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 Una manciata di stelle
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luisa camponesco
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Inserito - 19/12/2007 :  19:45:51  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco


Una manciata di stelle

Sognare non costa nulla, tanto vale sognare in grande. Questa frase la ricordava bene, suo padre gliela ripeteva spesso, fantasticare era un dono di famiglia ma tornare alla realtà lasciava un sapore amaro.
Ogni Natale le regalavano un libro di fiabe, li leggeva in un fiato, La piccola Dorrit, La pastorella e lo spazzacamino, Il principe e il povero e molti altri.
- Meglio un libro in più e un vestito di meno. La cultura è importante, chi è colto sa parlare, sa scrivere, insomma non lo fanno fesso.
Elisa crebbe pensando che suo padre fosse l’uomo più saggio del mondo. Però il confronto con le amiche, ben vestite, ben pettinate, ben truccate, le provocava un senso di disagio, ma subito si riprendeva dicendo a sé stessa: Io ho qualcosa che loro non hanno ed è tutta qui nella mia testa!
Questo fatto la consolava, ma non per molto.

Poi gli anni passano, e le cose che sembravano così importanti da bambina si superano, anche se rimangono granelli di ricordi.
- Non ho un vestito decente, quasi, quasi non vado alla festa.
- Da quando sei diventata vanitosa? – sua madre la guardava con aria severa. – I tuoi vestiti non hanno nulla che non và. Ti stai montando la testa!
Sua madre non era cattiva, ma aveva faticato non poco a tirar su la famiglia, a far quadrare i conti di casa in particolare dopo la morte del marito. Inoltre la stava facendo studiare e le spese universitarie erano particolarmente pesanti. Elisa era consapevole, per questo motivo non chiedeva mai nulla.
- Cosa c’è bambina? – Per la nonna era rimasta una bambina.
- Sono triste!
- Alla tua età? E poi, cosa ci può essere di così grave?
Elisa le raccontò della festa e del vestito.
- Voglio farti vedere una cosa!
La nonna portò la ragazza sul balcone, era una calda sera di giugno.
- Guarda Elisa! – indicò il cielo. – Le vedi? Allora ricorda, quando ti sentirai malinconica e sola, guarda in alto, io ti manderò una manciata di stelle.
- Grazie nonna ma questo non mi risolve il problema del vestito.
- Ragazza di poca fede, ora vai a letto, domani rivedrai il sole.
La nonna, quanto bene le voleva, aveva ereditato da lei la fantasia e la capacità di sognare ed anche lo scarso senso pratico.
Quella notte dormì poco pensando a come evitare l’invito a quella festa. Il sonno, anche se agitato, ebbe il sopravvento, ma al mattino le cose si ripresentano esattamente come il giorno prima.
Una colazione veloce e poi via all’archivio di Stato per completare le ricerche storiche della sua tesi di laurea.
L’auletta era silenziosa come sempre, il signor Carlo le andò incontro.
- Le porto subito il faldone signorina. Questa è l’ultima volta?
- Si signor Carlo grazie al cielo ho finito, almeno la raccolta del materiale.
- Lo sa che ci mancherà! Lo dicevo anche al direttore, con oggi sono sei mesi che viene qui.
Sei mesi, sei mesi di ricerche per un tesi che probabilmente non avrebbe letto nessuno. Ma aveva conosciuto gente nuova, laureandi come lei e aveva conosciuto Diego. La festa era proprio in suo onore, laureato con il massimo dei voti.
- Allora Elisa hai deciso? – Patrizia De Santis, Pat per gli amici si sedette accanto.
- Te lo faccio sapere stasera. – e poi si immerse nella lettura dei documenti sperando di non mostrare il suo imbarazzo.
Fu solo più tardi quando mise le mani in tasca in cerca delle chiavi di casa che trovò la busta. Incuriosita la aprì, all’inizio sperò in messaggio di Diego, invece conteneva denaro, non moltissimo ma quanta bastava per acquistare l’abito che le piaceva. Chi poteva aver fatto una cosa simile? Sua madre? Escluso, non rimaneva che la nonna.
- Non posso accettare nonna! Questo è l’affitto del tuo magazzino hai bisogno di questo denaro.
- Mia cara io sono vecchia, non ho più molte esigenze, comperati quel vestito, mi farai felice.

La festa stava entrando nel vivo, tra brindisi e pasticcini, ma si rivelava alquanto deludente. Poi senti quella frase.
- Perché hai invitato Elisa? Io quella non ce la volevo.
Non poteva sbagliare quella era la voce di Diego, di quel Diego verso il quale nutriva un segreto sentimento.
- Ma cos’ha che non va? – chiese Pat – E’ una ragazza per bene.
- Lascia perdere Pat, proprio non vuoi capire.
Diego si diresse verso il buffet lasciando Patrizia da sola. Elisa con il volto in fiamme cercò un modo dignitoso per lasciare quella casa.
Patrizia prese per buone le sue motivazioni ed Elisa se ne andò correndo. Si sentiva umiliata ma non disse nulla soprattutto alla nonna, anzi descrisse la festa e raccontò quanto si fosse divertita. Ma nella sua camera, davanti allo specchio si vide con occhi diversi. Il vestito era bello ma indossato da lei, grassoccia com’era non faceva nessun effetto. Fu allora che prese la decisione.
Si recò dal suo medico, ed espose il problema.
- Segui scrupolosamente le prescrizioni e fatti vedere da me alla fine di ogni mese.

Una farfalla uscita dalla crisalide, ecco cosa divenne Elisa e, mesi dopo quando discusse la tesi i suoi compagni quasi non la riconobbero.
- Come sei cambiata Elisa. – Patrizia la abbracciò mentre Diego se la mangiava con gli occhi.

Com’è strana la vita, ti dà e ti toglie in continuazione, aveva ritrovato la sua bellezza ma la nonna se n’era andata, lasciandole un gran vuoto. Solo alla sera, quando sedeva sul balcone e guardava il cielo ricordava le sue parole e soprattutto le sue promesse.

Un amico di famiglia le trovò un buon impiego, poi con la sua laurea avrebbe fatto carriera, ma non successe. Il suo posto era ambito da altri che contavano sulla sua poca esperienza e buona fede. Le resero la vita impossibile. Fu costretta ad andarsene, cercare un altro lavoro e non era più giovanissima.
Che grande scuola fu quella! Imparò una cosa importante : non metterti mai contro i potenti se non hai una buona mano da giocare.
Elisa imparava in fretta e certi fatti non accaddero più, per lo meno sul lavoro, ma in amore era tutta un’ altra cosa. Un giorno si confidò con Patrizia che le era rimasta amica.
- Non capisco Pat, mi piacciono solo gli uomini sbagliati. Forse sono io che ho qualcosa che non va!
- Perché a noi donne piacciono mascalzoni. – rispose Patrizia che era felicemente sposata ed in attesa del secondo figlio. – A proposito Elisa sai chi mi chiede spesso di te!Indovina! Diego Saleri, si, proprio lui, pelato e con pancetta, dovresti vederlo che bellezza.
Risero di gusto le due donne che, davanti ad una tazza di cioccolato spettegolarono un po’ su tutti.

Chissà perché, compiuti i quarant’anni, il tempo sembra volare. Elisa se ne accorse una mattina guardandosi allo specchio, quei fili bianchi fra i capelli, quelle rughette attorno agli occhi, e facendo il bilancio della sua esistenza si accorse di essere in rosso.
Aveva realizzato molte cose, una bella casa, un lavoro gratificante, una carriera in ascesa, ma la sua vita privata era rimasta al palo di partenza.
- Brava Elisa! – disse a sé stessa ad alta voce. – sei una donna in carriera e un fallimento nello stesso tempo.
- Ce l’hai con me? – dalla camera da letto giunse la voce flebile di sua madre, ottantenne e malata
- Tranquilla mamma, ce l’ho solo con me.
Fu proprio per quel sottile senso di smarrimento che si legò sentimentalmente a Ruggero.

Ruggero, colto e brillante, l’aveva sedotta con il suo modo di fare. Si erano incontrati una sera in casa di Patrizia, lui era il capo di suo marito. Che bella serata, Elisa tornò a casa frastornata e non riuscì a chiudere occhio.
Non lo vide per parecchio tempo poi, una sera, se lo trovò davanti al portone di casa. Incominciarono ad uscire, teatro, cinema e cena in ristoranti alla moda. Ad Elisa pareva di toccare il cielo con un dito. Ne parlò anche con Patrizia, ma l’amica rimaneva seria.
- Occhi aperti Elisa, non lo conosco così bene, e per mio marito è solo un socio in affari….
- Ti prego Pat non dirmi questa cosa, quest’uomo per me rappresenta l’ultima oasi prima del deserto.
Patrizia le mise una mano sulla spalla.
- Te lo auguro Elisa, te lo auguro di cuore.

Nei mesi successivi Elisa evitò di frequentare Patrizia. Cosa ne sapeva lei, sposata con figli, della solitudine di una donna. Un amore riempie la vita a qualsiasi età e lei era ancora piacente, con tanta voglia di vivere, anche se, in un angolo della sua mente, una vocina insistente la metteva in guardia.

Il periodo successivo fu alquanto strano, Ruggero era sempre affettuoso ma meno passionale.
- Stiamo diventando una vecchia coppia - si ritrovò a pensare, poi gli incontri incominciarono a diradarsi.
- Scusa Elisa, mi spiace per stasera, ma ho un impegno imprevisto. Sto partendo per Milano ci vedremo la prossima settimana mi farò perdonare lo prometto.
Guardò la cornetta ormai muta, delusa ma, pronta a giustificarlo. Non se la sentiva quella sera a restare sola, chiamò Patrizia, aveva voglia di vedere un volto amico.
Dopo il primo istante di imbarazzo, Pat ed Elisa si abbracciarono, ma nessuno delle due toccò l’argomento “Ruggero”.

La settimana passò ma dell’uomo nessuna notizia ed ancora Elisa si aggrappava alla speranza, il telefono non squillava ma non osava chiedere notizie di Ruggero al marito di Patrizia. Temeva la risposta.
E il tempo passava, Elisa non dormiva più, non mangiava, si stordiva col lavoro, ormai era evidente che Ruggero non si sarebbe più fatto sentire, doveva farsene una ragione, poi si fece coraggio.
Il bar era come lo ricordava ai tempi dell’università, anche l’arredamento era rimasto lo stesso. Si era seduta al solito tavolino, quello con vista sulla strada.
- Eccomi sono qui! – Patrizia raggiante e….in attesa del terzo figlio. Scusa il ritardo ma ho voluto ritirare le analisi dal laboratorio non potevo aspettare, sai un figlio a questa età!
- Allora? – chiese Elisa ansiosa.
- Allora tutto beneeee!!!
Festeggiarono la bella notizia e dopo un po’ Elisa affrontò l’argomento.
- Pat, siamo amiche da troppo tempo perché possiamo mentirci, per cui se sai qualcosa di Ruggero ti prego di dirmela.
- Mah, mah !
- Sono abbastanza forte per sopportare qualsiasi notizia.
L’amica attese prima di rispondere.
- E’ con una modella brasiliana. Sono insieme da anni, si lasciano e si riprendono in continuazione. Lei va in giro per il mondo, lo lascia e poi fa un fischio e lui corre come un cagnolino. Mi spiace Elisa ma l’ho saputo da poco anch’io, credimi in caso contrario ti avrei avvertita subito.
- Grazie! – non aggiunse altro, anzi cambiò completamente discorso.

La vita prese una piega diversa, dopo la morte di sua madre, si comprò un appartamento al mare, che pareva fatto su misura per lei, lo arredò con cura e vi passò ogni fine settimana. Si ritagliò degli spazi, curò nuovi interessi e si fece nuovi amici, insomma ricominciò da capo.
Era ancora corteggiata, ma declinava con garbo ogni invito in tal senso.
Elisa si scoprì più forte di quel che pensava, le piaceva la tranquillità e godere delle cose di ogni giorno.

Non poteva certo rifiutare l’invito di Patrizia al battesimo del terzo figlio, anche perché era la madrina.
L’amica aveva voluto un rinfresco alla grande.
- Questo figlio è l’ultimo della serie, bisogna festeggiare.
Leggermente arrotondata nelle forme, Elisa faticava a riconoscere in lei la ragazza di un tempo.
- Salve Elisa, ti trovo benissimo!
L’uomo, piuttosto stempiato e soprappeso, le porse un bicchiere di spumante.
- Non ti ricordi più di me, vero?
In effetti per quanto si sforzasse…. Poi improvvisamente un flash.
- Diego? Diego Saleri?
- Confesso sono proprio io!
- Ne è passato di tempo! – esclamò Elisa avvicinando il suo bicchiere a quello di Diego.
- Sai! – continuò Diego. – Io e Pat siamo rimasti in contatto e….chiedevo sempre tue notizie.
- Ahhhh vi siete incontrati finalmente! – Patrizia li aveva raggiunti e brindò con loro.
La festa volgeva al termine, Elisa salutò Patrizia e baciò i bambini.
- Elisa! – Diego la tratteneva per un braccio. – Oh scusami, volevo solo chiederti se posso…..rivederti.
Provò tenerezza verso l’uomo che era stato un tempo il suo primo amore.
- Certo Diego, molto volentieri.

Si sentiva leggera rientrando a casa, poi notò il led rosso della segreteria telefonica. Ascoltò il messaggio. La voce di Ruggero pareva venire da un altro mondo.
- Ciao Elisa, come stai? È da tanto che volevo chiamarti ma non trovavo il coraggio. Tu sei l’unica donna che merita di essere amata, ti prego dammi un’altra possibilità, te lo giuro questa volta sarà diverso….
- Troppo tardi. – disse ad alta voce cancellando il messaggio.
Un senso di fastidio la prese all’improvviso. Se ci fosse stata ancora la nonna, lei le avrebbe suggerito cosa fare.
Andò sul balcone, si appoggiò al davanzale. Era una notte serena e la brezza leggera come un sospiro lontano, poi guardò il cielo sempre più buio e il suo sguardo si perse ….in una manciata di stelle.












Luisa Camponesco

   
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