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 La forza della voce/"Pensavo a un futuro migliore"
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Roberto Mahlab
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Inserito - 27/12/2013 :  22:21:26  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Mi accoglie di fronte ad un buon té un immigrato regolare, laurea in musica e da 13 anni nel nostro paese.

"Perché è venuto in Italia?"
"Pensavo di costruirmi un futuro migliore".

"Differenze tra 13 anni fa e oggi?"
"Prima era meglio di oggi, io facevo l'insegnante di musica al mio paese, oggi in Italia faccio solo lavori umili, non sfrutto conoscenze e mantengo l'onestà, non ho trovato lavori migliori, perché l'onestà in Italia non ha posto nel mio campo, quello del lavoro delle cooperative, la corruzione è dappertutto".

"Se non fosse onesto..."
"Se non fossi onesto avrei trovato tante cose e un futuro migliore economicamente".

"Chi non è onesto, la gente comune o il potere?"
"Il potere. Se non paghi una percentuale nel campo delle pulizie, dei traslochi, se non corrompi, il lavoro non lo trovi. E i poveri operai sono sfruttati nelle cooperative stesse".

"Ma non sono cooperative private?"
"Hanno gli appalti dalle strutture dello stato, ci sono denunce nei confronti delle cooperative per il mancato pagamento degli operai, ho dei colleghi da 3 mesi senza un soldo".

"Una collusione tra privato e stato?"
"Gli operai hanno denunciato le cooperative, ma lo stato non ha fatto nulla. Anche perché le denunce servono a poco contro le cooperative di comodo, cambiano nome, si ingegnano per finire in fallimento per non pagare. Le cooperative prendono i soldi degli appalti o ottengono i subappalti che devono pagare ai più grandi".

"La corruzione... come?"
"Lo stato dà un appalto, come mai sempre gli stessi ottengono gli appalti grossi? Certo ci sono le gare, ma per vincere le gare è una scala, una cooperativa deve corromprere quella più in alto. Lo stato sa e non fa niente e questo mi convince che è coinvolto".

"Quando se ne è accorto?"
"Prima lavoravo in famiglia, ho cambiato posto nel 2010 e negli ultimi tre anni ho scoperto questa realtà. In famiglia non mi chiedevo cosa succedeva e certo non mi sfruttavano, fino a tre anni fa lavoravo perfettamente in regola, adesso spesso è il sommerso".

"Tre anni fa è iniziata la crisi..."
"Sì, me ne sono accorto dai contratti di lavoro, ci sono delle condizioni e ti obbligano a stare zitto e, se non accetti, ti dicono che ce ne sono migliaia pronti".

"Migliaia perché c'è poco lavoro?"
"Il lavoro non c'è, non è che ce n'è poco".

"Volendo cambiare settore?"
"Non trovo lavoro, ho provato tante volte, nelle aziende la risposta è che non hanno bisogno. Per lavori di tre ore alla settimana, adesso c'è una fila di 300 persone".

"Gli immigrati regolari venuti qui per cercare di migliorare, cosa dicono adesso?"
"La maggioranza di quelli che conosco pensano di tornare ai loro paesi, dai meccanici, agli idraulici, dal settore della ristorazione all'edilizia".

"Lavori che gli italiani hanno smesso di fare... perché?"
"Non riesco a capire perché gli italiani non vogliono più fare questi lavori, pensano che all'estero possono trovare un futuro migliore, ma non è così".

"Preferiscono lavare i piatti all'estero?"
"Sì, piuttosto vanno a lavare i piatti in altri paesi".

"Perché?"
"In famiglia ne parlavamo ieri, il problema di questo paese è che gli italiani odiano la propria patria, altrimenti ci sarebbe stata la rivoluzione".

"Non è una patria per cui battersi?"
"Esatto, per gli italiani è così. Se c'è qualcosa che non va, si rassegnano e questo non mi piace. Da noi per un ragazzo che si è dato fuoco perché non trovava lavoro è nata la fiamma della primavera araba, la gente quando si è accorta che non ce la faceva più, si è ribellata, qui non vogliono, non sono contenti della vita che fanno e non la vogliono cambiare".

"Come si crea una coscienza collettiva?"
"Manca l'informazione, i media non dicono quanto accade, sono voci del potere, se ci fosse un popolo informato, la gente secenderebbe in piazza, cosa che auguro".

"La forza della voce, raccogliere le voci, far parlare è una alternativa?"
"E' la soluzione".

"Che simbolo proporrebbe per far identificare la società?"
"Il potere che schiaccia il popolo, disegnerei proprio un potere che schiaccia il popolo".

"La politica?"
"Sa tutto, ma non lo affronta".

"Perché?"
"E' corrotta, in soldi, difendono i loro interessi".

"Una frattura con la società?"
"Non fanno quello che vuole il popolo, solo quello che fa comodo a loro, i partiti sono diventati organizzazioni che difendono i loro interessi".

"Come se ne esce?"
"Con una rivoluzione".

"Di chi?"
"Della gente che non arriva a fine mese, che va a cercare il cibo nei cestini della spazzatura, che aspetta i resti ai mercati, devono chiedere dignità".

"Come avvenuto nel mondo arabo..."
"In Egitto in due anni il popolo ha mandato via due poteri totalitari".

"Per fame o per sete di libertà?"
"Non avevano nulla da perdere, per fame. Ma in Italia non c'è la libertà, pensiamo alle pari opportunità, alla libertà di lavoro".

"L'economia privata non è però corrotta..."
"Ma nessuno assume".

"Idee per la famiglia, i figli?"
"La popolazione italiana non fa più figli perché hanno paura del futuro dei loro figli. Ripeto, io posso fare bene anche se lavoro in proprio, ma se non pago le percentuali, il lavoro non arriva, anche per i semplici lavori condominiali, ti chiedono apertamente una percentuale".

"La società si sta adeguando al malcostume?"
"E te lo dicono a voce alta, tanto tutti pagano, non c'è più nemmeno la vergogna".


   
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