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 Fratelli d'Italia
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Roberto Mahlab
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Inserito - 08/05/2006 :  21:38:07  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Entro in palestra e saluto una coppia che vedo sovente, saluto per educazione, anche se non ho mai gradito che, ogni volta che mi vede, l'uomo mi dica "rabbino" o "arabo" a seconda della giornata, le ho sempre considerate parole dette così per dire, pur se mi sono pentito di avere una volta attaccato discorso e che sia venuto fuori del mio essere ebreo.
Devo dire che ho sempre pensato che io mai mi rivolgerei a qualcuno chiamandolo per ridere "rabbino, arabo, prete, imam" ecc ecc, mi sentirei strambo. Comunque il tipo di solito aggiunge termini di apprezzamento per la mia muscolatura mentre tiro su sessanta chili di manubri e dunque non ho timori particolari, la considero una bonaria presa in giro.
Stasera è avvenuto qualcosa di diverso, oppure dovrei dire che è avvenuto qualcosa che avviene sempre più diffusamente, al mio saluto l'uomo non ha risposto ma ha esclamato :"gli americani sono amici di tutti i dittatori e lo sono sempre stati". Iniziando i miei addominali ho osservato con il respiro ansante :"durante la guerra fredda i due blocchi coltivavano i rispettivi dittatori purtroppo".
"Non è vero, solo gli americani", ribatte l'uomo.
"Bè, diciamo che in Angola e Etiopia almeno le truppe cubane comandate da generali sovietici ci sono state", rispondo al centesimo addominale, concentrato sul mio obiettivo di diventare il più forte della palestra.
"No, non è vero".
"Ok, non è vero, come volete", un pò stupito perchè non capivo dove volessero andare a parare invece che far ginnastica, e poi io che c'entravo?
"E poi le elezioni, gli americani hanno voluto le elezioni in Palestina ed ecco che ha vinto hamas", riprende l'uomo.
"Vero ma, e i casi dell'Italia fascista e della Germania nazista insegnano, elezioni parzialmente democratiche e colme di atti di intimidazione possono dare il potere a partiti non democratici".
Interviene la moglie e si rivolge a me con tono duro :"hamas? e chi dice che non sono democratici? piuttosto Israele, che spara con i carri armati a chi tira le pietre!".
Mi sollevo dal cinquecentesimo addominale :"bè, ammesso che sia vero, sa, le pietre sono oggetti pesanti".
"Non è vero, gli israeliani sparano con i cannoni sui palestinesi che gettano le pietre".
"Lei pensa che se qualcuno le tira una pietra in testa, non le farà male?"
"No, gli israeliani sparano con i carri armati con chi tira solo le pietre!".
Rinuncio e ritorno a fare addominali, ma la signora prosegue :"e poi gli israeliani hanno occupato la Palestina!".
"Bè, guardi che i territori cisgiordani e Gaza sono stati occupati nel 1967 a seguito delle aggressioni arabe".
"No gli israeliani sparano con i carri armati a chi tira le pietre!".
"Ok signora, ma io che c'entro, sono venuto qui dopo una giornata di lavoro per distendermi e fare un pò di ginnastica", rispondo perplesso.
"Ah, ti sei arrabbiato", dice lei (non ha detto "arrabbiato", ha usato un termine non adatto alla bocca di una signora).
"Ah, si è arrabbiato!", la segue il marito.
"Sto cercando di fare gli addominali", dico io pensando di non avere nessuna voglia di far presente che le bombe sugli autobus e nei ristoranti non sono propriamente pietre e che la situazione è assai più complessa e variegata della lista di "colpe" di Israele, e poi perchè ce l'hanno con me?.
"Tu sei matto", riprende il marito, "ti sei arrabbiato e allora sei matto".
Mi risollevo dal tappeto degli addominali e rispondo :"scusi?"
"Eh sì, tu sei matto e poi io ho tanti amici ebrei".
"Ah, ecco, a parte il fatto che dubito che riesca a mantenerli amici se si comporta così con tutti loro, adesso è tutto chiaro, io al mattino quando mi alzo faccio colazione, non penso a dare addosso agli ebrei o a qualsiasi altro popolo e poi è vecchia la battuta 'io ho amici ebrei', non ditemi che tutto questo discorso lo avete fatto solo per il fatto che sapete che sono ebreo e che quindi dovevo essere oggetto delle vostre attenzioni non richieste?".
"Tu sei matto", ripete ossessivamente il marito.
"Guardi che matto lo dice a qualcun altro, se vuole argomentare, anche se a questo punto non sono interessato ai suoi discorsi, non ha il diritto di offendere l'interlocutore, quando discute, deve parlare di argomenti, non delle sue considerazioni per la persona che ha di fronte".
"Tu sei matto", ormai è uno slogan.
"Per favore, smettetela oppure mi alzo e mi sposto altrove nella palestra, sono venuto a far ginnastica".
La litania del "tu sei matto" prosegue per diversi secondi, cerco di fermarli dicendo di smetterla e che "il tu sei matto" se lo possono tenere per loro. Infine sono costretto sul serio a spostarmi, ma mi seguono, fino a che si stufano e si allontanano, raccontando agli allibiti soci della palestra che incontrano sul loro cammino che io sono matto.

E' già la seconda volta che in palestra mi accade un episodio del genere, la volta scorsa per difendermi ho dovuto inseguire per mezza palestra il tizio che ci teneva a farmi notare come io fossi l'ebreo cattivo e invece lui conosceva tanti ebrei buoni che consideravano Arafat un santo, da notare che anche allora io ero solamente impegnato a tirare su manubri e che non ero minimamente interessato ai giudizi o pregiudizi del signore in questione.
Mi rendo conto che per me anche la palestra si divide in zone dove posso lavorare tranquillamente e zone dalle quali devo stare lontano, persone che posso salutare e che rispondono al mio saluto e persone che non posso avvicinare senza subire rimproveri "per la politica di Israele".

Dunque esistono persone che quando si svegliano al mattino ritengono che il loro ruolo nel mondo sia cercare il primo ebreo che passa e fargli presente di come sia cattivo Israele, ovviamente non è permesso al malcapitato argomentare diffusamente, non gli è permesso neppure riferire delle sue opinioni, come fanno a sapere che la persona a cui danno addosso non sia magari un ultra pacifista colomba disposta a sparire dalla faccia della terra per non disturbare? Non interessa loro, non hanno interesse a chiedere e a sapere cosa il malcapitato pensi, l'importante è sapere che la persona è un ebreo, per il fatto di essere ebreo è colpevole delle fantasie "politiche" di cui sono convinti.


Questa è la realtà, diffusa come sappiamo per esperienza, nel nostro paese e non solo nel nostro paese. Ieri a Berlino una studentessa ebrea è stata pestata perchè parlava ebraico al cellulare, in Francia siamo addirittura agli omicidi.

Ieri ai giardini di via Guastalla a Milano si è svolta la festa, organizzata dall'associazione 'Amici di Israele' per l'anniversario della proclamazione dell'indipendenza di Israele, avvenuta nel 1948. Gli ospiti erano illustri, il sindaco, il presidente della provincia, politici di tutti i partiti e tanta, tanta gente, che ha assaggiato le specialità della cucina mediorientale e ha ballato ai ritmi di un famoso complesso che suonava le melodiose canzoni della tradizione ebraica.

Le bandiere di Italia e Israele ricoprivano il palco delle autorità cittadine e particolarmente commovente e straziante fino alle lacrime è stato il momento in cui un coro di ebrei milanesi ha cantato il nostro inno nazionale italiano, le note di 'Fratelli d'Italia' parevano superare gli alberi e diffondersi per tutta la metropoli. Gli organizzatori hanno chiesto di dedicare l'inno ai nostri soldati caduti in Iraq e Afganistan, caduti come portatori di pace.

Eravamo là, gli ebrei di Milano, a cantare 'Fratelli d'Italia', con i tratti del viso commossi di riconoscenza e di affetto, ho pensato in quel momento che poteva apparire strano, che non è usuale ascoltare il nostro inno nazionale nel nostro stesso paese. Ma noi lo cantavamo. Sapendo bene che ci sono persone che non lo cantano e non credono che gli ebrei lo debbano cantare, anzi, non credono neppure che debbano essere cittadini di questo paese.
Quanto è bello cantare, quanto è meschino odiare.

Roberto Mahlab

Morgana
Curatore



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Inserito - 09/05/2006 :  08:55:40  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Morgana
Il problema è che ci sono persone che portano la bandiera della libertà e dei diritti umani, la fanno loro ma poi sono poco coerenti con gli stessi principi e valori di cui si vantano e si riempiono la bocca. Ci sono persone che amano punzecchiare, ferire, mortificare in un modo così inopportuno da diventare incredibile.
Cosi tu stai lì a rimuginare pensando "io non ho mai provato gusto nell'offenderti, perchè tu mi fai questo?", "io non ho mai provato la necessità di ferirti e ho sempre cercato di soppesare le mie parole perchè tu provi gusto nel dire certe cose in mia presenza". Il problema è che se tu reagisci, come ho fatto io, in seguito potresti trovarti, come è successo a me con quelle che pensavo essere mie amiche, a essere accusato di non lasciare all'altro la libertà di esprimere le sue opinioni!!!!
La libertà finisce dove inzia quella dell'altro e tra i diritti dell'altro c'è anche quello di non venire gratuitamente ferito.
E' una questione credo anche di educazione e di valori non politici, come crede questa gente, ma etici e morali.
Se poi queste persone credono nella pace sono ben lungi dal dimostrarlo.
A Milano c'è stata una inaugurazione di un giardino pubblico intitolato ai caduti di Nassiriya e lì vicino hanno intitolato una via Quattrocchi, forse era lo stesso giorno deglla festa degli Amici di Israele?


Edited by - Morgana on 09/05/2006 09:01:34Vai a Inizio Pagina

   
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