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 Il mondo arabo tra crisi e opportunità
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Roberto Mahlab
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Inserito - 25/08/2013 :  21:46:24  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Egitto e anche Tunisia in rivolta contro i fratelli musulmani, Iraq e Libano nella morsa delle autobomba, Siria in guerra tra regime tirannico, hezbollah e al qaeda che hanno trasformato il paese in un inferno per la popolazione che muore o fugge a milioni, l’Arabia Saudita e gli Emirati che contestano l’atteggiamento dell’occidente ed entrano in gioco direttamente sul terreno con appoggi politici e flussi finanziari e militari. Dal discorso di Obama al Cairo del 2009 e dalle primavere arabe, ci ritroviamo adesso in divisioni etniche e religiose e nell’incubo delle armi chimiche.
Concerto di Sogni ne parla con la dottoressa Dounia Ettaib, consulente di investimenti industriali tra Italia e mondo arabo e presidente dell’associazione Donne Arabe d’Italia. Buongiorno Dounia e benvenuta alla Concerto News System
.

D. : Buongiorno a voi e grazie per lo spazio.
In Tunisia il popolo sta contestando l’integralismo del governo per mantenere la propria laicità e la democrazia conquistata poco a poco a partire dal 1957 quando fu abolita la poligamia e riconosciuti i pari diritti alle donne. In Egitto il popolo ha chiesto all’esercito di difendere la costituzione dal leader dei fratelli musulmani, Mohammed Morsi, che non faceva l’interesse del popolo ma quello di speculatori esteri e oltre a questo tentava di introdurre la sharia come legge sovrana.
In Libia si rischia una guerra civile perché i vari governi si dimettono dopo pochi mesi a causa di disaccordi interni tra le tribù. E poi la Siria in cui ormai purtroppo è un massacro a cielo aperto e non si capisce se è una guerra civile oppure una guerra indotta da varie fazioni integraliste. Quello che l’occidente non comprende è che le maggiori vittime dell’estremismo sono i musulmani stessi e il pericolo è che si ripresenti la stessa situazione che portò all’intervento occidentale in Iraq per deporre Saddam. Il timore maggiore oggi è che al qaeda o hezbollah possano mettere le mani sulle armi chimiche.
Il discorso di Obama portava speranza ma il concetto di democrazia è un’arma a doppio taglio quando si coinvolgono gruppi antidemocratici.

Cds : In Egitto la popolazione è religiosa, ma si è ribellata all’integralismo …

D. : L’occidente ha sempre ritenuto il movimento dei fratelli musulmani come un referente politico e sociale, lo stesso errore si sta facendo con hezbollah, inteso alla nascita come un movimento socialmente utile, ma è sbagliato, come è sbagliato non aver mai investito nella formazione e appoggio alla parte liberale della popolazione e la voragine che si è creata ha permesso a questi gruppi di ricoprire lo spazio vuoto. Non avendo fiducia nello stato, le persone che credevano di essere state da esso abbandonate, si sono riconosciute in questi movimenti, fino a mostrarsi pronte ad uccidere per essi.

Cds : L’occidente sembra muoversi tra indignazione e incomprensione …

D : Non vedo sdegno, ma solo silenzio. L’occidente è troppo preso a risolvere i suoi problemi interni a seguito della crisi economica. Anche le proteste contro l’esercito egiziano si sono mostrate opportunistiche.

Cds : Obama ha quindi sbagliato ?

D. : Ha sbagliato nel discorso del Cairo o forse può essere stata una tattica per tenere fuori gli Stati Uniti dai conflitti. Forse non ci sono più soldi oppure Obama ha lasciato liberi i vari movimenti per verificare se i paesi stessi abbiano la forza di costruire da soli.

Cds : Cosa pensa l’uomo della strada nel mondo arabo?

D. : L’uomo della strada si chiede perché i popoli arabi si fanno la guerra tra di loro e vorrebbe solo poter aprire il suo negozio in pace e in generale non vuole che la religione guidi anche la vita quotidiana, politica e sociale.

Cds : L’informazione in Italia su quanto sta accadendo, è all’altezza? e quali sono le barriere, se non lo è?

D.: No, non lo è mai stata. In Italia si parla sempre di argomenti superficiali e non di quanto succede all’estero, tanto è lontano e chi compone i media pensa che ai lettori o al pubblico non interessi.
La poca informazione è come un muro che si costruisce per chiudersi dentro. Il problema è che per chi è ideologizzato la poca informazione ha come conseguenza che la persona parli di questi argomenti in modo irreale. Per gli altri, non importa oppure non sanno di cosa si parla.
E questa generalizzazione di argomenti produce occasioni mancate per l’Italia nell’area medio orientale.

Cds : il Marocco appare come un’isola di stabilità …

D.: Sì, parlando di primavera araba, la percezione è che in qualsiasi paese in cui si parli l’arabo ci sia la rivoluzione. Non si conosce che a sole due ore e mezza d volo c’è un paese che ha una stabilità politica ed economica da permettere nuovi sbocchi per le imprese italiane in crisi.
Grazie alla politica economica e alla liberalizzazione del mercato, l’economia è in crescita perché esiste il rispetto per il lavoro e l’imprenditoria privata.

Cds : Grazie a Dounia Ettaib per questi aggiornamenti.

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