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 "Durban II" - Incontro di Milano - 16 marzo 2009
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Roberto Mahlab
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Inserito - 17/03/2009 :  12:39:07  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Ieri sera a Milano, nella splendida cornice della Salone degli Affreschi della Società Umanitaria, si è svolto un incontro organizzato dall'associazione Italia Israele di Milano, dalla Lidu (Lega Internazionale dei Diritti Umani), dall’Umanitaria stessa e dalla Wizo (Women International Zionist Organization) .
Si sono alternati sul palco ospiti di levatura eccezionale che hanno informato il pubblico su un evento drammatico che si profila all'orizzonte, la conferenza di Ginevra del 20 aprile 2009, indicata come "contro il razzismo", ma definita da più parti come "Durban II", dato che la bozza in discussione contiene diversi concetti che hanno addirittura aggravato il risultato della conferenza di origine tenutasi a Durban nel 2001 e conclusasi con l'approvazione di documenti di elevato contenuto antioccidentale, antisemita e antiisraeliano. A dimostrazione che l'importanza degli avvenimenti è stata ben recepita dall’opinione pubblica, la sala è colma di cittadini appartenenti a tanti segmenti della società civile del mondo imprenditoriale.

Piero Ostellino introduce l'argomento constatando la scarsa legittimità di consessi internazionali che pretendono di approvare decisioni che hanno impatto sulla libertà personale dei singoli individui che vivono nelle democrazie liberali, per tale motivo il giornalista insiste che non ha senso partecipare alla conferenza di Ginevra, alla legittimazione di una politica basata sulla religione e sull'antisemitismo che non è altro che l'anticamera del totalitarismo, non è concepibile mettere in discussione le nostre stesse istituzioni democratiche.

Anna Borioni ha ricordato la sua esperienza di partecipazione alle riunioni preparatorie della conferenza di Durban I e il suo sgomento di fronte ai trucchi degli organizzatori per impedire la partecipazione delle organizzazioni israeliane o ebraiche agli incontri e all'evidenza della complicità tra i regimi fondamentalisti e le Ong occidentali dediti a porre ostacoli al riconoscimento del contributo ebraico allo sviluppo dell'umanità, a creare ostacoli alla lotta contro il terrorismo e alla veritieraa battaglia in favore dei diritti umani. Negli incontri si voleva far apparire unicamente Israele come il concentrato di tutto il razzismo del pianeta.
La saldatura strategica tra il fondamentalismo islamico e l'antisemitismo occidentale si riconobbe in seguito, come osservato da Piero Ostellino, dalla mancanza di protesta delle organizzazioni pacifiste contro l'utilizzo da parte dei terroristi palestinesi addirittura dei bambini come bombe umane.

Fausto Pocar, in passato presidente dell'Alta corte di giustizia dell'Aia, ha rilevato come l'idea originaria delle conferenze delle Nazioni Unite riguardanti il razzismo, iniziate dopo la seconda guerra mondiale, voleva darsi come riferimento la questione della decolonizzazione, con il passare dei decenni questo tema è stato furbescamente dirottato dai paesi islamici e trasformato in funzione antisemita, con l'obiettivo di istituzionalizzarlo il tal modo definitivamente. Di conseguenza siamo in presenza di una violazione dello spirito originario, giuridicamente inaccettabile. Non solo, rileva il giudice, nella bozza in discussione a Ginevra, si tenta di far sparire addirittura la tematica dell'Olocausto, lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale e si giudica Israele come autore di crimini contro l'umanità, una condanna che non ammette neppure il diritto di difesa o la prova contraria. Di conseguenza, sostiene il giudice Pocar, la decisione corretta per le democrazie occidentali sarebbe quella di non partecipare alla conferenza di Ginevra.
Piero Ostellino osserva a questo punto che il fondamentalismo islamico ha trasformato la religione in programma politico e dunque diventa impossibile un dialogo costruttivo. Ha ricordato che il sionismo, ideale condannato come razzista dalle conferenze in cui predominano i voti dei paesi islamici, è stato in realtà un movimento paragonabile al risorgimento italiano, e ha posto le basi per una struttura democratica e liberale dello stato di Israele, l'unica vera democrazia dell'area.

L'intervento di Rama Enav, osservatrice permanente della Wizo all'Onu, si è focalizzato sulla insufficienza nella bozza in discussione a Ginevra del riconoscimento dei diritti delle donne, la vaghezza del testo evita accuratamente di deplorare gli impedimenti in atto in diversi paesi allo studio, al lavoro, alla semplice guida di un'automobile da parte delle donne. Rama Enav, dopo aver riassunto la storia e le battaglie della Wizo in favore delle donne e dei bambini in Israele e nel mondo, ha ricordato di essere stata testimone, nelle riunioni del consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, di quindici condanne di Israele e solo di un tentativo, poi decaduto, di discutere sui massacri operati dal governo sudanese nel Darfur.

L'ospite più atteso della serata, Hillel Neuer, direttore dell'Un Watch di Ginevra, ha esordito rammentando che la conferenza di Durban del 2001 fu utilizzata per una campagna contro l'occidente, imputato direttamente o indirettamente di razzismo e di imperialismo, per la negazione che il reale problema storico della schiavitù debba anche essere addebitato ai mercanti di schiavi arabi e non solo americani e per l’accusa all'occidente di essere responsabile delle sofferenze del terzo mondo, mentre si evitava di denunciare l'imperialismo di paesi come l'Unione Sovietica o la Cina.
L'agenda della conferenza di Ginevra del prossimo aprile, denominata anche Durban II, ha quali punti peculiari i riferimenti alla "diffamazione dell'islam", concetto utilizzato per scagliarsi in realtà contro la libertà di parola in occidente e per silurare la lotta contro il terrorismo, giudicandola artatamente come ostacolo alla lotta contro il razzismo. Appare chiaro l'obiettivo di sostituire i diritti umani individuali con i presunti diritti della religione, se passasse tale risoluzione, osserva Neuer, in occidente non si potrebbe più parlare di Voltaire, Spinoza e Marx. In definitiva il pericoloso progetto della conferenza di Durban II è l'attacco all'occidente e alle sue libertà individuali.

Hillel Neuer si è poi soffermato ad elencare quelli che ha definito i tre miti della conferenza :
- mito numero uno : la conferenza è necessaria per aiutare i popoli soggetti al razzismo. Per dimostrare che non è vero, è sufficiente chiedersi se la conferenza sarà di aiuto alle donne dell'Arabia Saudita, agli omosessuali uccisi in Iran o agli africani massacrati in Darfur, eppure tra i paesi sponsor della conferenza ci sono proprio Arabia Saudita, Iran e Sudan. Dunque non solo non è vero che la conferenza possa soccorrere le vittime del razzismo, ma anzi essa legittima i paesi che tale razzismo compiono, una conferenza sul razzismo che legittima i persecutori.

- mito numero due : in diversi settori si afferma che vale comunque la pena andare alla conferenza e dialogare, in fondo che c'è di male? Tale concetto comporta l'assurdità che i paesi come l'Iran, che alla conferenza ci vanno, siano ragionevoli, mentre i paesi democratici che non ci vanno, non siano ragionevoli. Ma non è vero, infatti i paesi occidentali stanno discutendo la bozza della conferenza da quasi due anni e in tutto questo tempo non è comparso altro che un testo che è definibile solamente come "malvagio". Dunque presentarsi alla conferenza di Ginevra, significa accettare tale testo come base per i negoziati, significa cioè legittimare il documento di partenza. E' degno di nota che alla conferenza di Ginevra, per statuto, non si può votare "no", non vengono registrate le eventuali riserve, ma solo i consensi.
Da notare infine che i paesi che chiamano al dialogo sono quelli che mettono in pratica il boicottaggio di Israele e così in occidente coloro che chiamano al dialogo sono gli alleati politici di tali paesi, la paradossale realtà è che chi chiama al dialogo, è nemico del dialogo.

- mito numero tre : l'antisemitismo durante la conferenza di Durban I fu in realtà una questione assai collaterale della riunione delle Ong e non coinvolse la dichiarazione dei governi. Non è vero, la dichiarazione finale governativa indicò negativamente un solo paese, Israele, e la riunione delle Ong, nella quale si distribuivano pagine dei testi di hitler, era parte integrante e ufficialmente invitata da parte della conferenza delle Nazioni Unite.

Che fare dunque per Durban II?, si interoga Hillel Neuer.
- sostenere chi rifiuta di legittimarla
- piuttosto partecipare ad un grande evento che si può definire la vera conferenza contro il razzismo, sempre a Ginevra, il 22 di aprile, incontro che vedrà migliaia di persone provenienti da tutta Europa ascoltare le parole di Bernard Henry Levi, di Martin Luther King Terzo e tanti altri veri protagonisti e testimoni della vera lotta contro il razzismo nel mondo.
E, quando si parla di Israele come paese razzista, commenta con ironia Neuer, si dovrebbe chiedere allora ai neri del Sudan come mai attraversano territori immensi per poter chiedere rifugio in Israele.

Gianni Vernetti, sottosegretario della commissione degli affari esteri e esponente dei rapporti internazionali del precedente governo italiano, interviene con una notizia scoop : l'Unione Europea ha appena deciso di presentare un testo sostitutivo alla bozza in discussione alla conferenza di Ginevra, un testo ridotto che in caso venisse respinto come base dei negoziati, porterebbe al conseguente ritiro di tutti i ventisette paesi dell'Unione Europea dalla conferenza di Ginevra. Uno sviluppo importantissimo perchè consente di apprezzare ancora di più la coraggiosa decisione presa dal governo italiano nella persona del ministro degli esteri Frattini di unirsi agli Stati Uniti, al Canada e a Israele nel rifiuto di recarsi alla conferenza a causa dell'inaccettabile testo della bozza di risoluzione finale. Gianni Vernetti afferma con orgoglio che tutto il paese, senza distinzioni politiche, si ritrova unito in questa battaglia di valori, una battaglia che rende onore all'Italia. Gli applausi dell'intera sala sono scroscianti.
"Il mondo alla rovescia", lo definisce l'esponente politico, un mondo in cui si inventa che Israele sarebbe l'unica minaccia al pianeta, in cui si definisce il sionismo come portatore di apartheid, dunque non esisteva altra via, seguita dall'Italia, di convincere le altre democrazie ad abbandonare la conferenza, una conferenza che non sarebbe altro che un colpo mortale alla credibilità delle Nazioni Unite, già scossa da avvenimenti tragici quali la mancanza di intervento nel genocidio del Ruanda e nei massacri di Serebenica. Abbandonare la conferenza significa anzi dare una mano affinchè l'Onu riprenda la via del vero multilateralismo, in un momento in cui appare ai democratici l'assurdità di un "pacifismo a senso unico " e di piazze che non si riempiono mai di manifestanti contro i massacri nel Darfur.

Roberto Mahlab - Concerto News System @2009

...dove c'è la notizia, Concerto c'è...


   
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