Concerto di Sogni
Main sponsor: Ideal Gomma Sport Sas
Think and Make It!

Remember Nassiriya : Appendete una bandiera ai vostri monitor Concert of the World: English Version



 Home   Elenco Autori   Forum:Elenco Argomenti   Eventi attuali e storici    Le prime pagine   Link  
Utente:
 
Password:
 
Salva password Dimenticata la password?
 
 tutti i Forum
 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 Il potere della spada
 Versione per la stampa  
Autore Tema Precedente Tema Tema Successivo  
luisa camponesco
Curatore


Italy
1907 Inseriti
385 Gold
2262 Punti Rep.
Inserito - 02/10/2006 :  12:20:55  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Il potere della spada


Era il tempo in cui la magia la faceva da padrona, lassù, nelle immense terre del nord


Una notte senza luna avvolgeva col suo manto oscuro la vallata. Il cavaliere fermò il galoppo davanti alle mura del castello. Una nuvoletta di vapore uscì dalle nari del cavallo.
- Aprite in nome del re!
- Chi siete? – fu la domanda
- Sono ser Alec Brassac
Il ponte levatoio si abbassò con un grande scricchiolio. Un servitore si affrettò a prendere in custodia il cavallo e a condurlo nelle scuderie. Ser Alec salì di corsa la scalinata che conduceva alla Sala dei Ricevimenti.
- Il Duca sa già del vostro arrivo, vi prega di attenderlo.
L’intendente chinò il capo, in segno di rispetto, prima di allontanarsi
Il cavaliere si mise a camminare nervosamente per la grande sala, la preoccupazione era dipinta sul suo volto e l’attesa spasmodica.
- Eccomi, ser Alec! Confesso di temere questo momento, se è ciò che penso.
- Purtroppo devo comunicarvi che il re ha preso decisioni tali da mettere in pericolo la stabilità del regno.
Il Duca, Jan de Bruges, fratello minore del sovrano, si accasciò sull’enorme scànno. Il crepitio del fuoco, che ardeva nel camino, era l’unico rumore in un silenzio assordante.

°°°°

Gli armigeri impedivano a chiunque di accedere agli appartamenti reali.
- E’ un ordine del re in persona, non vuole essere disturbato!
Koroc, il comandante della prima armata, premeva per essere ammesso alla presenza del sovrano. Era importante riferirgli che i barbari del sud si stavano ammassando al confine.
Il re, a sorpresa, aveva fatto spostare parte dell’esercito in una zona di scarsa importanza strategica lasciando sguarnita la linea di demarcazione che li separava dai bellicosi vicini.
Il re non era più quello di prima dal giorno in cui aveva incontrato lei. Bellissima e misteriosa, si era imposta ai sudditi, e così, in sordina aveva acquisito potere. In breve tempo aveva chiamato a corte uno stuolo di personaggi a dir poco discutibili, a nulla valse l’accorato appello alla prudenza di Ferlice, il fedele consigliere fin dai tempi di suo padre, ora rinchiuso nelle segrete per ordine della regina.
Koroc comprese, ben presto, che la situazione era precipitata. Non aveva più alcuna speranza di conferire con il re, anzi la sua stessa presenza era malvista.
Nell’udire l’avvicinarsi dei pesanti passi della guardia personale della regina, si nascose dietro una colonna.
- Dov’è il comandante Koroc! La regina vuole vederlo!
Gli armigeri riferirono che si era allontanato da poco.
- Cercatelo!!!
Uscire dalla fortezza equivaleva a salvarsi la vita. Per sua fortuna la conosceva bene essendo cresciuto a corte, sovente lui e il principino giocavano nei passaggi segreti.
Uno di essi portava direttamente alla Foresta Nera dove era accampata la sua armata. Non aveva tempo da perdere doveva raggiungerla e sapere su chi potesse contare.
Addentrarsi nel cunicolo fu come ripercorre il tempo a ritroso. La torcia era sempre al solito posto e i ratti fuggivano da tutte le parti al suo passaggio.
Fu un vero sollievo respirare l’aria pulita della notte. Il grido di una civetta, lo stormire delle fronde, rumori rassicuranti come il canto dei suoi soldati. S’intravedevano i fuochi in lontananza e la mancanza della luna favoriva il suo avvicinarsi all’accampamento.
Il nitrito di un cavallo richiamò l’attenzione di Dermon il suo scudiero.
- Siete voi Signore?
- Sono io Dermon!
- Non si avvicini troppo, vi stanno tendendo una trappola. Le guardie della regina sono già arrivare qui con l’ordine di arrestarvi.
Sperava di giungere in tempo ma evidentemente non era così.
- Qualcuno mi è ancora fedele?
- Non molti, un centinaio. Vi stanno aspettando alla Gola del Lupo.
Un secondo cavallo era già sellato, entrambi si diressero al galoppo verso un destino ancora oscuro.


°°°°

- Siete degli incapaci! Ve lo siete fatto sfuggire!
La regina era furiosa, i suoi occhi lanciavano lampi di odio, colpì con lo scudiscio alcuni servi prima di ritirarsi nella Torre Alta.
- Dovremo aumentare la dose!
- Ma dobbiamo essere, cauti figlia mia. Deve sembrare naturale….
Alambicchi, erbe, vecchi libri di formule magiche e …..corvi neri., così si presentava la stanza. Una vecchia, con una veste blu come la notte più fonda, versava in un recipiente di terracotta un liquido ambrato.
- Lui è fuggito!
La vecchia nascose un’espressione di disappunto.
- Questo complicherà un po’ le cose ma ti prometto che presto il potere sarà tuo! Metti sette gocce di questo liquido per sette giorni nel suo bicchiere, prima che si corichi. Mi raccomando non più di sette gocce.
La regina prese l’ampolla e la nascose nell’ampia manica.
- E…non chiamarmi più “figlia mia” nessuno deve sapere chi sei!
La vecchia la guardò allontanarsi poi si rivolse verso i corvi.
- Presto andate, cercate Koroc, e seguite le quattro direzioni!
Un battere d’ali fu la risposta.

°°°°

Il drappello procedeva silenzioso attraverso la Gola del Lupo. Koroc e Dermon davanti a tutti.
- C’è troppo buio Signore, sarebbe bene sostare ed attendere l’alba.
- No Dermon! Il buio è il nostro migliore alleato e poi alla fine della gola si apre un’ampia vallata lì saremo allo scoperto, ci fermeremo per attendere di nuovo la notte.
- Posso sapere dove siamo diretti?
Koroc fermò il cavallo e controllò gli uomini che lo seguivano, alzò un braccio e lo puntò davanti a sé per indicare che il passaggio ora diventava più stretto, poteva passare solo un cavaliere per volta.
- Il solo luogo dove possiamo andare è il castello del Duca Jan de Bruges. Ma adesso occhi aperti Dermon, questo è un luogo da imboscata.
La fortuna, per questa volta, arrise loro, a parte qualche masso che rotolò giù dai ripidi pendii tutti i soldati uscirono dalla Gola.
Si accamparono in un boschetto, nelle vicinanze di un corso d’acqua mentre l’orizzonte si rischiarava di una luce grigia.
- Il re è sotto un incantesimo – commentò Koroc osservano quel chiarore innaturale
- Cosa ve lo fa pensare, Signore? – chiese Dermon
- Conosco il re fin da quando eravamo piccoli, siamo cresciuti insieme. Avevamo fatto un patto tempo fa, se uno di noi due avesse mostrato un comportamento diverso, l’altro aveva il dovere di aiutarlo.
Il grido di un’aquila interruppe il dialogo.
- Signore! Non si è mai vista un’aquila da queste parti!
L’aquila volteggiò su di loro allora Koroc capì.
- Dobbiamo seguirla, avvisa gli uomini di prepararsi.
- Ma Signore….
- Fa come ti ho detto!
I soldati ripresero il cammino consapevoli che qualcosa di nuovo era accaduto. Koroc osservava la direzione presa dall’aquila e così vide il sentiero. Alzò il braccio, poi lo stese davanti a sé.

°°°°

Jan de Bruges osservava la valle da una feritoia, si trovava di fronte alla decisione che avrebbe messo in gioco il futuro del regno.
- Ho una notizia per voi duca – ser Alec lo aveva raggiunto
- Mi auguro sia buona.
- Più che buona! Il comandante Koroc con alcuni dei suoi uomini si sta dirigendo qui al castello.
- La notizia è certa?
- Non c’è dubbio, il messaggero che l’ha portata è di mia assoluta fiducia.
Il volto del Duca s’illuminò, ricordava bene Koroc, quand’era bambino lo vedeva spesso giocare con suo fratello, che non avrebbe mai abbandonato se non fosse stato costretto.
- Col vostro permesso vado a preparare la sua venuta – ser Alec si congedò e non visto accarezzò il piccione viaggiatore che riprese subito il volo.

°°°°

- Vedo che sei tornato. Adesso meriti un po’ di riposo.
Il piccione stese le ali e permise all’uomo di togliere il messaggio che portava. L’uomo, dopo averlo letto, si avvicinò ad una vasca e versò in essa una sostanza oleosa. La sostanza si allargò fino a formare un cerchio perfetto, all’interno del quale apparve Koroc seguito da suoi soldati.
- Continua a seguire l’aquila Koroc… - sussurrò - e non fermarti mai.
Nel messaggio scritto, ser Alec chiedeva aiuto all’anziano mago per fermare la tremenda regina.
Il mago sospirò, pensando alla deliziosa bambina di un tempo, che giocava felice sulle sue ginocchia, prima che fosse portata via dalla madre.
- Se la conosco bene a quest’ora avrà sguinzagliato i suoi corvi neri. Devo distrarli, farò perdere loro l’orientamento.

°°°°

Il vento si era levato forte ed improvviso, persino l’aquila lottava contro di esso.
- Comandante! Che succede, il cielo è terso!
- Dobbiamo procedere Dermon anzi aumentiamo l’andatura.
- Gli uomini sono stanchi…
- Riposeranno Dermon, riposeranno…
I corvi vennero investiti in pieno da un turbinio tale e furono proiettati in direzioni opposte.
Koroc, seguito dai suoi uomini non perse di vista il sentiero fino a quando non terminò bruscamente. L’aquila si era posata sul ramo di un albero, il suo compito era finito. Koroc scese da cavallo ed esplorò i dintorni e, dietro un dirupo apparve la valle e il castello del Duca.

°°°°°

- Abbassate il ponte!
Ser Alec e Jan de Bruges osservavano, dall’alto, l’arrivo di quel piccolo ma agguerrito esercito.
I cavalli erano stremati e così pure i soldati, ma Koroc volle presentarsi subito al Duca. Dopo aver narrato le ultime vicende, la sua fuga e di come fosse giunto nella valle, si disse pronto a porre in atto le strategie necessarie per ridare al re il pieno potere.
- Temo non bastino le strategie, qui abbiamo a che fare con la magia. – disse ser Alec - E la magia si combatte con la magia!
- Io sono un soldato – rispose Koroc – conosco solo il potere della spada.
- Ed io conosco qualcuno che potrà aiutarti, ma dovrai attraversare la Palude di Fango.
- Farò qualsiasi cosa per il Re e per il regno!
Il Duca fece un cenno d’assenso col capo.
- Ho già richiamato le mie truppe dal confine per difendere la valle, ma… l’esercito della sovrana è di gran lunga superiore in numero. Tuttavia resisteremo fino al vostro ritorno. – con queste parole Jan de Bruges congedò Koroc.
Nelle scuderie scelse un cavallo fresco e veloce.
- Signore! Dove andate? – Dermon lo guardava stupito – non vi siete nemmeno riposato!
- Devo intraprendere un viaggio piuttosto lungo e il tempo è così poco.
- Vengo con voi!
- No Dermon, rimani con i soldati, vedendoti si tranquillizzeranno. – e si lanciò al galoppo fuori dal castello.
Con il vento negli occhi quasi non vedeva il percorso, ma udì ancora il grido dell’aquila, allo seppe d’essere guidato.
La Palude di Fango era temuta per le insidie che nascondeva, si narrava che fosse abitata da mostri che inghiottivano animali ed essere umani senza distinzione. Ma Koroc sapeva che non si trattava di magia. Le sabbie mobili erano trappole mortali e la Palude ne era costellata, un piede in fallo ed era la fine.
L’aquila si posò per terra, prima di entrare nella Palude, invitandolo a seguirla. Koroc, preso per la cavezza il cavallo fece attenzione nel percorrere la pista segnata dal rapace.

°°°°

I corvi neri fecero ritorno alla torre del castello.
- Non l’avete trovato!!! – la vecchia megera si infuriò, i corvi spaventati svolazzarono in tutte la parti lasciando cadere parecchie penne.
- Sei stato tu vero! - esclamò affacciandosi ad una feritoia e volgendo lo sguardo in un punto lontano. – Non credere di sconfiggermi caro mio, questo è solo l’inizio. – poi scese velocemente nelle segrete del castello.

°°°°

Finalmente Koroc si trovò oltre la Palude, l’aquila dopo aver lanciato un ultimo grido si levò in volo. Non vide subito l’ingresso della caverna, coperto com’era dagli arbusti, ma qualcosa lo guidò fino all’ingresso. Dopo aver legato il cavallo ad un arbusto, entrò senza esitazione.
- Vedo che hai seguito Muna, sei in gamba Koloc.
Il mago era apparso all’improvviso, alle sue spalle. L’aquila artigliata al suo braccio.
- Seguimi! – Lo condusse attraverso corridoi scavati nella roccia fino ad un’ampia stanza.
La luce scendeva dall’alto attraverso un largo foro che faceva intravedere spazi azzurri.
- Dovrai combattere contro una forza assai potente.
- Io so combattere!
- Tu sai combattere contro altri uomini, ma un incantesimo tiene soggiogato il re e tu lo potrai spezzare, ma dovrai avere molto coraggio.
- Io sono pronto! Qualunque cosa pure di salvare il re.

Il mago aprì un baule e ne estrasse una spada lucente.
- Il suo nome è Tartàn se saprai usarla nel modo giusto ti sarà molto utile.
- Io ho già una spada con la quale ho sconfitto molti nemici.
- Hai detto d’essere pronto a tutto pur salvare il re, allora prendi Tartàn. Vai ora il castello del Duca ,sta per essere attaccato e se non arrivi presto, capitolerà.
Mentre prendeva la spada, Koroc pensò al tempo che avrebbe impiegato per attraversare nuovamente la Palude.
- Aspetta! – intervenne il mago - c’è una via più breve per arrivare nella valle.
Fuori dalla grotta il cavallo scalpitava, il mago disegnò un cerchio nell’aria e si aprì una porta.
- Vai ora, e che la sorte ti sia benigna.

°°°°

Il castello era preso d’assedio, Koroc, nascosto in un boschetto, pensava a come attraversare le linee nemiche senza esser visto. Non trovando una soluzione prese Tartàn e la puntò verso il cielo pronto ad una carica disperata…e avvenne un prodigio, la punta della spada catturò un lampo mentre il cielo diventava plumbeo. Il temporale si scatenò improvviso con fulmini che si abbattevano sulla valle portando scompiglio fra gli assalitori. Koroc ne approfittò per lanciarsi al galoppo verso il castello. Il temporale cessò non appena attraversò il ponte levatoio.
- Koroc! – ser Alec gli andò incontro – I barbari del sud hanno oltrepassato il confine, se non riusciamo a rompere l’accerchiamento al castello il regno sarà perduto. .
- Forse no! – rispose Koroc stringendo Tartàn
Impiegò un’intera notte per capire, alcune delle potenzialità della spada e il mattino seguente…
- Dermon raduna gli uomini! Andiamo a sud.
Il volto di Dermon era un misto fra lo stupore e il sollievo, ma eseguì l’ordine.
L’uscita dal castello fu preceduta da un vento impetuoso che impedì ai nemici di avvicinarsi al drappello che, composto da soldati di Koroc e del Duca, diresse al galoppo verso la fortezza del re.

°°°°


I corvi portarono la notizia dell’arrivo del comandante Koroc alla vecchia megera nella Torre Alta che si precipitò ad informare la perfida sovrana.
- Come è stato possibile? Tu sei una maga potente, fermalo!
- Non è così semplice mia regina, anche lui è aiutato dalla magia.
- Mi stai dicendo che esiste un’altra maga?
- E’ un mago che vive oltre la Palude di Fango. La sua magia è potente quanto la mia.
- Non mi importa quanto sia potente, distruggilo!
Conosceva bene il suo avversario, sapeva di cosa era capace. C’era stato un tempo in cui vivevano uno accanto all’altra, prima che la sete di potere s’impadronisse di lei.
- Che tu sia maledetto! Potrai vincere questa volta, ma io saprò aspettare …. – sibilò la donna.

Koroc impose il silenzio ai suoi uomini e li invitò a seguirlo. Penetrarono nella fortezza attraverso il passaggio segreto. Impartì gli ordini a gesti, nessuno si aspettava un attacco dall’interno e fu facile sopraffare le guardie della regina.
- Io vado a liberare il re – disse rivolto a Dermon
- Vengo con voi!
Questa volta Koroc acconsentì.
Due guardie armate sostavano davanti alla porta della camera reale. Era necessario distrarle, si affidò a Tartàn. Sfiorò il pavimento con la punta della spada, ed ecco, manciate di smeraldi e rubini grossi come noci rotolare in ogni direzione. Le guardie, all’inizio sorprese, non tardarono a comprendere l’entità di quel tesoro e, subito si chinarono a raccoglierle. La via era sgombra, ma la porta non si apriva, pareva sigillata. Con la spada vibrò un fendente, schegge di legno volarono via, una spallata di Dermon fece il resto.
La stanza era buia, un flebile lamento indicava la presenza di qualcuno. Spalancate le finestre, al chiarore del giorno videro, steso su un letto, pallido e tremante, ciò che restava del fiero re.
- Dobbiamo portarlo fuori da qui!
Con l’aiuto di Dermon lo sollevarono e lo trascinarono nei corridoi dove, ormai infuriavano gli scontri.
Lo condussero all’aperto e lo fecero sdraiare sulla soffice erba. Il re aprì gli occhi.
- Koroc, amico mio – disse poi li richiuse.
- È morto? – chiese Dermon
- No! – una voce possente proveniva alle loro spalle
Il mago della Palude era lì dinnanzi a loro.
- Fategli bere questo. È un antidoto al veleno che gli è stato somministrato. Si riprenderà con il tempo. Ora dovete preoccuparvi di respingere gli invasori del sud. Molti sono rimasti fedeli al re, e quando sapranno che è salvo, accorreranno in vostro aiuto.
- Prima ho un conto da saldare con la regina – Koroc impugnò Tartàn.
- No! - Lo fermò il mago – alla regina penserò io. – e si diresse verso la fortezza, col passo lento e dignitoso, pronto ad affrontare l’ultima battaglia.

°°°°

Erano tempi di eroi, di magia e, delle lotte di potere.
Forse la storia non è finita, forse, un giorno, un nuovo e valoroso guerriero giungerà fino a noi … dalle immense Terre del Nord.




Luisa Camponesco

   
Clicca qui per la scheda generale dell'autore
Altri testi dello stesso autore
Tema Incorniciato Verso Avalon
Tema Così parlano gli studenti
Tema Torta di carote
Tema Incorniciato Gli occhi del cuore
Tema Incorniciato Figlio del vento 
Tema Incorniciato Volare nell'immenso
Tema PASQUA A CONCERTO
Tema Perchè si è stupidi?
Tema Le fate di Muir Wood
Tema Incorniciato Solo tre parole
Tema fiocco rosa
Tema Lo sapevate che...
Tema Incorniciato Space
Tema una lezione diversa
Tema .... 
Tema Incorniciato Un ascensore per le stelle 
Tema Presentazione:
Tema E' permesso?
Tema Reality Show - non ne posso più
Tema Incorniciato Papaveri
-----------------------------------------
Vai a:

Pagina Caricata in :2,20
Imposta come tua pagina di avvio aggiungi ai favoriti Privacy Segnala Errori © 2001-2021 Concerto di Sogni - B.A. & R.M MaxWebPortal Snitz Forums Go To Top Of Page