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 I brividi di concerto/"Il fitness del mondo"
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Roberto Mahlab
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Inserito - 19/06/2003 :  13:53:55  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

Ho sempre avuto grande ammirazione per chi ha il coraggio di aprire porte chiuse.
Ricordo che da piccolo ero terrorizzato da una porta nell'umida cantina, dietro di essa non c'era nulla, solo un muro di mattoni, non ho mai voluto sapere il perche'.
La scorsa settimana degli amici sono venuti a trovarmi a casa all'ora del the', ho spento tutte le luci e ho atteso che premessero il campanello, ho aperto lentamente i tre chiavistelli, mi sono nascosto dietro la porta e l'ho accompagnata piano, facendola cigolare sui cardini. Ho osservato i volti dei miei amici dallo spioncino, si sono dapprima guardati l'un l'altro con sorpresa e dubbio, poi hanno cominciato a sorridere e hanno attraversato l'uscio...

Come dicevo all'inizio, ho ammirato il loro coraggio, erano buoni con il the'.

Davvero avrete anche voi il coraggio di andare avanti, di attraversare questa porta e di addentrarvi oltre l'uscio nei "brividi di concerto"? Dopo, non dite che non vi avevo avvertiti.


Roberto Mahlab
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Inserito - 19/06/2003 :  13:58:53  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

Asciugamani, accappatoio, tuta, scarpe da ginnastica, maglietta, necessario per la doccia, c'era tutto nella sacca. L'acqua di colonia! Per poco non la dimenticavo. Magari faro' qualche incontro galante. E' primavera, le aiuole fiorite, il mio animo e' in armonia con la citta' che sto attraversando, e' una bella citta', i balconi quasi tutti con le piante. Il mezzo pubblico non si e' fatto aspettare, oggi il mondo gira proprio come si deve.
Un pomeriggio tutto libero e poi ho sempre sognato gli addominali piatti e delineati, mi ci mettero' davvero sotto. Mi sono appena iscritto a quella palestra e non ho mai incontrato tanta cortesia, e' proprio come si dice :"il cliente e' re".

Firmo il registro di presenza e le ragazze al desk non finiscono piu' di salutare, di chiedere come va', come si sta fuori, come e' andata la giornata, che ambiente rilassante.
Gli spogliatoi sono uno specchio di pulizia, di ordine, ogni armadietto ha il numero giusto di omini per appendere i vestiti e in un quarto d'ora sono abbigliato per la prima seduta atletica, mi guardo allo specchio, perfetto, aspetto e tuta puliti e stirati. Gli ingranaggi dell'orologio dell'universo devono aver subito una notevole riparata, mi piace.

La sala della palestra e' illuminata, su ogni lato decine di macchine e di attrezzi, il pavimento e' di un colore allegro, il sistema di altoparlanti diffonde la musica adatta, fa' venir voglia di muoversi e di concentrarsi sui movimenti del corpo.
L'accoglienza degli istruttori e' amichevole, professionale, mi mettono subito a mio agio, domande cortesi e precise, sanno il loro mestiere e in dieci minuti dal sistema computerizzato compare la mia scheda di esercizi personalizzata. Gia' mi vedo con la corporatura che ho sempre desiderato, getto una battuta sul fatto che presto dovro' cambiare maglietta con una di una misura piu' grande di spalle. La risata e' cortese come la delicata spinta che mi accompagna al primo attrezzo.

Le macchine sono tutte impegnate, ma noto che i soci della palestra si danno il cambio con regolarita', sono sempre tutte occupate perche' tutti danno il massimo e si alternano alle ripetizioni.
Entro nel ciclo, riscaldamento allo step, cinque minuti, bilanceri su panca, quattro serie, alzate laterali, quattro serie, piegamenti sulle braccia, trenta ripetizioni, serie di flessioni alternate da cinque minuti al tapis roulant, quattro volte. Scorre tutto liscio, la sequenza che gli istruttori mi hanno preparato unifica mente e corpo.

Al tapis roulant di fianco al mio una ragazza bionda, la osservo arrancare, mi spiega che e' al decimo minuto, le suggerisco di riposarsi un po', lei mi guarda e non smette. Io finisco i primi cinque minuti, eseguo le flessioni e ritorno per i secondi cinque minuti, la ragazza e' sempre in corsa, ogni tanto fatica a rimanere in equilibrio, ma riprende, preoccupata. Noto che su tutte le macchine raramente gli altri soci si distraggono dagli esercizi, gli istruttori si avvicinano a tutti, incoraggiano. Uno di essi parla alla ragazza vicino a me e le chiede premuroso come mai oggi e' cosi' stanca, e' da mesi che viene ogni giorno, le indica me come esempio, lei ribatte che dopotutto corro solo per cinque minuti alla volta, anche se sa che per me e' solo il primo giorno, ho la freschezza del nuovo arrivato.

Avviene in un istante, un attimo in cui tutte le macchine sono vuote, una particolare coincidenza temporale di momenti in cui una persona le abbandona e quella successiva si appresta a salirci. La luce si spegne. La ragazza al tapis roulant vicino a me si mette a gridare, presa dal panico, il black out!, e aumenta disperatamente la sua velocita' di corsa, la luce si riaccende, le macchine sono tutte piene, gli istruttori hanno gli sguardi lividi e organizzano i turni sugli attrezzi allungando e rallentando in modo che nessuno di essi rimanga libero per neppure un istante. La ragazza scoppia in singhiozzi, l'istruttore la fa' scendere, la consola con parole affettuose, un asciugamano sulle spalle per il sudore, le fa' i complimenti.

C'e' qualche cosa che non va', inizio ad avvertire. Quella perfezione, le matematiche rotazioni, e' vero che e' la prima volta che mi avvicino al mondo del fitness, ma non credevo che le persone potessero divenire cosi' fanatiche, cosi' morbosamente abbracciate a quei movimenti.
E gli sguardi, osservo tutti quei volti con maggior attenzione, osservo che cosa esprimono veramente quegli specchi degli animi e non e' quello che io mi ero convinto esprimessero.
Noto fatica, non gioia, cerchi attorno agli occhi, non iridi lucenti, sovraccarichi di pesi, non equilibrato divertimento.

"Ma che avete tutti? Non siete qui per rilassarvi dai problemi della vita di ogni giorno? Vi muovete come cascasse il mondo!"

Attorno a me all'improvviso volti seri, duri, i corpi sempre in moto, la musica dagli altoparlanti, mi accorgo che e' un pezzo classico, angoscioso. Mi pare che il parquet abbia un tremito, una linea scura che delimita due file di liste di legno e che prima non avevo notato si evidenzia maggiormente, le due parti si distaccano, si alzano obliquamente, una luce gialla emerge dall'oscurita' al di sotto. I miei occhi si abituano poco a poco fino a scorgere i particolari, sotto il pavimento una grande sala, sui muri un gigantesco schermo con raffigurato il pianeta nei minimi dettagli, ogni tanto un allarme rosso si accende all'altezza di un riferimento geografico, poi si spegne, in contemporanea a voci di incoraggiamento ai soci da parte degli istruttori. I cavi prendono forma, a causa dell'oscurita' in quell'antro non li avevo scorti, si dipartono da sotto tutte le macchine e si riannodano ai lati di una gigantesca turbina in mezzo alla sala sotto il pavimento. Due mani stanno digitando su una tastiera, mi da' le spalle, non posso distinguerne i tratti. Ma pare non accorgersene, e' concentrato, non smette di introdurre dati.

Una mano sulla spalla, l'istruttore che mi aveva preparato la scheda, chiudo gli occhi, sento che la coscienza mi sta abbandonando, un nodo allo stomaco, la paura dell'ignoto.
Il viso nell'antro si volge e si leva verso di me, un istante solo, per dirmi :"adesso sai come gira il mondo, non esiste il mondo del fitness, ma tu e gli altri siete il fitness del mondo" e si volse nuovamente e riprese a digitare.

Il mio mondo, quel giorno di primavera, la piccola gioia della preparazione della sacca, la citta', armonica, i balconi fioriti, anche i mezzi pubblici in orario, tutto come si deve, girava tutto come si deve. Ripresi a correre sul tapis roulant, come la ragazza a fianco, il lampo di comprensione per la mia nuova consapevolezza da parte di tutti coloro che mi circondavano, solo per un attimo, e tornarono a concentrarsi sugli esercizi, come me.

Era davvero una rara giornata di meravigliosa primavera e sottobraccio una coppia si avvicino' alla vetrata dell'atrio della palestra.
"Che ne dici tesoro? Ho iscritto tutti e due, cosi' di sera possiamo rilassarci con un po' di movimento e ci teniamo in forma".
"Buona idea caro, mi sembra un bel posto, guarda come si presenta bene, allora domani dopo il lavoro con le nostre belle sacche ci ritroviamo dentro".
"Si' amore, sara' un'altra splendida giornata, e' bella la vita quando il mondo gira come si deve".

(Roberto - I Brividi di concerto)


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