emofione
Emerito
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 Inserito - 06/11/2003 : 18:26:51
Mi estraneo da tutto. E’ un attimo.
Cerco la concentrazione.
Le prendo, le osservo.
Le indosso.
Destra. Sì.
Sinistra. Sì.
Sempre così.
Abbasso delicatamente la morbida lingua, che ora avvolge quel ruvido collo.
Due giri. Il fiocco all’esterno.
Loro li rovescio. Una sola volta. Sempre.
Lei la lascio al di fuori, la prima piccola sfida. Con quello.
Ho finito.
Due saltelli sul posto, affinché tutto combaci.
Mi guardo allo specchio attendendo che lo stomaco brontoli.
Eccolo, è puntuale, va bene così.
La solita preghiera. Ma non la invoco mai, Vittoria.
Lei la inseguo con tutto me stesso, lei la desidero.
Ma non è quel che conta adesso.
Un fischio, una piccola corsa, un saluto.
La vedo. La scruto. La chiedo. Devo toccarla. Una volta.
Ginocchia al petto. Due volte.
Un occhio all'esterno. Una mano voluta, cercata.
Sì, andrà bene. Lo guardo. Lo sfido con gli occhi.
Sì, nessuno si farà male. Io no. io no.
Staserà mangerò coi miei.
Ma ora do tutto.
Ci siamo.
Alè.
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