ritrovato a leggere un interessante argomento pubblicato sulla famosa mailing list Mlist alla quale sono da tempo iscritto. Ho trovato un intervento che ho subito pensato di farvi leggere perchè può aiutare a capire il punto di vista del giornalista (o sito, o servizio tipo il nostro) che riceve i CS che voi producete ed inviate loro. Capirete cosa il giornalista si aspetta di trovare nel vs. CS, come è meglio inviarlo e sorpattutto cosa conviene assolutamente evitare.

L'intervento in questione è ripreso dalla discussione "Il flagello dei comunicati stampa" ed è stato postato da Alessandro Ghezzer su Mlist il 22/03/09.

Nota: ho lasciato il testo così com'è, considerate che si tratta di un intervento in lista e non di un articolo.

Alessando Ghezzer:
"Gestisco un portale turistico che riceve, quasi quotidianamente, comunicati stampa della più disparata natura. Spesso rimango allibito nel constatare il pressapochismo, la sciatteria, se non l'incapacità, di chi manda comunicati. I problemi riguardano forma e sostanza.

Forma: c'è chi ti manda il comunicato in allegato word o pdf, e già questo fa incazzare. Alcuni non mettono neppure l'oggetto nella mail (!), confidando che chi riceve queste mail moleste apra gli allegati alla cieca. Altri ficcano tutti gli indirizzi nel "cc", così si vedono tutti gli altri destinatari, magari centinaia. Questo tipo di messaggi, per quel che mi riguarda, finiscono direttamente nel cestino. A volte nella mail ci sono allegati di vari mega (brochere aziendali o depliant in pdf), altre volte il solo logo aziendale (e chi se ne frega).
Non di rado arriva una spataffiata di fotografie ad altissima risoluzione, che per la pubblicazione sul web servono solo a farti imbufalire per l'intasamento della posta. Le foto, beninteso, sono sempre rigorosamente senza didascalia, di modo che non c'è verso di capire a cosa si riferiscano: magari il mittente ha la pretesa che si telefoni per chiedere che cos'è DSC_008756. Certi mandano comunicati di pagine e pagine, magari con altri 6 o 7 allegati in doc "per spiegare meglio". Come se si avesse tempo, e voglia, di leggere pagine di documenti per capire cosa diavolo vogliono costoro.

Veniamo alla sostanza: ci sono comunicati scritti in modo sgangherato, zeppi di patetici inglesismi (mission, input, work in progress, know how, road map), frasi fatte e luoghi comuni (porre in essere, senza soluzione di continuità, immerso nel verde, natura incontaminata, benessere a 360 gradi) che di regola cestino dopo aver letto poche righe. In altri non si capisce proprio il senso: concetti vaghi, esposti alla rinfusa, a volte in contraddizione tra loro. Mancano anche informazioni essenziali come chi, quando, dove, come e perché. L'unica cosa che si capisce chiaramente è la confusione mentale di chi ha scritto il comunicato.

Per concludere, mi permetto di suggerire alcune regole di base, senza aver la pretesa di insegnare niente a nessuno: è il punto di vista di chi RICEVE comunicati.

1) ficcarsi in testa che la gente non ha tempo da perdere, e si infastidisce non poco quando riceve comunicati poco chiari, prolissi e inconcludenti. Insomma quei comunicati di cui, come direbbero a Roma, "non gliene po' fregà de meno". Ergo, non inviare comunicati a capocchia, il destinatario deve essere scelto con cura: perché se gli rompi le scatole, dopo due o tre comunicati molesti ti mette nello spam e ciao.

2) titolo e sottotitolo devono essere scelti con cura, e devono far capire immediatamente di cosa si tratta. Evitare quindi titoli criptici, e peggio ancora titoli "furbi" per attrarre l'attenzione.

3) utile un "abstract", ovvero il contenuto dell'articolo riassunto in poche righe (5-10)

4) il testo vero e proprio: BREVE, CHIARO e SCRITTO BENE, in buon italiano (no periodi lunghi eterni, occhio alla punteggiatura, no indentature o formattazione strane, peggio ancora a colori). Il testo viene spesso copiato e incollato, meno porcate ci sono dentro e meglio è. Secondo me il testo dovrebbe somigliare stilisticamente ad un articolo giornalistico: va quindi evitata l'enfasi nefasta dei messaggi pubblicitari. Non dovrebbe superare una pagina di lunghezza. Deve essere formattato in paragrafi che racchiudano i concetti principali (a volte arrivano "mattoni" senza neppure una riga di spazio). Si può eventualmente aggiungere, oltre al testo di base, un testo più esteso di approfondimento.

5) allegati: in linea di massima NON inviare allegati; se proprio si è costretti, evitare i pesantissimi pdf. Per i testi evitare il classico doc di Word, e scegliere un formato più unversale possibile, ad esempio l'rtf (rich text format). Le immagini, a meno che non siano espressamente richieste per la stampa di alta qualità, vanno inviate in formato jpg. Se le foto servono per il web, nulla è più irritante di ricevere un tiff da 28 mega! Eventuali gallerie di immagini possono essere messe sul web in varie risoluzioni (usando servizi tipo flickr), indicando nella mail il link per raggiungerle.".

Per concludere, voglio integrarlo con una riflessione postata nella stessa lista dalla Dott.ssa Mirna Pacchetti a chiusura di un suo intervento:

Dott.ssa Mirna Pacchetti:
"... un comunicato stampa deve sempre contenere una notizia, altrimenti per il giornalista è carta straccia. Sembra banale, ma molto spesso ci si dimentica di questo aspetto."


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A me questo articolo è stato utile.. spero possa esserlo anche per qualcuno di voi.

Beppe

   
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