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 Ngari
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luisa camponesco
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Inserito - 18/06/2005 :  20:13:18  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Ngari

L’altopiano si stendeva immenso con quelle sfumature di verde e giallo che non trovavano eguale in nessun’altra parte al mondo.
Barbara e Brad Hale, ammirarono quella distesa e quella montagna la cui cima, avvolta dalla nebbia, era la loro meta.
Appassionati di alpinismo avevano già effettuato scalate, ma mai a quel livello.
Il Kangrinboqe si ergeva maestoso dinnanzi a loro.
- Che spettacolo Brad
- E vedrai quello che ci aspetta! – rispose
Gli sherpa stavano scaricando i muli per piantare il campo-base. Nella tenda più ampia vennero sistemati gli equipaggiamenti comprese anche alcune bombole d’ossigeno, nonché quanto concerne il primo-soccorso.
Verso sera vennero accesi i fuochi e la temperatura scese di parecchi gradi. Bevendo té caldo Barbara e Brad controllavano la mappa della zona, brulla e aspra ma piena di fascino.

Avevano programmato quel viaggio un anno prima, fu il giorno in cui Brad, sistemando la libreria, gli sfuggì di mano un grosso volume che cadde sul pavimento e si aprì, come per incanto, su di una fotografia in bianco e nero. Rimase affascinato da quella illustrazione, allora si accomodò in poltrona ed iniziò a leggere l’articolo.

“in questa zona del Tibet occidentale detta anche Il Tetto del Mondo si trova l’altopiano di Ngari la cui estensione è di circa 300.000 metri quadrati. Esso comprende la catena montuosa di Gangdise, Kunlun ed Himalaya. Quest’area è caratterizzata da ghiacciai fiumi e laghi. Il monte sacro Kangrinboqe ed il lago Mapum Yumco conservano ancora le testimonianze dell’antico regno di Guge”

Seguivano le fotografie del Kangrinboqe, la descrizione dell’ambiente, poco frequentato dagli stranieri data l’asperità del territorio, ed il clima rigido. Anche la mappa era in bianco e nero, allora Brad, controllò la data di pubblicazione del volume.
Non si era sbagliato, si trattava di un atlante geografico appartenuto al nonno edito alla vigilia della prima guerra mondiale. Poco dopo venne raggiunto da Barbara.
- Cosa stai guardando con tanto interesse caro?
- Incredibile! Ho trovato un libro di geografia appartenuto a mio nonno.
- Il mondo è cambiato parecchio da allora Brad - Barbara armata di un piumino per la polvere mimò nell’aria figure di scherma.
- Questo luogo non credo sia cambiato, non lo credo proprio – rispose indicando col dito le illustrazioni
Barbara osservò incuriosita e rimase affascinata dalla magia che quelle fotografie trasmettevano.
Strane vibrazioni le percorrevano tutto il corpo.
- Andiamoci Brad!
- Andiamo??? E dove?
- Qui, ti prego non dirmi di no! – Barbara con voce tremula indicò la montagna
- Ma Barbara! Non è uno scherzo è un viaggio lungo e faticoso e poi come alpinisti non siamo così bravi.
- Allora vorrà dire che ci prepareremo, ci alleneremo...
- Ma Barbara…
In effetti Brad non aveva mai visto la moglie così determinata ed entusiasta ma doveva assolutamente convincerla a rinunciare. Richiuse il libro e fu allora che s’accorse che qualcosa spuntava fra la rilegatura e la copertina dell’ultima pagina.
Estrasse delicatamente un foglio, scritto fitto fitto a mano e riconobbe la calligrafia del nonno. Purtroppo gran parte era illeggibile, quasi sicuramente si era bagnato, infatti grandi macchie bluastre coprivano intere frasi ma qualcosa riuscì ancora a leggere

…mi stupirono molto quelle orme sulla neve fresca ……quell’animale doveva essere di gros… dimensioni……… seguimmo……………ma io mi diressi, da solo, sul versante est lungo il costone… Michel e Fred dall’altro lato……………….. …………………………. Me lo trovai dinnanzi…….. fu tremendo …………mai visto nulla di simile…….pensavo………attaccasse invece…..

non ho parlato mai a nessuno di questo………..preso per pazzo…….. un giorno qualcuno leggerà questa…….

Brad leggeva e rileggeva quelle frasi spezzate e incomplete, si convinse che il nonno avesse visto qualcosa di incredibile. Un disegno tracciato con mano incerta chiudeva la pagina. Era il disegno di un sentiero con dei numeri annotati a fianco. Piegò il foglio e lo rimise nel libro.
Quella notte dormì poco e male quella montagna era sempre davanti a lui così al mattino seguente…
- Barbara da oggi ci alleneremo nella palestra della tua amica Sonia
Lei spalancò gli occhi
- Allora hai deciso!
- Si Barbara, partiremo.

Ed ora eccoli lì su quell’altipiano pronti a compiere una fantastica impresa. Brad non aveva mai detto cosa lo avesse convinto ad intraprendere quel viaggio, ma a Barbara questo poco importava. Quella montagna li attendeva e con essa un segreto in attesa d’essere svelato. Il capo degli sherpa comunicò che sarebbero partiti alle prime luci dell’alba ma che i portatori si sarebbero rifiutati di proseguire oltre il limite del “Grande Sasso”
- Il Grande Sasso? Ma cosa sta dicendo? –
- E’ una credenza di questa gente, pare che andando oltre si possa scatenare l’ira degli spiriti della montagna sacra. – rispose Brad
- E tu come le sai queste cose? – lei chiese
Brad si finse indaffarato, non voleva far sapere dello scritto del nonno ma aveva bisogno di trovare delle risposte che di sicuro si trovavano oltre quel limite.

La prima luce aveva raggiunto la cima del ghiacciaio, e l’ombra piano piano si ritirava verso valle. Gli sherpa s’incamminarono, attraverso il pianoro con gli zaini e le tende. Brad e Barbara chiudevano la fila. Occhiali a specchio e bastoni si misero in marcia, il freddo era pungente e nonostante le pesanti giacche, penetrava nelle ossa.
A quella altitudine si respirava a fatica e camminare diventava sempre più faticoso, ma la determinazione che li animava li spingeva a proseguire.
Raggiunsero i piedi della montagna e iniziarono la salita facendo brevi soste. Verso mezzogiorno, il sole aveva riscaldato l’aria il riverbero della neve era accecante. Si fermarono per un tè e uno spuntino veloce e poi nuovamente in viaggio.

La roccia aveva una strana forma, la forma di un viso, i portatori lasciarono i bagagli e tornarono suoi loro passi
- Mi spiace signori ma noi ci fermiamo qui! Non vogliamo sfidare gli dei. – con un cenno di saluto tutti tornarono al campo base.
- Temo proprio che d’ora innanzi dovremo arrangiarci da soli.
- Come mai non ti vedo preoccupato? – chiese Barbara
Per tutta risposta Brad estrasse da una tasca interna della giacca il foglio trovato nel vecchio atlante.
- Se ce l’ha fatta mio nonno ce la faremo anche noi! La cosa più importante ora è capire il significato di questi numeri scritti accanto al disegno di questo sentiero.
- E’ come il filo d’Arianna! – esclamò Barbara
- Giàà hai proprio ragione! Il filo d’Arianna! Come ho fatto a non pensarci!
Si misero a cercare in tutte le direzioni mentre il sole incominciava a calare e con esso la temperatura. Stanchi e delusi si fermarono a riposare.
- Sarà meglio piantare la tenda, incomincia a far freddo. Probabilmente questi numeri non significano nulla.
Mentre Barbara, dentro la tenda, preparare del caffè sul fornelletto da campo, Brad, con le mani affondate nelle tasche osservava la montagna che pareva imprigionare l’ultimo raggio di sole. Il profumo del caffè, si sparse intorno invitante, dette un calcio ad un sasso che provocò una piccola frana. Stava per entrare nella tenda quando…
- Barbara! Portami una torcia!
Il faro illuminò un piccolo masso sul quale appariva, in modo inequivocabile, il numero 20.
- Ma è uno dei numeri di quel foglio!
- Credo di capire – continuò Barbara – domani continueremo la ricerche e vedrai troveremo anche gli altri.
Un sorriso soddisfatto si dipinse sul viso di Brad.
Il giorno seguente scoprirono altri numeri ed una specie di frenesia, come una caccia al tesoro, si impadronì di loro.
- Ecco! Il 30; il 40; - l’entusiasmo della scoperta li spinse sempre più lontano senza che se ne accorgessero
- Oh mio Dio! Ma dove siamo finiti?
Si guardarono attorno, increduli di aver percorso tanta strada.
- Ci siamo persi?
- Questo è impossibile, basterà seguire i numeri a ritroso. – Brad controllava il disegno
- Ecco finisce qui! Lo trovo strano!
- Probabilmente una frana ha cancellato il resto del percorso. - Barbara ispezionava la parete, mise un piede in fallo e precipitò già per un canalone ghiacciato seguita dall’urlo del marito.

°°°

Uno strano calore avvolgeva il suo corpo, si sentiva leggera come fluttuasse nell’aria. Un essere bianco le stava accanto.
- “devo essere in paradiso” – pensò
Poi un dolore acuto ad una gamba le fece prendere coscienza, si trovava sul fondo di un canyon. Cercò di rialzarsi, un’ombra candida, la sfiorò. Pensò di avere delle visioni dovute alla scarsità di ossigeno, altri movimenti sullo sfondo della neve attirarono la sua attenzione, le sembrò che il ghiaccio si spostasse. Le sembianze umane si muovevano ad una incredibile velocità, ebbe paura. Provò nuovamente a rialzarsi ma questa volta la fitta dolorosa fu tremenda e svenne.

°°°

- Stai attenta Barbara con quella bicicletta, potresti cadere e farti male! – sua madre sulla porta di casa la guardava con apprensione.
- Mamma! Come faccio ad imparare se non provo?
- Fai come vuoi ma ricordati di fare i compiti e tra mezzora è pronta la cena!
Barbara si avventurò sul vialetto, man mano pedalava acquistava sicurezza e allora decise di accelerare l’andatura.
- Ehii Barby hai finalmente imparato! – la sua amica Claire la raggiunse
- Ci faremo delle belle passeggiate d’ora innanzi.
Barbara e Claire pedalavano allegramente, erano amiche da sempre. Era una bella giornata di settembre, alcune foglie incominciavano a cadere formando un colorato tappeto. Cantavano e ridevano le due ragazze, erano così felici. Attraversarono la strada e non lo videro. Il camioncino procedeva zizzagando e in un attimo ….
- Barbara! Barbara! - la voce disperata di Claire si allontanava sempre di più
- BARBARA! Amore mio, sono qui!
Non vide l’amica quando aprì gli occhi, ma il volto tirato di Brad, dietro di lui gli sherpa la guardavano con stupore. Cercò di rialzarsi…
- Non provarci, stai tranquilla ora sei al sicuro.
- Cosa mi è successo?
- Non ora, ne parliamo dopo.
Rientrarono al campo base in attesa dell’elicottero di soccorso. Sdraiata sulla branda Barbara guardava il marito con aria interrogativa.
- Non capisco! Come faccio ad essere qui?
- Il terreno è franato e tu sei caduta. Ti abbiamo cercata per tre giorni. Non ricordi nulla?
- Mi spiace non rammentare nulla. No aspetta! C’è una cosa che rammento, ho rivissuto un momento tragico della mia vita, qualcosa che avevo rimosso. Ora so perché ho il terrore delle biciclette e so che posso vincerlo, finalmente. – e poi proseguì - Tre giorni? Vuoi dire che sono mancata per tre giorni?
- Esattamente! Ma io ti avrei cercato anche per una vita intera. - Brad la strinse a sé
- Gli sherpa dicono che sono stati gli spiriti della montagna a portarti qui.
- Gli spiriti della montagna? Ho la visione di candide creature, ma sono sicura che è solo uno scherzo dell’altitudine.
Brad rimase per un po’ in silenzio, poi da una agenda estrasse un foglio spiegazzato e lo mostrò
- Creature come questa?
- Oh mio Dio! – Barbara spalancò gli occhi – allora non ho sognato!
- Ti abbiamo trovata vicino al campo. La tua gamba era fasciata e chi lo ha fatto doveva conoscere bene l’anatomia umana, questo ha impedito danni maggiori. Gli sherpa non volevano avvicinarsi, temendo una maledizione ma io …
- E’ questa la ragione per la quale siamo venuti qui, vero Brad? Tu li stavi cercando e me lo hai tenuto nascosto. Ora cosa intendi fare?
- Ti hanno salvato la vita Barbara, questo è l’unico modo che ho per ringraziarli e poi …nulla accade per caso. – avvicinò il foglio al fuoco del lume e in un attimo si incenerì
Abbracciati Barbara e Brad, si sentivano più uniti che mai, mentre un elicottero si avvicinava per riportarli a casa.

°°°

Sul costone est del Kangrinboqe, un gruppo di candide creature osservava lo strano uccello che si stava posando sul terreno.
Il più piccino fra di essi, alzando una mano e indicando il pianoro, mormorò “Ngari ”
.. e fu come un soffio di vento.



   
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