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 Un best seller per gli alieni
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Roberto Mahlab
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Inserito - 31/07/2011 :  22:55:44  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

"Che strano, sono le nove del mattino e i fiori di portulaca sono ancora chiusi", osservò Cristina, la mia segretaria, braccio destro e sinistro e mente pensante, dando una occhiata al terrazzino dell'ufficio attraverso la grande finestra aperta dalla quale entrava un'aria fresca, con folate gelide, in quello strano luglio autunnale.

"Ieri il cielo era addirittura plumbeo", ribattei io, "all'alba ha iniziato a soffiare un vento insolito anche se fosse stato d'inverno, poi nel pomeriggio si è scatenata una pioggia torrenziale e poi, esattamente alle venti e trentuno di sera, ero seduto sulla tua stessa sedia di fronte al computer, il pavimento ha oscillato per tre volte, il terremoto di oltre il quarto grado che ha colpito questa parte del paese, l'avete sentito anche voi, anche i tuoi angelici bambini?"

"Le voci urlanti di quelli che tu chiami i miei angelici bambini non mi hanno permesso neppure di avvertire il terremoto", mi rispose Cristina, esisteva un contrasto tra di noi, lei non era d'accordo che io definissi angelica in particolare la sua piccola di tre anni, regolarmente coinvolta in risse all'asilo.

"Un'altra stranezza mi è capitata di viverla sabato scorso", la mia voce aveva assunto un tono di concitazione, proprio come quando indicavo a Cristina il mostro verde a forma di piovra che avvolgeva il telefono dell'ufficio, con i tentacoli gelatinosi e melmosi che ricadevano fino a terra, la mia segretaria insisteva che l'essere fosse il parto della mia fantasia da scrittore dilettante e rifiutava di ammetterne non solo l'esistenza, ma anche la visibilità.
"Ero sul Piz Nair", continuai, "a 3056 metri e nevicava, sul sentiero della discesa ho incrociato una marmotta che metteva il musetto fuori dalla tana e osservava meravigliata il manto bianco di fine luglio. Ho condiviso con lei la stupefazione e ho iniziato un discorso sul fatto che non esistevano più le stagioni di una volta. La marmotta assentiva, almeno così mi era parso di cogliere quando scosse la testolina al fischio che proveniva da dietro una roccia e corse di nuovo dentro la galleria scavata sotto terra".
"Il fischio proveniva da altre marmotte che hanno avvisato la tua marmotta che un essere che non era una marmotta si avvicinava, ecco perché è rientrata nella sua tana", mi rispose spazientita Cristina. A volte io penso che le donne corrano troppo di fantasia, la mia versione mi era parsa assai verosimile invece.

"D'accordo", insistetti con voce lugubre, tipo le presentazioni che faceva Alfred Hitchock ai suoi gialli, "puoi venire un attimo sul terrazzino? Ecco, guarda, il gelsomino sta rifiorendo per la seconda volta, guarda che bel fiore bianco, come se avvertisse l'arrivo di una seconda primavera, dopo il nuovo inverno iniziato nei giorni scorsi, mentre era già fiorito due mesi fa, all'inizio della reale primavera e adesso dovremmo, in teoria, essere in estate e non dovrebbe rifiorire", e mentre lo dicevo mi strofinavo le braccia con le palme delle mani, per riscaldarmi.

"Ti stai inventando la trama di un tuo nuovo racconto dell'orrore?", rise Cristina. Ma io non risi e le chiesi :"senti, la portulaca si sta aprendo, la fotografiamo con il cellulare?". "Ma non sei capace", mi ricordò lei. Ci provai e scattai e divenni pallido appena vidi sul display del cellulare quanto era stato impresso, "un disco bianco sullo sfondo nero! Come è possibile?". "Dai qui, fammi vedere", esclamò esasperata Cristina, "ma come hai fatto a sbagliare una foto così facile, a che cosa hai puntato?", mi chiese incredula osservando l'immagine sfocata. "Io non credo di avere sbagliato, credo di aver scattato nell'attimo in cui...", "va bene, la faccio io", mi interruppe e scattò e l'immagine stavolta fu una nitida e colorata portulaca. "Aspetta che cancello il tuo scatto, così la memoria si libera", aggiunse. "No! Hai cancellato la prova!", tentai di fermarla, inutilmente.

"Che ti prende adesso?", mi domandò Cristina vedendomi poco dopo accasciato sulla scrivania. "L'inverno in estate, il terremoto, la portulaca che non apre, la foto di un disco bianco, mancano poche ore a mezzanotte, come minimo, per finire queste drammatiche giornate, sbarcheranno gli alieni", mormorai affranto. "Bene, ecco che il tuo racconto ha trovato una fine, lo scrivi stasera?", mi canzonò Cristina. Non risposi.

"Be', che ti prende, il tuo volto si è rabbuiato, che ti stai inventando?", riprese guardandomi con la solita ironia.
"E a che serve che io lo scriva?, dimmi, chi lo leggerà se a mezzanotte il pianeta non esisterà più perché sarà stato distrutto dagli alieni?", mi rivolsi a lei con sguardo implorante e in cerca di conforto.

"Oh, il problema non c'è", rispose Cristina con tono di ovvietà, "il tuo racconto lo leggeranno gli alieni, sarà un best seller!", e proruppe in una allegra risata.
"Ma certo!, esclamai, "lo scriverò per loro!".

Il mattino dopo, il mondo esisteva ancora, il mio racconto, questo racconto, era stato scritto e non avrebbe avuto più del solito numero di lettori, "non diventerà un best seller" sospirai. Preparai il tè alla solita maniera dell'oriente, prima l'acqua nel bollitore, poi le foglie nella teiera, poi l'acqua bollente nella teiera, aiuto con un cucchiaino le foglie di tè a cedere il loro aroma all'acqua, poi poso la teiera sopra il bollitore e attendo qualche minuto affinché il contenuto raggiunga la temperatura ottimale. Apro la credenza, prendo piattino e tazzina, verso la miscela dalla teiera nella tazzina, poi aggiungo un poco di acqua dal bollitore affinché il té non sia troppo scuro, metto tre cucchiai di zucchero, con la tazzina in mano mi avvicino al tavolo della cucina, all'improvviso mi scivola dalle mani e si sbriciola in mille pezzi... come, nello stesso istante, l'intero pianeta.

Pagina culturale della Gazzetta Interplanetaria di Alfa Centauri - 100 anni dopo

E' ormai da decenni che in cima alle classifiche di vendita della nostra costellazione si trova 'Un best seller per gli alieni', scritto un secolo fa da Roberto Mahlab, che previde addirittura la nostra invasione e la fine del pianeta Terra. Centinaia di milioni di lettori dei nostri mondi e i loro figli e i figli dei loro figli continuano a leggere e a commentare un volume che ha avuto migliaia di ristampe. L'obiettivo dello scrittore, di lasciare ai popoli dell'universo un best seller per gli alieni, è stato pienamente raggiunto. Se avessimo saputo che il pianeta che abbiamo distrutto conteneva segni di vita intelligente, come poi appurato, forse la nostra invasione avrebbe avuto forme diverse e avremmo trattato diversamente la popolazione. Dovunque l'autore si trovi in questo momento, sarebbe certo felice di saperlo".


"...il tuo racconto lo leggeranno gli alieni, sarà un best seller...", gli aveva detto Cristina, scherzando e non immaginando che la sua ironia sarebbe divenuta realtà... ma dovunque egli fosse adesso, avrebbe avuto ugualmente un cruccio, di non poter firmare le dediche che i milioni di lettori che affollavano le librerie della galassia gli avrebbero certamente domandato.

Roberto Mahlab - I racconti dell'ufficio

   
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