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 25 Concerto di Bimbi
 Babbo Batale e le lettere scomparse
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luisa camponesco
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Babbo Natale e le lettere scomparse

Il laboratorio era in fermento, elfi e gnomi si davano un gran daffare, corri di qua, corri di là, i trenini da questa parte e le bambole dall’altra.
- Sbrigatevi fannulloni! – Patch il capo degli gnomi nonché responsabile della produzione di balocchi li arringava. A dire il vero non ce n’era bisogno, tutti facevano il proprio dovere.
Il paesaggio era un incanto di neve, lassù nel circolo polare Artico dove abitavano Babbo Natale ed i suoi collaboratori. Ma quella mattina, mentre guardava la foresta imbiancata, Babbo Natale era un po’ preoccupato. Infatti le letterine, che di solito sommergevano il suo tavolo, quest’anno era meno della metà. Meditava e pensava “chissà cos’è successo ai bambini che si stiano dimenticando di me?” proprio in quel momento Ulric entrò nella stanza col fiatone per la gran corsa.
- Capo! Abbiamo già messo nei sacchi le automobiline e adesso stiamo ultimando i cavallucci a dondolo e poi sarà la volta dei trenini…
Ma vedendolo così preoccupato gli chiese: “C’è qualcosa che non va?”
Babbo Natale scosse la testa
- Non capisco, negli anni passati i bambini mi scrivevano tutti, ero sommerso dalle loro letterine. Le ricordo tutte sai! Guarda come le ho conservate!
Aprì una porta che dava su di una grande stanza piena di scaffali tutti colmi di letterine, alcune erano così vecchie da essere diventate gialle, ma dentro avevano tutta la freschezza di chi le aveva scritte.
- Ci sarà una spiegazione. – rispose Ulric
- Mi piacerebbe saperla, il Natale si sta avvicinando e i giocattoli devono essere consegnati …
- Capo ho un idea!
- Ti ascolto Ulric.
- Potrei andare a vedere cosa succede nel mondo degli uomini e sapere come mai non arrivano più le lettere dei bimbi
- Sei uno gnomo Ulric! Non puoi farti vedere, spaventeresti la gente
- Potrei mettermi un bel cappello e poi…
- Non se ne parla nemmeno! - con questo Babbo Natale intese chiudere la conversazione.
Ulric non era uno che lasciava le cose a metà, voleva troppo bene al suo “capo” e vederlo triste e preoccupato gli faceva male. Decise che sarebbe andato ugualmente a vedere cosa stava accadendo ai bambini del mondo.
Sgaiattolò, non visto, dal laboratorio e si diresse nelle foresta. Un gran cappello sulla testa, il vestito più bello e si preparò al viaggio. La cosa migliore era trovare una renna volante sarebbe arrivato a destinazione in un baleno.
Arrivato nel bosco incominciò a chiamare a gran voce: RODOLPHE, RODOLPHE!- ed eccola arrivare la renna col naso rosso rosso.
Ulric le parlò nell’orecchio e poi le saltò in groppa, in men che non si dica la renna prese il volo.

Volarono, volarono fino a quando lo gnomo vide una grande città tutta illuminata, decise di scendere dopo aver scorto un ampio spazio verde, era sicuro che avrebbe potuto nascondersi fra le piante. E infatti così fece. Atterrò tra due grandi abeti, sentiva un vociare confuso, suoni strani, luci lampeggianti, lui, che era abituato ai grandi silenzi si tappò le orecchie calandosi il berretto fin quasi sul naso e faceva bene dal momento che aveva un grosso naso.
Passato il primo momento di stordimento, incominciò a guardarsi in giro, vide un cartello, pensò bene di andare a leggere cosa ci fosse scritto e così fece seguito da Rodolphe . Quando fu abbastanza vicino incominciò a sillabare !
“ C E N T R A L P A R K “ si domandò subito in quale città fosse finito. Ma infondo cosa cambiava? Una città valeva l’altra, l’importante era scoprire come mai non arrivassero più le letterine a Babbo Natale.
I suoi pensieri furono interrotti dal pianto d’un bambino
- Voglio imbucare la mia letterina – continuava a gridare
- Va bene! Andiamo alla buca delle lettere, ma basta piangere ora! – la mamma lo prese per mano e lo condusse dinnanzi ad una grande scatola rossa. Il bimbo tutto contento infilò la letterina nella fessura posta in alto.

Appena mamma e bimbo si furono allontanati, Ulric si avvicinò a quella strana scatola. Su di una striscia bianca c’era scritto a grandi caratteri, POSTA PER BABBO NATALE via del Cielo n. 13
Appena letto questo Ulric si strappò dalla testa il berrettone e lo pestò furiosamente sotto i piedi.
Ecco perché non arrivavano le lettere, l’indirizzo era sbagliato!
Doveva rimediare subito, il Natale era vicino e i bambini che avevano scritto non avrebbero ricevuto i loro doni. Che disastro!
Stava riflettendo su come fare quando un si accorse che un bambino lo stava osservando
- Lo sai che sei proprio buffo!
- Me lo dicono tutti! – rispose Ulric cercando di nascondere orecchie e naso
- Anche tu devi imbucare la lettere per Natale? – continuò il bambino
Eccola la soluzione! Apparve come d’incanto nella mente dello gnomo
- Lo farei volentieri ma l’indirizzo è sbagliato
- E’ sbagliato? - fece eco il bimbo
- Certo che è sbagliato!
- E tu come fai a saperlo?
- Lo so perché lo conosc… perchéè… em …em . Perché ho già scritto una volta e Babbo Natale mi ha anche risposto.
Il bimbo rimase con la bocca aperta
- Allora se imbuco la mia lettera qui, Babbo Natale non la riceverà!
- Esatto! – Ulric incominciava a sperare
- Allora bisogna scrivere l’indirizzo giusto.
- Certooo – lo gnomo incominciava a saltellare dalla gioia
- Io ho gomma e pennarello! – disse con decisione il bimbo
- Allora correggiamo!!!
Con grande impegno gnomo e bambino si misero all’opera. Alla fine il risultato fu davvero notevole, su quella cassetta rossa adesso c’era scritto, in bella calligrafia, “POSTA PER BABBO NATALE Circolo Polare Artico n. 1”
- Adesso arriveranno tutte di sicuro! – Ulric emise uno sbuffo di soddisfazione
Proprio in quel momento la mamma del bambino lo chiamò
- Devo andare adesso ciao! Mamma vengo stavo parlando con questo ometto….
- Quante volte ti ho raccomandato di non parlare con gli sconosciuti. – data una occhiataccia allo gnomo, la signora si portò via il figlio.
Bene la missione poteva dirsi felicemente conclusa, ora bisognava tornare a casa subito. Risalito in groppa del fido Rodolphe riprese il volo per Polo nord.

- Babbo Natale, Babbo Natale – sempre col fiatone Ulric entrò spalancando la porta dell’ufficio “lettere”
- Ho scoperto perché non arrivano le lettere!!!
- Mi hai disobbedito – lo rimproverò Babbo Natale, ma vedendo l’aria dispiaciuta e mortificata dello gnomo, si raschiò la gola e cambiò tono
- Visto che ormai è fatta, dimmi cosa hai scoperto.
- Era per l’indirizzo sbagliato! Le lettere sono finite quasi tutte in Via del Cielo n 13
Per tutta risposta Babbo Natale andò alla finestra a guardare la neve che stava cadendo
- Poco male – disse all’improvviso – c’è stata un po’ di confusione. Pazienza, ho una amica che abita proprio lì e anche lei porta doni ai bambini. Le chiederò di rimandarmi le lettere. L’importante è che i bambini non abbiamo smesso di scrivere.
Poi rivolto a Ulric …
- Prestoo c’è un sacco di lavoro ancora da fare, coraggio all’opera.

Il laboratorio riprese vita, elfi e gnomi lavoravano presi da nuovo entusiasmo.
Le lettere ritornarono tutte a sommergere il tavolo di Babbo Natale e quando venne il gran giorno Ulric ebbe l’onore di chiamare le renne.
- Dasher! Dancer! Prancer! Vixen! Comet ! Cupid! Dunder! Blixen! E… Rudolphe!
Furono tutte legate alle slitta carica di doni come non lo era mai stata ed infine…
- OOOOPPPPPP VIAAAA – presero il volo verso il mondo dei bimbi lasciandosi dietro una lunga scia dorata.



Edited by - luisa on 12/12/2004 20:56:25

Elena Fiorentini
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Inserito - 16/12/2004 :  22:59:42  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini

Cari ragazzi,
spero che non sia tardi
e che possiate avere
una lezione di informatica
prima delle vacanze
per ascoltare
gli
auguri
di
Buon Natale

da condividere con i lettori di questo spazio e con i fantastici creatori
di Concerto di sogni
...vi siete ricordati di aprire gli altoparlanti?
Elena e gli amici di Milano



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