Roberto Mahlab
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 Inserito - 28/12/2001 : 18:29:58
Ricordate "La Storia Infinita", il libro, il film con la bellissima colonna sonora? Si narrava dei bambini che combattevano "il Grande Nulla" che vuole impadronirsi dell'universo. Una sera in palestra se ne parlava con i miei amici, gli attrezzi abbandonati, con rabbia del nostro duro istruttore.
In particolare la mia amica Maddalena si e' all'improvviso rivista quando era bambina e si nascondeva con i cuginetti nella grande casa della zia, dietro i mobili, al buio. I bambini, per gioco, erano deliziati nel costruire la loro paura, gli scricchiolii nel pavimento, i passi degli adulti.....la paura del nulla. Questa paura che non aveva un aspetto particolare e non aveva una causa, ma era un gioco appassionante, che si autoalimentava facendo battere forte il loro cuore. E' "il grande nulla" irrazionale del bambino, e l'altra sera ho capito perche', nella "Storia Infinita", Michael Ende ha voluto chiamare cosi' quell'inebriante emozione.
Maddalena era talmente concentrata nel ricordo, che mi misi a seguirla con un piccolo taccuino in mano, per prendere precisa nota delle sue parole tanto sentite. E cosi' che e' nata quella che si puo' definire :"l'intervista con la paura".
La teoria della mia amica, che il vostro inviato al di fuori del virtuale ora vi riporta, e' che sono gli adulti, in seguito, a razionalizzare questa paura fantastica del bambino, dandole vesti di mostri definiti, per fini che ritengono educativi, tipo non uscire di sera al buio perche' ti mangia il lupo cattivo e cosi' via. Maddalena mi ha raccontato un caso in cui un adulto aveva associato per sbaglio un termine errato ad una emozione del suo bambino, non sapendo piu' come fare in seguito per riparare. Per la mente di un bambino, anche le spine di una rosa possono essere associate a questa razionalizzazione della paura, se cosi' vuole l'adulto. Un giorno lontano dovro' affrontare anch'io le profonde ragioni psicologiche che mi portano ad avversare le cipolle. Quindi all'inizio c'e' una paura senza esperienza, la paura primordiale dell'ignoto, poi alla paura viene dato un volto attraverso il contatto con il mondo degli adulti. Il passo successivo e' toccato al mio famoso amico Egidio, in palestra e' ancora piu' sfaticato di me, partecipe a quella raccolta di sensazioni, che ha voluto continuare la storia dell'evoluzione della paura, passando a quella dell'adulto. Secondo Egidio la paura nell'adulto e' uno stato d'animo che riflette la mancanza di capacita', presunta o meno, ad affrontare le situazioni. La paura di volare, delle immersioni, di parlare in pubblico. Ho chiesto infine a Maddalena se, dai suoi ricordi, avrebbe potuto rispondere positivamente se le avessi chiesto, in quel passato giorno da bambina, se fosse stata tentata a gettarsi in quel buio. Ma la sua risposta, che mi aspettavo affermativa, e' stata invece molto piu' profonda, mi ha detto di no, perche' quella sensazione di paura autogenerata era necessaria ai bambini per farli sentire vivi, a differenza della paura nell'adulto, ma non per gettarli nell'incoscienza.Dal vostro corrispondente ai confini della realta', Bob Porter, Concerto News System, arrivederci su questi schermi. P.S.: Admin Beppe, quanto li pagano i corrispondenti? (e soprattutto quando?)
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