luisa camponesco
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Italy
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Inserito - 22/12/2003 : 18:40:51
Era un settembre caldo e non solo per la temperatura , in quel 1792 a Parigi. Dopo aver rinchiuso il re nel castello del Tempio e fatte abbattere tutte le sue statue , i più accesi rivoluzionari vollero imporsi all’Assemblea perché fosse istituito un tribunale straordinario , che emettesse condanne esemplari verso i nobili . Il Comitato di sorveglianza generale , di cui Danton era il più acceso sostenitore , represse nel sangue ogni tentativo di riscossa realista, le stragi che seguirono furono le più efferate di quel turbolento periodo. Quella mattina Cecile De Montespan , con il cappuccio del mantello calato sul volto aspettava di mescolarsi alla folla e passare così inosservata. Un gruppo di donne inneggianti alla rivoluzione apparve all’improvviso , Cecile si unì a loro, avrebbe usato qualsiasi mezzo pur di lasciare Parigi , una Parigi impazzita e assetata di vendetta. Una delle donne la vide - che fai cittadina perché non gridi insieme a noi ? Sei forse un’amica del re? - seguì una risata sguaiata Cecile avrebbe voluto urlare tutto il suo dolore , ma alzò un pugno verso l’alto e si unì al coro Quanto tempo era passato da quando aveva lasciato il castello di Bizy in Normandia , insieme all’amica Maria Teresa principessa di Lamballe . La principessa aveva sposato il figlio del duca di Penthièvre ultimo discendente illegittimo di Luigi XIV ed era rimasta vedova quasi subito , la loro amicizia era nata proprio in quella occasione . Il ricordo delle cavalcate nei boschi vicini e le sere davanti al grande camino nella sala degli arazzi a parlare dei pettegolezzi della corte di Versaille, le fece scendere una lacrima . Maria Teresa era molto affezionata alla regina e se non fosse stata osteggiata dalla contessa di Polignac avrebbe vissuto a corte. Ma gli amici , quelli veri si vedono nelle sventure e così quando la famiglia reale fu arrestata la principessa volle seguire i sovrani nella prigionia. Quel gesto generoso le costò la vita, Cecile aveva tentato di farla fuggire, corrompendo un guardiano , ma purtroppo non era riuscita , ora doveva pensare a salvare la sua vita . Uscire dalla città senza destare sospetti non era facile . Qualcuno la prese per un braccio e la trascinò in un vicoletto , si sentì perduta pensando che l’avessero riconosciuta, ma quando l’uomo mostrò il volto un sorriso la illuminò . Roland de Brissac un’amico di famiglia - Cecile siete impazzita? Non sapete quanto è pericoloso stare in mezzo alla folla? Pensate un po’ se qualcuno dei servitori di vostro padre vi avesse riconosciuto! - Vi prego Roland non sgridatemi sono già abbastanza preoccupata , avete sentito della principessa di Lamballe? - Si purtroppo ma per lei non possiamo più far nulla , ma per voi si . Statemi bene a sentire , evitate le strade affollate e all’imbrunire seguite la Senna fino all’incrocio con rue Des Boulangers , sarete avvicinata da un barcaiolo ,che vi dirà “ vive la libertè “ e voi risponderete “vive la France” Si lasciarono ed ognuno prese direzioni diverse , nel frattempo la folla si faceva sempre più urlante e inneggiava all’Assemblea Nazionale. Cecile passò il resto della giornata evitando le vie principali come le aveva suggerito Roland e finalmente giunta la sera, stava per avviarsi verso il fiume quando due ubriachi la circondarono e incominciarono a molestarla , a spingerla poi uno di loro l’afferrò e le tolse il cappuccio del mantello scoprendo così i capelli biondi e il bel volto aristocratico. Dopo un attimo di stupore compresero di aver catturato una nobile e pensando alla taglia la trascinarono via urlando . Fecero pochi passi prima di stramazzare a terra , Cecile , ancora tremante , vide un’ombra dinnanzi a sé e il luccichio della lama di una coltello. Ecco pensò, adesso tocca a me. - presto se ne vada prima che arrivi gente – disse ad un tratto lo sconosciuto e Cecile non se lo fece ripetere due volte Percorse il tratto di Senna indicatogli da Roland e in effetti un barcaiolo la attendeva . Dopo le frasi convenzionali salì in barca. - prego madame si stenda sul fondo – disse l’uomo e Cecile obbedì il barcaiolo la copri con un grosso telo Sdraiata sul fondo ascoltava, con il cuore in subbuglio , lo sciacquettio dell’acqua contro i fianchi della barca , la remata lenta e costante e il silenzio della notte rotto solo da spari lontani. E con la mente ritornò al passato, pensò a suo padre , forte e coraggioso ufficiale della guardia del re e a sua madre , dama di compagnia della regina , la sua infanzia vissuta al castello, circondata da servitori e balie , tra cavalcate e passeggiate nel bosco di Versailles . Ora stava fuggendo da tutto ciò che le era più caro , fuggiva come una criminale e agli occhi dei rivoltosi lo era. La barca si fermò , l’uomo le tolse il sacco che la copriva e la invitò a scendere . Non seppe orientarsi subito , ma era evidente , si trovava fuori dalla città , si guardò attorno , ma non c’era nessuno ed anche il barcaiolo si era allontanato. Certo , pensò, lei era un pericolo per chiunque le stesse vicino . Un carro colmo di fieno si stava avvicinando , Cecile si nascose fra la vegetazione , il carro era trainato da un cavallo e guidato da un contadino . Il carro si fermò, l’uomo scese e si incamminò subito verso il fiume - madame de Montespan! Dove siete? , non abbiamo tempo da perdere. Cecile non si fidava , ma la luna era alta nel cielo ed illuminava bene la scena, il luccichio della lama di un coltello bastò a farle capire che si trattava dello stesso uomo che l’aveva salvata a Parigi. Allora uscì dal suo nascondiglio - fate presto venite con me- disse lo sconosciuto - chi vi ha mandato – replico Cecile - non preoccupavi sono stato ben pagato per portarvi in salvo - portarmi dove? – chiese di nuovo - devo portarvi alla frontiera , ma non chiedetemi altro, meno sapete e meglio è per voi. Non aveva molta scelta , non c’erano alternative, decise di fidarsi. La fece salire sul carro e venne ricoperta completamente con il fieno ,il viaggio ricominciò. Era sorto un nuovo giorno , un nuovo giorno di follia , in quella Francia rivoluzionaria, fra i sobbalzi del carro Cecile rabbrividì al pensiero di essere catturata. All’improvviso udì voci concitate , il carro si fermò - cittadino , dove sei diretto ? - alla mia fattoria , devo portare il foraggio agli animali – - d’accordo ma noi controlliamo, molti nobili cercano di sfuggire alla giustizia del popolo Già , pensò Cecile , la giustizia del popolo, trattenne un grido vedendo un grosso ragno passeggiare vicino al suo volto . L’uomo che l’aveva salvata rispose prontamente - come vedete ho solo fieno , pensate forse che un nobile possa nascondersi nel fieno?? - hai ragione cittadino nessun nobile farebbe tanto – seguì un risata Il carro riprese a muoversi ma si fermò poco dopo , lo sconosciuto salvatore la fece scendere - non è più prudente per voi rimanere qui sotto - disse bruscamente - mettetevi questi abiti , da questo momento in poi sarete mia moglie – le porse degli abiti da contadina - andate a cambiarvi , laggiù c’è un boschetto – soggiunse - se dovrò essere vostra moglie ditemi almeno il vostro nome - mi chiamo Jean Claud – poi le voltò le spalle Cecile si cambiò l’abito e raggiunse l’uomo, ripresero il cammino , la frontiera era ancora lontana, si fermarono ad una locanda per rifocillarsi e trascorrere la notte. - ora andate nella vostra camera e non aprite a nessuno tranne che a me – disse ad un tratto Jean Claud Poi vedendo l’espressione preoccupata sul volto della nobildonna - non preoccupatevi la vostra reputazione con me è al sicuro, ma domani dobbiamo raggiungere Logwy , quindi cercate di riposare - e voi cosa farete nel frattempo? – chiese Cecile - io controllerò i dintorni - si alzò disse qualcosa all’oste e se ne andò Era impossibile dormire , gli schiamazzi degli ubriachi che inneggiavano a Danton , alla gironda e giuravano vendetta contro i nobili fecero tremare il cuore della nobildonna che pensava agli amici , alle persone che amava e di cui non sapeva più nulla. Un lieve bussare alla porta la fece sussultare , era Jean Claud . - presto preparatevi , ce ne andiamo prima che faccia giorno Il fresco della notte e i pensieri più bui che affollavano la mente la fecero rabbrividire ma il peggio doveva ancora arrivare. Un posto di blocco, furono costretti a fermarsi , venivano perquisiti tutti quelli che transitavano. - cercate di non parlare – le sussurrò Jean Claude Dopo averli fatti scendere alcuni uomini muniti di forconi incominciarono a controllare il fieno , uno di questi si avvicinò alla donna - queste non sono le mani di una contadina – urlò Jean Claude gli puntò il coltello alla gola e dopo aver fatto salire Cecile sul carro colpì il cavallo che partì velocemente . Il vento le asciugava le lacrime , ora era nuovamente sola senza sapere dove andare e soprattutto senza sapere cosa stesse accadendo al suo generoso amico. Dopo qualche chilometro il carro privo di controllo si rovesciò e lei finì per terra, si sentì improvvisamente stanca , stanca di fuggire , stanca di aver paura, era decisa avrebbe atteso lì la sua sorte. Un rumore di zoccoli , qualcuno si stava avvicinando , la rassegnazione prese il sopravvento . - presto Cecile salite a cavallo – a parlare era stato Roland de Brissac - Voi qui ! – lo stupore si trasformò in speranza - Il confine è vicino , coraggio Cecile – Cecile montò il secondo cavallo e galopparono verso la frontiera, l’esercito prussiano era vicino.Ormai al sicuro nell’accampamento la donna guardò tristemente verso la sua amata Francia . -se state pensando a Jean Claude de Molnar state tranquilla lui saprà cavarsela , lo rivedrete presto Madame - disse Roland indovinando i suoi pensieri. La signora di Montespan sorrise dopo tanto tempo, mentre un sentimento nuovo stava nascendo nel suo cuore. Edited by - luisa camponesco on 11/12/2005 10:59:40
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