"E' il venti luglio, stasera vado al parco a fotografare la Luna piena!", ho detto con tono eccitato alla mia segretaria ieri mattina. Sarebbe stato il raggiungimento di un obiettivo : quasi ogni sera, dall'inizio del mese, andavo al parco a riprendere le fasi della Luna con la nuova Canon 750 D per fotografia astronomica.

E ogni giorno, inspiegabilmente, cercavano di scoraggiarmi, "non andare, è pericoloso andare al parco da solo con il buio", mi dicevano a cantilena la mia segretaria, il nostro esperto per il software, il fornitore di tecnologia e i miei nuovi amici del Planetario che mi invitavano allo osservazioni a cui portavo il mio telescopio. Ma non era mai accaduto nulla e così ascoltavo e sorridevo per l'affetto che mi dimostravano tutti quanti.

"Oggi poi è l'anniversario del primo sbarco sulla Luna del 20 luglio 1969", insistevo con la mia segretaria, mostrandole le foto del nostro satellite riprese il sabato precedente con la webcam del mio telescopio. "Lo so, ricordo che allora ...", aveva iniziato a dire e poi si era morsa la lingua. "Ricordi?, ma se non eri nata!", ho risposto stupito, quante volte la mia segretaria iniziava dei discorsi su grandi avvenimenti storici come se sapesse cose che il mondo non sa, ma ogni volta si fermava all'inizio della frase e io non avevo mai elaborato, per me è ovvio che grazie alla sua mente unica lei conosca e capisca cose a cui il resto del genere umano non arriverà mai.

E poi arrivarono le telefonate, dall'esperto software, dal fornitore di tecnologia, dagli amici del Planetario, tutti con la stessa raccomandazione :"non andare stasera al parco da solo al buio a fotografare la Luna piena, è pericoloso". E io li ringraziavo uno per uno e mi domandavo cosa avessi mai fatto per loro per meritare tanta attenzione e fui sopraffatto dal rimorso di non aver offerto loro una fetta del mio strudel ai datteri israeliani, così squisito che me lo ero mangiato tutto da solo.

“E non venire stasera al parco per fotografare la Luna piena”; fu l’ultima raccomandazione della mia segretaria mentre usciva all’ora di chiusura del lavoro. “Venire?”, l’ho guardata meravigliato. “Andare, intendevo andare”, ha ripreso in fretta.

E naturalmente, dimentico dei loro allarmi, ieri sera sono andato al parco da solo per completare la collezione delle fasi con la foto della Luna piena. Non è facile riprenderla, neppure con una Canon 750 D, infatti a Luna è talmente luminosa in queste ultime sere che il risultato della foto è quasi sempre una specie di sole abbagliante e dalla superficie indistinta. E finalmente dopo aver atteso l'imbrunire e aver camminato per lungo tempo, me la sono ritrovata davanti, ho estratto la Canon dallo zainetto e ho scattato, speranzoso, "click".

Non era l'unico suono che il mio orecchio aveva percepito. Un rumore secco di ramo spezzato da passi animali. Respiri ansanti. Avvertii un brivido gelido scorrermi per la schiena. “Ti avevamo detto di non venire”, le voci della mia segretaria e dei miei amici, roche, come trasformate. Alzai gli occhi alla Luna piena, poi mi volsi e mi trovai di fronte occhi inconfondibili, musi ringhianti, corpi flessuosi, quattro zampe potenti : lupi mannari. Ecco perché mi dicevano di non prendere l’abitudine di andare al parco a fotografare la Luna e di non andare, anzi, di non venire la notte della Luna piena. “Il venti luglio del 1969, eravate a scortare gli astronauti dell’Apollo, ecco perché…” e mi mancò il fiato. Mi si fecero attorno, un branco di lupi mannari, come a volermi proteggere, ;”stanno arrivando, devi correre via subito prima che ti vedano”, mormorò la mia.. ehm… segretaria e gli altri del… ehm… gruppo annuirono. “Arrivano chi?”, ma mentre domandavo, conoscevo già la risposta. “I vampiri vero?” e non attesi la conferma perché le foglie degli alberi del parco cominciarono a fremere e ombre spaventose e ghignanti parevano scendere dalla superficie del nostro luminoso satellite.

Ma anziché provare terrore, iniziai a sentirmi la pelle percorsa da rivoli di energia, :”forse esiste un perché io sia stato sempre attratto dalla Luna…”, sussurrai. “Fai presto a trasformarti!”, ribatté la mia segretaria. E io non emisi più parole, ma un ululato liberatorio. Scomposero il cerchio attorno a me e io mi misi al loro fianco. E le nostre zampe cominciarono a muoversi poderose come al rallentatore e un’orda compatta si scagliò verso la direzione da cui stavano correndo verso di noi i vampiri dai lunghi denti che grondavano sangue.

Quello che è avvenuto stanotte sarà descritto e messo in scena tra qualche tempo da un regista di Hollywood nel film “Twilight Due, la notte della Luna piena”.

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E’ il mattino del 21 luglio, mi sono svegliato presto per arrivare in ufficio ad annaffiare le piante sul terrazzino, come mi ha sempre raccomandato di fare la mia… segretaria, che tra poco sarà qui e riprenderà in mano le sorti economiche del pianeta, il segreto della notte di Luna piena gelosamente custodito da tutto il nostro gruppo… branco. Il cielo è nuvoloso, ma so che da qualche parte c’è un disco luminoso che tra poche ore ricomparirà ormai ridotto. E che ci attende tra ventotto giorni, quando ci trasformeremo e correremo verso l’orda dei vampiri che oscurerà l’orizzonte. E sarà un’altra notte da lupi… mannari.

Roberto Mahlab