Arte a Milano
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A Milano si fa un gran parlare di arte e di esposizioni, commentando con parole mordaci e sorrisetti ironici, oppure con una difesa ad oltranza delle opere esposte. Intanto a primavera ci sono andate di mezzo le povere mucche colorate, che sono state imbrattate, trascinate dai tram, gettate a terra. Hanno tenuto banco sui giornali, nei forum di internet da primavera fino a questa strana estate, facendo dimenticare i problemi ben più gravi della nostra città, ma segni indiscutibili di un certo disagio.

Milano sta scivolando pericolosamente nel degrado e questo lo si nota dal mancato intervento delle forze dell’ordine o semplicemente da interventi del Comune davanti a fatti di teppismo.
Non so se la parola teppismo con i suoi derivati teppa e teppista è entrata a fare parte della lingua italiana, tuttavia rende al massimo ciò che siamo costretti a subire ogni giorno.

Il Generale Missori

E’ di oggi l’ultima offesa subita dai Milanesi. Si tratta della statua del generale Missori, che da secoli è dritto e fiero sul suo cavallo stanco in piazza Missori a pochi passi dalla piazza del Duomo.

Le mucche itineranti

C’era stata la devastazione delle mucche dipinte, che hanno fatto il giro delle più importanti città del mondo, senza subire danni, per arrivare a Milano a farsi conciare per le feste e umiliare.

Un celebre artista colombiano: Botero

Anche una delle grandi statue in bronzo di Botero, il pittore e scultore colombiano che ha esposto le sue statue a Milano è stata sfregiata, pare dal solito BROS. .
E’ già stato quantificato un danno di €2.000, ma il nostro assessore alla cultura, tutto gongolante perché si sta parlando di lui e perchè ora fa anche del cinema, ha detto che lascerà tutto così, perché si tratta di “arte su arte” .
Botero è indignato, non si apettava questa a Milano. Da anni vedo giganteschi manifesti delle grasse e allegre donne di Botero campeggiare nelle pubblicità delle mostre che si tengono a Lugano, ma i Milanesi si sentono forse più intelligenti.

Fame e...abbondanza

E’ da qualche anno che si parla della grande miseria che incombe su Milano. Non si parla di extracomunitari, si parla di abitanti della città, che qui hanno lavorato e ottenuto la pensione. Si tratta di persone che devono scegliere tra l’affitto e il cibo.

Osservai già qualche anno fa, passando davanti al Pane Quotidiano di via Tibaldi, un piccolo esercito di donne e uomini con i capelli bianchi, con gli abiti laceri, piegati in due a ricevere pane e companatico. Si allontanavano con il capo basso, umiliati per la miseria sempre più pressante, il prezioso sacchetto in mano.

La gloriosa e antica istituzione ha aumentato i punti di distribuzione, infatti non sono solo i poveri tradizionali, i senza dimora, con problemi di alcool, droga, fuggiti dalle loro case, ma anche giovanissimi: papà, mamma, bambino, ognuno con il suo pacchetto in mano almeno una o due volte alla settimana.

I ciccioni di Botero sembrano una sfida:
"...una dichiarazione di guerra alla miseria, un inno all'ottimismo, uno sberleffo alla fame..."
almeno così mi piace leggere le sue opere.