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 Ocean people
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luisa camponesco
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Ocean people

La tempesta urlava rabbiosa sulle acque di Huberz, le onde erano talmente alte che spazzavano i rari lembi di terra emersa. Persino laggiù nelle profondità oceaniche si percepiva lo sconvolgimento della superficie, nella città di Tirit, capitale dell’impero Huberziano, la preoccupazione era palpabile, Amir primo ministro era a colloquio segreto con l’imperatore Enor.
- Cosa dicono gli oceaniani, sanno cosa sta accadendo?
- Non sanno spiegarsi questo fenomeno. Alcuni sono saliti fino a raggiungere la superficie ma sono tornati indietro respinti dalle grandi onde.
Enor emise alcune bollicine e si lasciò andare sul trono di madreperla, Huberz, un mondo ricoperto per il 95% d’acqua era il sesto pianeta che ruotava attorno ad una nana rossa in una lontana galassia lenticolare.

La vita era cominciata sulla terra ferma, una combinazione di amminoacidi e carboidrati, sino a divenire polimeri sempre più complessi e ben presto si era adattata all’ambiente marino.
Stava insegnando questo, Amsu, ai suoi allievi, mostrando tutte le fasi della loro evoluzione quando tutta la costruzione fu scossa violentemente.
- Cosa sta accadendo? – chiese un allievo spaventato
- State tranquilli e rimanete al vostro posto – rispose.
- Tra poco la lezione finirà e potrete tornare a casa.
- Ma maestro! Abbiamo appena cominciato…
- Non importa, oggi ho deciso di farvi fare un po’ di vacanza.
Miriadi di bollicine e gorgoglii di gioia salirono verso l’alto e uno per volta nuotarono verso il grande foro d’uscita.
Amsu, non appena tutti furono usciti, spostò una grande conchiglia che copriva l’oblò che conduceva ai laboratori d’osservazione. Alcuni oceaniani osservavano attraverso lenti periscopiche la tempesta che da parecchie rivoluzioni planetarie sconvolgeva l’oceano.
- E’ cambiato qualcosa?
- Le terre emerse si stanno espandendo, qualcosa le spinge in superficie.
- Ma com’è possibile?
Per Amsu una cosa simile era contro ogni legge fisica, da milioni di rivoluzioni, la vita si svolgeva nelle profondità marine, adattandosi all’ambiente, modificandosi sino a far a diventare gli oceaniani la specie dominante che aveva sottomesso, nel susseguirsi delle ere, ogni altra specie acquatica.
Molte città erano sparse sul fondo e molte fattorie si occupavano della coltura di alghe e dell’allevamento ittico. Le abitazioni erano di struttura conica, perfette per i corpi affusolati degli huberziani.
La popolazione si spostava, velocemente, da un luogo all’altro con acqua-scooter, anche se, a causa delle forti correnti, i trasporti erano, al momento, difficoltosi. La vita, trascorreva, comunque, tranquillamente, le nuove generazioni crescevano sane e forti, l’arte medica quasi del tutto sconosciuta, ma si erano sviluppate l’ingegneria, la matematica e le scienze.

Tutte le menti del pianeta erano, ora, riunite nella capitale cercando di capire cosa stesse accadendo.
- Il clima della superficie sta mutando e questo causa un cambiamento climatico che si ripercuoterà sempre di più anche quaggiù.
Tels, il primo scienziato stava esponendo le sue tesi quando fece il suo ingresso Afìa la figlia di Enor.
Tutti si alzarono in piedi e chinarono il capo, segno di grande rispetto.
- Prego continuate pure – gorgogliò soavemente.
- Principessa! Quale onore
- Non intendo interrompervi, dato il particolare momento, ma sono qui per incarico di mio padre, poiché molto dipenderà dalle vostre decisioni.
La discussione riprese e ciascuno proponeva le proprie soluzioni. In un angolo, non visto, Amsu mosse una pinna in segno di saluto ed Afìa rispose nello stesso modo.
I due si conoscevano da molto, condividevano la stessa passione per la storia del pianeta e della sua evoluzione. Ma le differenze di casta li obbligavano a tenere nascosta la loro amicizia.
Solo al termine della riunione i due si incontrarono nella cupola delle scienze. Amsu non smetteva mai di ammirare l’eleganza del nuoto della amica e la grazia del suo portamento.
- Cosa ne pensi amico mio?
- Sarebbe necessario salire in superficie e prelevare un campione dell’atmosfera.
- Ma sai che è proibito? – Afìa era preoccupata
- Se ti dovessero scoprire potrebbero condannarti a lavorare nella fossa di Cùpan
- E’ vero! Ma finché ci limiteremo a discutere senza agire non risolveremo nulla.
Una vibrazione nell’acqua li avvertì che la pausa era finita e il lavoro doveva ricominciare.
- Ciao Amsu, vado a controllare la temperatura delle uova, alcune sono prossime alle schiusa
- Ed io ritorno a scuola – rispose
- Sii prudente – raccomandò e con un colpo di pinna com’era venuta si allontanò in direzione dell’Ovarium.
Fare lezione con la testa altrove fu un’impresa, gli allievi se n’accorsero ed approfittarono per giocare lanciandosi conchiglie. L’aula era colma di bollicine gioiose.
- Visto che siete pieni d’energia, preparatevi per una bella partita di acquapalla! – esclamò
Il gioco consisteva nel far entrare in un piccolo foro uno pseudo – riccio, vinceva che riusciva a fare tre centri consecutivi. Tutti applaudirono con colpi di coda.
Mentre gli allievi iniziavano la loro partita, Amsu pensava a come procurarsi una tuta protettiva e salire in superficie. La raccolta di quel campione d’aria era indispensabile per stabilire l’entità dei mutamenti. Gli equipaggiamenti, necessari a tale impresa, erano custoditi nei laboratori privati dell’imperatore, solo Afìa avrebbe potuto aiutarlo, lei poteva accedervi senza far domande.
Quella sera stessa, anche se parlare di sera era improprio, le inviò un messaggio con un pesce viaggiatore. Si sarebbero incontrati vicino alla piantagione di proto-alghe, proprio dietro al palazzo reale.
- Ho ricevuto il tuo invito, dimmi che non hai intenzione di fare ciò che sto pensando.
- Afìa devi aiutarmi a procurarmi una tuta da superficie!
Il sospiro della principessa provocò una miriade di bollicine colorate e senza rispondere si addentrò nella piantagione, Amsu la seguì.
- Ecco! Volevo mostrarti questo – con la sottile appendice posta sul lato destro, indicò alcune alghe dal colore grigio.
- Cosa significa?
- Significa che la temperatura dell’oceano è aumentata, la vegetazione sta cambiando colorazione e che sono così pazza da procurarti la termo-tuta.
- Allora la situazione è più seria del previsto. Solo qui si è verificato il cambiamento cromatico?
- Abbiamo avuto notizie che in prossimità dell’equatore la colorazione dei vegetali è pressoché viola, e non è tutto, alcuni tipi di pesci-squalo hanno cambiato abitudini.
- Del tipo?
- Sono diventati più aggressivi. Una fattoria nelle vicinanze di Cùpan è stata attaccata, hanno dovuto abbatterne più d’uno e costruire delle sfero-recinzioni.
- Da quanto tempo sta accadendo questo?
- Da troppo ormai, per considerarlo solo un fatto transitorio, come già accaduto in passato. Domani a quest’ora ci incontreremo davanti alla cupola Delle Scienze, ti porterò ciò che mi hai chiesto e… buona fortuna amico mio.
Di fortuna ne avrebbe dovuta avere molta, nessuno da moltissimo tempo era risalito in superficie, un decreto imperiale lo vietava, pena i lavori forzati nelle profondità di Cùpan. Lì si estraeva un minerale che aveva la capacità di catturare la luce, con esso si illuminavano le città, le coltivazioni, gli allevamenti e quando era necessario, opportunamente lavorato, forniva anche calore.
Afìa mantenne la promessa e in un punto isolato, lontano dalla capitale, Amsu rinchiuso in una tuta ermetica, lentamente saliva vero l’alto. Ogni tanto si fermava per controllare l’abissometro da polso e compensare la pressione che, man mano calava.

Una luce fortissima lo costrinse a chiudere le tre palpebre, allora si accorse di aver raggiunto la superficie. Dopo un breve periodo di adattamento riaprì gli occhi per vedere un mondo talmente diverso da sembrare irreale.
Attraverso lo spesso vetro del casco, vide un mondo viola con qualche macchia rosa, ma la cosa che lo colpì maggiormente fu la luce intensa, lo giudicò bello, di una bellezza selvaggia. Avrebbe voluto rimanere molto di più, invece risucchiò nel contenitore ermetico un campione d’aria e si rituffò nell’acqua.

Il ritorno nelle profondità oceanica gli parve incredibilmente lungo e sebbene tornasse a casa, il ricordo di quel luogo non lo avrebbe più lasciato. Consegnò il campione ad Afìa ed attese i risultati.
Nel frattempo la vita riprese a trascorrere normalmente. La tempesta si era placata e le comunicazioni fra le varie città ricominciarono senza problemi. Amsu pensò che forse Afìa avesse esagerato nel prospettare la situazione. Con un colpo di coda nuotò nel bosco di alghe blu, luogo preferito degli innamorati, poi si spostò verso gli allevamenti di ittiobovi. Tutto era tranquillo e con questa serenità d’animo si accinse ad incontrare l’amica Afìa.
Si ritrovarono davanti all’ingresso della cupola Delle Scienze
- Hai un’espressione preoccupata amica mia! Mi sembra che tutto stia tornando alla normalità!
- Sei in errore Amsu, ho i risultati dell’analisi.
- Allora dimmi.
- Purtroppo c’è in atto un lento, ma inesorabile, mutamento delle condizioni ambientali. Per ora le tempeste si sono placate, ma si ripresenteranno anche più violentemente. Il campione che tu hai portato presenta anomalie nella composizione dell’aria.
- Che genere di anomalie?
- Un incremento di oxigenite e anìdro-carbonite.
- Ma sono i gas sprigionati dalla lavorazione della cupanite!
- Proprio così, le miniere di Cùpan sono la principale causa inquinante.
La rivelazione cadde come un macinio fra i due. Quel minerale era indispensabile per la sopravvivenza degli huberziani e la scoperta che la sua estrazione ne avrebbe, in futuro, determinato la sua estinzione era inconcepibile.
- Quando accadrà tutto questo?
- Non subito per fortuna, non lo vedremo noi e nemmeno la prossima generazione ma…
- Ma…
- Dobbiamo pensare al futuro
- In che modo?
- La vita sul nostro pianeta è iniziata in superficie, ed è là che dovremo tornare.
- Stai vaneggiando Afìa noi non possiamo respirare aria.
- Noi no, ma i nostri discendenti forse si. Nelle prossime uova inseriremo un nuovo gene, in grado di provocare una mutazione che possa essere trasmessa alla generazione successiva. Questo cambiamento renderà possibile la vita in superficie adattando il sistema respiratorio alla nuova situazione.
Speranza, sollievo al pensiero di un probabile futuro. Amsu ed Afìa gorgogliarono bollicine colorate che si intrecciarono fra loro per salire verso l’alto.

Dopo cento rivoluzioni Huberz, presentava una consistente espansione di terra ferma, anche se gli oceani lo ricoprivano ancora per il 70%. Le sue acque si erano riscaldate sempre più e nelle sue profondità dell’oceano, città e fattorie si proteggevano dal riscaldamento mediante climo-cupole.
Quel mattino due giovani huberziani giocando, senza accorgersene, si trovarono in superficie e rimasero abbagliati dallo splendore del paesaggio, si fermarono per un po’ sulla terra ferma, poi uno di loro, spaventato, si rituffò nell’oceano, l’altro, invece, si sdraiò sul morbido tappeto viola accarezzato dal vento a godersi il tepore di una nana rossa.


   
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