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 25 Concerto di Bimbi
 Cip, cip, cip
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luisa camponesco
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Inserito - 04/08/2010 :  17:20:36  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

-Ehi spostati in là!
- Perché?
- Tu sei l’ultimo uscito dall’uovo mangerai dopo di noi!
- Ah si! Allora apro una finestra tutta mia ecco, solo mia.
Così fece il piccolino, con pazienza e col becco si aprì una fessura laterale dalla quale fece capolino.
- Ma cosa combini? – domandò mamma rondine allarmata. – non sai che rendi il nido meno stabile!
- Ma mamma, quei due non mi fanno mai guardare di fuori.
- Porta pazienza piccolo, tra un pò uscirete tutti e vi preparerete per il grande viaggio. State buoni fino al mio ritorno
Stare buoni? Figuriamoci, non appena mamma rondine si fu allontanata ricominciarono le liti. Un tafferuglio incredibile e un pezzo di nido si staccò e cadde. I due più grossi si affacciarono preoccupati e il rumore richiamò l’attenzione di una umana.
-Ma chi è quella li? E poi cosà avrà da guardare sempre in su.
- Lo chiederemo a mamma quando torna. – rispose il fratello.
Per un po’ nel nido regnò la pace, una pace momentanea, almeno fino all’ora del pranzo.
Mamma rondine tornò più volte per nutrire i piccoli, che, sempre affamati e col becco aperto reclamavano cibo.
Il più piccino si dava un gran da fare con le alucce e le zampette nella speranza di farsi strada fra i due più grandi, ma non sempre ci riusciva.
Nel frattempo l’umana osservava divertita quanto accadeva nel nido e a volte mamma rondine volava talmente in basso da sfiorarle le testa, suscitando pigolii di incitamento da parte dei piccoli.
I giorni passavano in fretta e piccoli erano cresciuti, beh quasi tutti e poi accadde un fatto strano, mamma rondine portava come sempre il cibo nel nido ma spesso lo lasciava cadere.
All’umana questo sembrava una crudeltà, mamma rondine però sapeva bene quello che faceva.
Il nido nel frattempo si sgretolava sempre di più ed in modo preoccupante.
Così ebbero inizio i primi voli, dapprima incerti poi sempre più sicuri, però al più piccino le cose non andarono altrettanto bene. Sbatteva le ali in modo disordinato, non riusciva a levarsi in volo e precipitava sul terrazzo.
Sul filo dell’alta tensione due rondini commentavano l’accaduto.
- Non ce la farà mai ad affrontare il lungo viaggio.
- Non disperiamo c’è ancora un po’ di tempo
- Ma se non rinforza le ali non potrà mai volare come i suoi fratelli.
In effetti c’era davvero di che preoccuparsi ma il piccolo non si dava per vinto, e prova oggi e prova domani il suo volo divenne un po’ più sicuro.
La presenza dell’umana era ormai divenuta una costante, tanto è vero che quando i rondini non la vedevano iniziavano a cinguettare.
- Ma dov’è? Com’è che oggi non si vede? Cip, cip, cip.
A questi richiami l’umana usciva di casa e loro subito si tranquillizzavano. La osservavano dall’altro con gli occhietti che parevano punte di spilli e ogni tanto aprivano il becco.
- Ma si può sapere dov’eri finita?
- Ero in casa, sto scrivendo una fiaba per i bimbi.
- Oh che bello e di cosa parla?
- Racconto la storia di tre rondinotti e di come hanno iniziato a volare.
- Cip, cip, ma siamo noi!!Cip, cip, cip, siamo noi.
L’umana sorrise nel vederli così emozionati, tanto emozionati che parte del nido cadde per terra.
I tre volarono via e, a dire il vero anche il piccolino mostrò finalmente di sapersi destreggiare in aria, e tutti e tre scomparvero dietro la casa.
Solo al calar del sole tornavano nel nido e si facevano sentire, eccome se si facevano sentire.
- Cip, cip, siamo tornati, cip, cip, buona notte a tutti.
L’umana alzava la mano in segno di saluto sapendo che presto non li avrebbe più visti.
Sempre più rondini si posavano sui fili della luce, in attesa di un misterioso segnale.
- Non essere triste – le diceva il piccolino ormai diventato più forte e robusto – La prossima primavera qualcuno di noi tornerà sotto il tetto della tua casa, magari proprio io e il nido sarà come nuovo. Ciao cip, cip, cip.

Le rondini volavano alte nel cielo gareggiando fra loro in destrezza, qualche candida nube punteggiava l’azzurro.
- Arrivederci alla prossima primavera – salutava l’umana e la risposta fu un gioioso garrire..




Luisa Camponesco

luisa camponesco
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