Concerto di Sogni
Main sponsor: Ideal Gomma Sport Sas
Think and Make It!

Remember Nassiriya : Appendete una bandiera ai vostri monitor Concert of the World: English Version



 Home   Elenco Autori   Forum:Elenco Argomenti   Eventi attuali e storici    Le prime pagine   Link  
Utente:
 
Password:
 
Salva password Dimenticata la password?
 
 tutti i Forum
 2 Film, Spettacoli e libri, Arte
 "La pazienza della pietra" di Sara Shilo
 Versione per la stampa  
Autore Tema Precedente Tema Tema Successivo  
Roberto Mahlab
Amministratore



2852 Inseriti
296 Gold
2457 Punti Rep.
Inserito - 15/05/2008 :  16:52:27  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

Saranno stati i tiepidi raggi di sole primaverile dopo un inverno tra i più rigidi degli ultimi anni, oppure l'aria tersa grazie al vento leggero dalle montagne, o forse la fresca e accogliente pietra chiara degli edifici attorno all'università, o più probabilmente il profumo delizioso del risotto allo zafferano preparato con arte nel piccolo ristorantino milanese dove ci siamo accomodati, e quella che avrebbe dovuto essere una intervista con Sara Shilo, la scrittrice israeliana che aveva appena presentato, accompagnata dal simpatico marito Avner, l'edizione italiana del suo romanzo alla fiera del libro di Torino, si è tramutata in una amichevole chiacchierata su tanti argomenti letterari e di storia contemporanea.

Sara Shilo è l'autrice di :"La pazienza della pietra", edito dalla Giuntina con traduzione di Shulim Vogelmann, un libro che descrive animi condizionati dal puro presente, è il racconto delle vicende dei tanti componenti della famiglia Dadon, persone comuni di Israele che si ritrovano all'improvviso a doversi confrontare con la perdita del marito e padre dei protagonisti. La scrittrice disegna quasi come con pennarelli colorati su un una tela i pensieri e gli atti della moglie e dei sei figli di diverse età, introducendo il lettore nei loro animi e facendoli esprimere, nell’edizione in lingua originale, in un ebraico appositamente povero di termini, mantenendo così una assoluta corrispondenza tra i personaggi e il loro modo popolare di comunicare. Un romanzo di genere neorealista, arguto, preciso e ricco di un'ironia naturale, ogni capitolo costruito magistralmente attorno ad uno dei protagonisti, con abili tratti per presentare il protagonista del capitolo successivo.

Le vicende della famiglia sono a loro volta condizionate dai missili che cadono da oltre confine, i personaggi non solo devono affrontare le difficoltà di inserimento e di progresso nella società, ma devono anche sopportare la consapevolezza che ogni loro progetto per il futuro potrebbe risultare pietrificato e modificato da una situazione esterna sulla quale non hanno controllo, le loro menti possono solo elaborare ingegnosi, quanto improbabili, piani per difendersi dagli attacchi dei terroristi o per evadere dall'obbligo di ripararsi nei rifugi quando i missili cadono. La famiglia è il fulcro del romanzo di Sara Shilo, sia per i valori che la tengono unita, sia per le speranze che ognuno dei suoi componenti mantiene di poter ritagliarsi una identità personale separata dalla forzata comunione.

I genitori della scrittrice provengono dalla Siria e dall'Iraq, paesi da cui gli ebrei hanno dovuto fuggire privati di tutto dai regimi tirannici e antisemiti, per approdare infine alla libertà di Israele. Sara racconta come il padre avesse iniziato subito a lavorare duramente, fino a raggiungere il benessere economico, eppure la scrittrice ricorda come fosse per lei difficile il confronto a scuola con i figli di genitori da più tempo radicati nel paese e che operavano in arti liberali, avvocati, funzionari governativi di origine europea. Le domando se i caratteri rappresentati nel suo romanzo, una famiglia ebraica di provenienza da un paese arabo che lotta giorno per giorno contro le difficoltà della vita quotidiana, la fatica di garantirsi un impiego, i sudati risparmi per comprare una casa, siano l'eco delle difficoltà di inserimento degli ebrei di origine orientale in Israele. Sara lo conferma, la descrizione della grandezza d'animo, della ricchezza interiore dei personaggi vuole proprio dimostare che non si deve essere necessariamente intellettuali per essere intelligenti e profondi. Ci balzano alla mente evidenti le somiglianze con la storia d'Italia, la migrazione delle popolazioni dal sud al nord, le difficoltà di inserimento e infine il successo, i valori familiari e il duro lavoro.

Faccio notare a Sara come si rimarca però una differenza tra l'Europa in pace e Israele in guerra, le giovani generazioni che da noi vivono nella serenità anelano a ricerche nuove, di allontanamento e a volte di annullamento della famiglia, mentre in Israele la guerra non permette neppure per un attimo la totale evasione dalla realtà e di conseguenza impedisce la scelta definitiva di rottura con le tradizioni che rimangono il tratto unitario delle tante diverse origini che compongono il mosaico degli abitanti paese. Uno spirito più vicino a quello del melting pot americano, in cui cento origini diverse si adoperano per arricchire la società con quanto ciascuna di esse può generosamente offrire, ondata dopo ondata di immigrazione.

Una mattina del luglio del 2006, Sara e il marito stavano tornando dalle spese al supermercato nella cittadina di Kfar Vradim, a qualche chilometro dal confine libanese. Furono sorpresi di udire a poca distanza improvvisi scoppi di bombe, erano i terroristi di hezbollah che iniziavano l'attacco mortale che precipitò la guerra, gli elicotteri israeliani volteggiavano in cielo e Sara e Avner ebbero l'informazione del significato delle esplosioni di cui erano stati testimoni accendendo il televisore una volta rientrati a casa. Ben presto le centinaia di missili sul nord di Israele costrinsero le autorità a spostare la popolazione verso il centro del paese, rifugiati nella loro stessa nazione, Sara racconta come la guerra sia la fine della programmazione di una vita normale, persino il pensiero se mandare il figlio alla scuola guida della vicina Naharia si trasformava in un dubbio irrisolvibile. Sara si ritrovò a vivere di nuovo l'incubo sofferto a Maalot, la cittadina del sud di Israele dove abitava nel 1976, l'anno della strage dei ragazzi della scuola della città da parte dei terroristi palestinesi.


Cinque anni ha impiegato Sara a scrivere il libro, incoraggiata da David Grossman, il grande scrittore israeliano che perse il figlio nel corso della guerra del 2006 e che ha sempre visto nella fatica di Sara un grande evento letterario. Chiedo al gentilissimo e sorridente Avner come lui e i figli hanno accolto la grande notorietà della scrittrice, le vendite da best seller e poi l'invito alla fiera del libro di Torino per la presentazione della versione italiana. Avner sorride raggiante, narra di essere sempre stato vicino a Sara con entusiasmo e poi dello stupore dei figli alle prime telefonate di complimenti e la loro gioia alla notizia dei premi letterari e alla consacrazione della madre come una delle grandi scrittrici israeliane.

Alla fine del risotto, scopriamo le comuni radici delle famiglie di origine dall'Iraq, enumeriamo i deliziosi piatti della cucina mediorientale, le polpettine del cubba, il burbul, la salsa di melanzane. Parliamo di cugini e cognati, le provenienze così varie da colorare la mappa del Mediterraneo, dibattiamo di religione e di tradizione, delle miriadi di opinioni diverse che rendono la società israeliana e ebraica così capaci di critica e di autocritica, ammiriamo le splendide parole del presidente italiano Giorgio Napolitano all'inaugurazione della fiera del libro di Torino della quale Israele e i suoi scrittori erano gli ospiti d'onore, rimarchiamo l'umorismo con il quale comunque gli scrittori di ambiente ebraico dipongono i drammi più commoventi, umorismo che pervade anche il romanzo di Sara, sullo sfondo, come i missili, per tentare di vivere normalmente, nonostante tutto.

Sara Shilo prosegue il suo viaggio in Italia in questi giorni per presentare in diverse città del nostro paese il suo libro, come proseguono incessanti gli attacchi missilistici contro Israele, sempre più letali, giorno dopo giorno, E in sottofondo lo sfregio all'umanità operato dai centri sociali italiani nel corteo antisemita di Torino.

Sorridevamo al pensiero che mentre quelli sfilavano nelle vie gridando la volontà di bruciare i libri, noi ci inebriavamo nel sapore un delizioso risotto allo zafferano attorno ad un tavolo di una bella Milano di primavera, gustandoceli, gli stessi libri.

Roberto Mahlab

   
Clicca qui per la scheda generale dell'autore
Altri testi dello stesso autore
Tema Incorniciato Segmenti 
Tema La guerra al terrorismo - anno terzo 
Tema Alice , nuova iscritta
Tema La pace dei cuori
Tema Concertiade (Troy)
Tema Incorniciato Grazie amico 
Tema Incorniciato Il mutante zelante 
Tema "Milano-Bagdad" di Stefano Dambruoso
Tema Incorniciato I brividi di concerto/"X-Phones" 
Tema Incorniciato Serata letteraria
Tema Incorniciato Gli ischiocrurali in testa 
Tema Concerto news - rassegna stampa "Incontro ad Anfo"
Tema Incorniciato I quarantanove cucchiaini
Tema Stretto bollente - Il tifone Rananim 
Tema Gli equilibri della giungla 
Tema Vecchioni e Deborah Fait
Tema Il testamento di Oriana
Tema 30 anni in 1 secondo
Tema Godsend
Tema Dopo tante insistenze.. 
-----------------------------------------
Vai a:

Pagina Caricata in :3,41
Imposta come tua pagina di avvio aggiungi ai favoriti Privacy Segnala Errori © 2001-2021 Concerto di Sogni - B.A. & R.M MaxWebPortal Snitz Forums Go To Top Of Page