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 C'era una volta in America, anzi a Livorno...
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emofione
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Inserito - 08/04/2004 :  18:33:30  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a emofione
C'era una volta in America, anzi a Livorno...

C’era una volta Robert De Niro, che recitava magistralmente, anzi che probabilmente viveva in una sorta di trans che rendeva il tutto così reale, così profondo, da far accapponare la pelle.
E c’ero io, paragone assolutamente irriverente ma solo casuale, perché me ne stavo sotto una coperta, al calduccio del mio letto ad una piazza in mezzo, nella mia casa di Livorno, in una Domenica di quelle uggiose, a guardare la pellicola, corrosa dal tempo e proprio per questo ancora più vissuta, più bella.
Quella musica, la colonna sonora più struggente che abbia mai avuto modo di ascoltare, che accompagnava l’intero film, a tratti lento, ma volutamente tale. Perché dava il modo di riflettere, di cogliere quelle sfumature che una pellicola moderna spesso non è in grado di regalare. O non ha interesse a farlo.
Storie di povertà, storie di mafia, storie di italiani emigrati ed immigrati, che cercavano di farsi spazio nell’America del proibizionismo e delle profonde spaccature sociali, un po’ come quelli che sbarcano a Brindisi, di questi tempi, sperando di ricostruirsi una vita nella ricca Italia, e poi magari, di fronte alla dura realtà, si confondono (solo alcuni di loro per fortuna) nei meandri dei vari traffici illeciti del bel Paese.
L’avevo già visto questo capolavoro, per fortuna i miei genitori, quando ero bambino, non avevano ritenuto i contenuti del film così violenti e forti da impedirmi di seguirlo in TV.
Per inciso, ovviamente, la scena che il sottoscritto, forse tarato dalla nascita, ricordava con più nitidezza, era quella del ragazzino che porta il dolcetto ad una giovane per riceverne in cambio un momento di passione, forse solo di sesso, ma che poi, giunto sulla porta, aspettando il suo turno, non riesce a non fagocitare l’intera pasta rinunciando così all’amore in cambio di una ghiottoneria che non si sarebbe mai potuto permettere nel menage quotidiano.
E poi storie di uomini d’onore o presunti tali, di fedeltà assoluta e di un’amicizia che va oltre a tutto il resto, almeno da parte di De Niro, che supera di gran lunga la bramosia per il denaro, per la bella vita, addirittura per gli amori, per il suo grande amore.
Be’, quella musica, ho già avuto modo di sottolinearlo in un racconto di qualche tempo fa, mi accompagna spesso nel momento dello stretching, nella fase del relax, dopo lo stress fisico dell’ora di palestra, nel caso di ieri sera dopo la seduta di una sorta di ginnastica pugilistica ritmata.
Ed ogni volta, è più forte di me, un brivido intenso, un’energia particolarissima e sublime, mi attraversano la spina dorsale, donandomi, seppur fugacemente, nell’immediato, quel senso di pace, di serenità, che inseguo senza raggiungere pressappoco dai tempi del Liceo.
Io dico che se un film, se un libro, se una musica, se uno spettacolo teatrale, se un quadro, se una qualsiasi opera, se una persona riescono a darti quella vibrazione, allora, bè, allora, hai trovato il tuo mondo, hai trovato te stesso, magari solo per una attimo, ed il perché di tutto quello che ci gravita intorno.
Dirò di più: la prossima sfortunata ammaliatrice che riuscirà a sfiorare quel nervo interno lungo la schiena, che lo farà vibrare davvero, intensamente, dovrà sorbirsi la mia dichiarazione d’amore incondizionato ed eterno.
Forse…
Evviva le passioni intense insomma, di qualsiasi genere e forma, che si spengono, si sa, che bruciano velocemente ahinoi, ma che danno un senso a tutto il resto.
Che poi, prima o poi la fiaccola olimpica la trovano tutti no...?


   
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