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 Un angioletto piccino piccino
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luisa camponesco
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Inserito - 10/10/2006 :  19:12:18  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Un angioletto piccino piccino



C’era un certo fermento in Paradiso, era sempre così quando arrivava il momento delle consegne. Tutti si mettevano ordinatamente l’uno dietro l’altro. Le mansioni venivano attribuite in ordine di arrivo, per cui ai primi della fila venivano sempre assegnati incarichi importanti, per questo motivo tutti cercavano d’arrivare presto. Era tutto un celestiale battere d’ali, di mormorii sommessi, di canti gioiosi. Le bianche colombe messaggere, volando in ogni direzioni e chiamavano a raccolta la schiera degli angeli.
- Presto, presto il Signore ci chiama! – cantavano in coro
Anche lui, Angioletto, accorse al richiamo, ma le sue gambette erano proprio corte e le ali piccole. Quando arrivò in vista del Trono Divino una lunga schiera di angeli gli si sondava dinnanzi.
Certo, piccolo com’era il buon Dio non lo avrebbe visto e, di conseguenza, non gli avrebbe assegnato alcun compito. Allora pensò bene di mettersi a saltellare in modo tale da farsi notare, ma per quando si sforzasse non riusciva mai a superare l’altezza delle ali degli altri angeli. Salta di qua e salta di la ma niente da fare allora si rassegnò, mogio mogio, a rimanere l’ultimo della fila.
Quando finalmente giunse dinnanzi a Dio si inginocchiò, tendendo le mani.
- Mi dispiace Angioletto! – disse Dio – ma per oggi ho esaurito gli incarichi e non ho nulla per te.

Angioletto non ebbe il coraggio di alzare gli occhi e si allontanò col capo chino mentre Dio lo seguiva con lo sguardo colmo d’amore.
Si sedette sopra una nuvola e prese a pensare con la testa fra le mani. Non riusciva a capire come mai lui fosse così diverso dagli altri, non era ancora riuscito ad avere un incarico da assolvere, eppure, sulla Terra, poteva essere utile a qualcuno… nonostante fosse così piccolo.
Passeggiò per un po’ fra le stelle del cielo domandandosi perché mai a lui non accadesse mai nulla di importante, si sentiva inutile. Si spaventò a questo pensiero e chiese subito mentalmente perdono a Dio, essere in Paradiso era già un premio, amare il suo Signore era tutto ciò che chiedeva.
Stava pensando di andare a giocare con la coda di una cometa quando una colomba lo chiamò.
- Vieni Angioletto il Signore deve parlarti.
La cosa lo sorprese non poco anzi lo preoccupò, ma accorse alla chiamata.
La luce dorata avvolgeva Dio assiso sul trono, Angioletto lo guardò estasiato.
- Avvicinati Angioletto, ti fatto chiamare perché è accaduto un fatto improvviso. E siccome tutti gli altri angeli sono impegnati devo assegnare a te questa incombenza.

Il volto di Angioletto si illuminò e il suo piccolo cuore iniziò a battere più forte.
- Osserva Angioletto. – una nube si squarciò e apparve una casetta alla periferia di una grande città.

- Vedo solo una casa Signore!
- Guarda meglio!
Angioletto strizzò gli occhi e così vide il ragazzino che dormiva un sonno agitato nel suo letto.
- Devi andare da lui e stagli vicino perché sta pensando di scappare di casa.
- Da una casa così bella, Signore?
- Non è la bella casa a farlo scappare ma la pagella che ha nello zainetto e non vuole far vedere ai genitori.
- Ohhhh !!! – Angioletto si mise le mani davanti alla bocca.
- Vai ora, tra po’ si sveglierà e metterà in atto il suo proposito.
- Allora vado subito.
- Ehi aspetta ...si chiama Michele.

Angioletto si preparò a scendere sulla Terra, era la prima volta e l’emozione forte. Quando si trovò davanti alla casa l’alba incominciava a schiarire il cielo, ora doveva pensare al modo per entravi . Non aveva mai chiesto a nessuno come si facesse ad entrare nelle case, ora doveva risolvere in fretta questo problema. Si guardò attorno nella speranza di trovare un’apertura. Niente, allora volò sul tetto e così scoprì il camino. Certo era stretto ma lui ci sarebbe passato. Guardò giù, era più nero della notte più buia, fece un bel sospiro e si calò nel cunicolo.
Atterrò sopra la cenere con un bel tonfo, meno male che nessuno lo avrebbe saputo, tranne Lui naturalmente. Tossicchiò un po’ e cercò di ripulirsi dalla fuliggine. Doveva aver fatto un bel po’ di rumore perché Michele si destò.
Il ragazzo si stropicciò gli occhi e lo vide.
- MAMMMAAA
- SSSSSTTTT – Angioletto gli fece segno di non gridare.
- Chi sei e da dove sei venuto?
- Sono venuto dal camino e sono il tuo angelo custode.

Michele strabuzzò gli occhi, poi scoppiò in una risata.
- Tu un angelo? Ma sei tutto nero e poi sei così piccolo!
Non aveva tutti i torti, nessuno lo avrebbe scambiato per un angelo. Si guardò i piedi erano coperti di cenere e così pure il suo vestito. La presentazione non si poteva dire delle migliori, ma lui era un angelo del Signore ed era lì per suo incarico.
- Provami che sei un angelo!
A dire il vero non si aspettava questa richiesta, a lui pareva ovvio che Michele lo vedesse come un angelo. Dopo aver riflettuto un po’ decise di rispondere.
- So che ti chiami Michele e che hai deciso di scappare di casa per non far vedere la pagella ai tuoi genitori.
Lo disse tutto d’un fiato
- E tu come fai a saperlo?
- Me lo ha detto Dio è Lui che mi ha mandato!
- Dio è preoccupato per la mia pagella?
- Nooo! Ma per quello che hai in mente di fare.
Michele si tirò le coperte fin sopra gli occhi. Un pianto sommesso, poi di colpo scese dal letto, era vestito di tutto punto, lo zainetto nascosto dentro l’armadio.
- Cosa vuoi fare? – chiese Angioletto tutto preoccupato
- Non lo vedi? Vado via!
- Aspetta, rifletti!

Michele aveva già aperto la porta e si assicurava che nessuno lo vedesse. Angioletto non sapeva cosa fare, allora congiunse le mani e pregò Dio perché gli ispirasse il modo per fermarlo.
Ohh se avesse avuto più esperienza …..

- Dimmi almeno dove pensi di andare!
Michele si fermò titubante, evidentemente non aveva pensato ad una meta precisa ma assunse l’aria di chi sapeva cosa fare.
- Perché vuoi saperlo? – chiese con sussiego
- Magari potrei venire con te. – rispose Angioletto che pareva ancora più piccolo vicino a Michele.
- Allora da che parte si va? – insistette l’angelo
Il ragazzo non sapeva cosa rispondere, si lasciò cadere per terra e gli occhi divennero umidi.
- Ne ho combinate troppe, questa di sicuro non me la perdonano.
Anche Angioletto si sedette per terra di fronte a Michele.
- Pensi che scappando risolveresti il problema?
- E cosa se ne fanno di un buono a nulla come me!
- Sai che anch’io ho pensato la stessa cosa di me!
Michele lo guardò incredulo.
- Ma cosa dici tu sei un angelo!
- E tu sei il mio primo incarico e se non riesco a convincerti a non scappare sarai anche l’ultimo. – Angioletto sospirò
Se ne stettero in silenzio a guardare i primi timidi raggi di sole attraverso le persiane.
- Gli angeli sono tutti piccoli come te?
- No no, solo io sono così!
- E cosa fai tutto il giorno?

- Passeggio fra le nuvole, gioco con le stelle ….
- Le stelle...come sono le stelle? Sai ho un piccolo telescopio, a volte, nelle notti d’estate mi piace guardarle –

Michele incominciò a parlare delle costellazioni descrivendole nei minimi particolari e Angioletto non la finiva più di fare domande.

- Pensa Michele potresti diventare un astronomo.
- Si con i voti che mi ritrovo…

- Per quelli un rimedio ci sarebbe. E tu sai anche quale. Adesso devi chiederti cosa sei disposto a fare per arrivare là .– Angioletto indicò la mappa celeste appesa al muro proprio sopra lo scrittoio. .– Pensa potresti anche scoprire un nuovo pianeta. Ma prima devi avere il coraggio di guardarti dentro. Far vedere la pagella ai tuoi genitori è il primo passo.

- Mi sgrideranno.
- Si, ma ti amano, e quando c’è amore c’è anche il perdono. Ma se scappi perderai per sempre le tue stelle.
Michele rimase in silenzio, poi, lentamente rimise lo zaino nell’armadio.
- Cosa devo fare adesso? – chiese rivolto ad Angioletto
- Torna nel letto, tra un po’ la mamma verrà a chiamarti e non deve trovarti alzato.

Michele obbedì, angioletto gli posò la sua manina sulla fronte.
- Penserai di aver fatto uno strano sogno Michele, ma ti ricorderai di me.
Gli occhi del ragazzo si chiusero e per l’angelo era giunta l’ora di tornare in paradiso.

- Hai fatto un buon lavoro Angioletto – disse Dio – ma sei tutto sporco.
Angioletto cercava di nascondere i piedini e mani, coperti di fuliggine.
- Dimmi Angioletto desideri diventare alto come loro? – chiese il Signore indicando gli altri angeli.
Angioletto rifletté, se fosse diventato come gli altri angeli non sarebbe più passato attraverso i camini.
- Signore, adesso ho capito perché sono così piccino.
– e dopo aver reso grazie all’Altissimo si tuffò nelle prima candida nuvola.

Luisa Camponesco

   
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