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 La forza della voce/Il domani che non c'è
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Roberto Mahlab
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Inserito - 12/11/2013 :  19:54:33  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Un negozio nella zona storica della città, la titolare mi accoglie all'alba.

“E' l'alba, il suo negozio apre alle 9 …”
“Be’, io lavoro a casa dalle 6 e 30, poi vengo in negozio e preparo l'apertura, nell’intervallo riordino o vado dai grossisti e poi riapro fino alle 19 e 30 e poi di nuovo al lavoro a casa. Sabato lavoro e domenica metto a posto la cassa e la contabilità e altre cose che a negozio aperto non si riescono a fare”.

“Da quanti anni è qui?”
“Sono 47 anni il 27 settembre scorso, assente solo per due mesi in maternità e otto giorni a casa malata, stavo malissimo ma ero qui e quello che era allora il mio principale mi ha detto :’se non vai a casa, ti obbligo e comunque l’assenza te la retribuisco io’”.

“Tempi in cui c’era il piacere di lavorare …”
“Quando lavoravo per il proprietario precedente, mi fermavo anche di nascosto per mettere a posto. Da una quindicina di anni ho rilevato il negozio, i proprietari sono andati in pensione e grazie al lavoro dipendente dei primi anni mi ritrovo anche io con una pensione di 800 euro, avendo pagato tutti contributi”.

“Ha visto svilupparsi la storia della nostra economia, cosa è cambiato con il tempo?”
“Al giorno d’oggi è cambiato il rapporto con il cliente, la gente non si fida, probabilmente è uno sviluppo iniziato cinque anni fa con la campagna ‘commerciante ladro’, e pensare che da un anno i clienti non vogliono lo scontrino ...”

“In precedenza come si lavorava?”
“Si lavorava bene, si guadagnava, il cliente era soddisfatto perché aveva soldi da spendere e non c'era la politica onnipresente. Quando ho rilevato il negozio e ho continuato l’attività, ho vissuto la paura della gente degli anni attorno al novanta, le persone avevano più paura, soprattutto paura della guerra, le persone anziane, facevano scorte di tutto, avendola vissuta la guerra, compravano nastro adesivo come copertura contro le bombe nucleari, comunque anche ai quei tempi si lavorava.
Poi è arrivato l’euro e, pur continuando a lavorare abbastanza bene, mi sono accorta di una cosa curiosa, che la gente non si rendeva conto della conversione dalla lira e comprava il doppio perché il prezzo sembrava minore, non aveva capito l'euro”.

“E poi la crisi attuale …”
“Il mio negozio vende prodotti di uso quotidiano, dunque lavoro ancora, ma adesso sono comuni le lamentele, ti dicono che il prodotto è caro, mi chiedono di non fare lo scontrino e di fare piuttosto lo sconto, ovviamente rifiuto, ma tutto questo indica difficoltà economica”.

“Prospettive?”
“La mia generazione ancora si salva ma quella successiva non trova lavoro e i genitori usano i loro risparmi per mantenerla. Non c'è lavoro, i figli sono tutti in difficoltà, direi che solo il dieci percento ce la fa, per fortuna loro”.

“Testimonianze dirette?”
“Una laureata, si presenta ad una azienda e le rispondono : ‘non ti prendiamo’, assumere una laureata significa doverle riconoscere uno stipendio più alto. Cambia il curriculum e toglie la laurea, quando se ne sono accorti, l'hanno licenziata e adesso fa i mestieri o la baby sitter o le torte, cose che non potrebbe fare perché non ha la partita iva”.

“Una situazione surreale ..”
“Sì, la madre è disperata e la figlia le risponde di non preoccuparsi, però può cavarsela solo lavorando in nero.
Un ragazzo ha aperto la partita iva ed è riuscito ad ottenere due lavori e ha dovuto chiuderla, altrimenti doveva solo pagare tasse, e rispondere ai controlli :'come mai ha ottenuto solo due lavori...?”

“Gli studi di settore?”
“Una ditta senza tanto lavoro, non si può tenere aperta!
E la burocrazia? Se si vuole usare la vecchia auto personale per andare a buttare delle macerie, non si può, si deve intestare il mezzo alla ditta, costa almeno 800 euro, e così si impedisce di lavorare, sono solo giornate perse e soldi buttati”.

“E’ la descrizione di una società paralizzata …”
“Un idraulico vuole fare fattura? Non la vuole nessuno per non pagare l’iva, risparmiando perché i soldi non ci sono”.

“I soldi non ci sono, perché?”
“La causa principale è che i soldi finiscono ai politici, come possono guadagnare tutti quei sold? Sono ignoranti, parlano a malapena l'italiano, non sanno che cosa è il lavoro, se dovessero fare loro quello che fa chi lavora, le leggi non sarebbero quelle che sono.
E poi bisogna ammettere che anche noi abbiamo sprecato tanto, una volta se non avevi soldi stavi a casa, oggi per fare vacanze chiedi prestiti, ogni figlio vuole la macchina, se ne hai tre, sono tre assicurazioni, la colpa è anche nostra e questo non aiuta, è successo perché cerchiamo di dare di più ai figli, senza le privazioni che abbiamo subito noi e i figli ne hanno approfittato”.

“Mi ha detto che per i prodotti di uso quotidiano il lavoro non è molto calato …”
“Ma rispetto al passato oggi non basta, le spese sono più alte, i servizi più costosi, come la luce triplicata, le tasse aumentate, e il commercialista è un’altra tassa perché costa sempre di più”.

“Consigli?”
“Se dovessi consigliare chi vuole aprire una attività, glielo sconsiglio ... gli obblighi sono divenuti impossibili e ci sono tasse su tutto”.

“Il futuro?”
“Con il mio, ho finito, per i ragazzi è nero”.

“Ricetta su cosa bisogna fare?”
“Non saprei da dove iniziare, perché è tutto macerie, se lo penso io, si figuri cosa pensano i ragazzi”.

“E i politici?”
“La politica non puoi pensare che ti possa aiutare, perché è lontana da realtà, nel senso che sanno tutto benissimo e non fanno nulla, altrimenti non mangiano loro”.

“Dunque con questo sistema non se ne viene fuori?”
“Dopo 35 anni di lavoro e con tutta la mia esperienza, non capisco come ne verremo fuori, sto lavorando per mio figlio, altrimenti sarei a casa a godermi gli anni lavorati. Lo faccio aiutare qui, altrimenti cosa faccio, lo tengo a casa? E corro il rischio di un controllo perché nemmeno questo si può fare ... e certo non posso permettermi una commessa”.

“E che fanno i giovani?”
“I ragazzi così finiscono in depressione, passano le giornate al computer, se tutto va bene. Conosco un diplomato, una bella testa, ha 40 anni, adesso è a casa, l’azienda doveva scegliere tra due richieste di lavoro e ha tirato a sorte.
Una mia amica ha tre figli tutti con una bella testa : uno è in Australia, uno in Portogallo, uno in Germania”.

“Che cosa fare per giovani allora?”
“il lavoro, in Italia è vietato fare qualsiasi cosa, bisogna far riaprire le ditte qui, meno tasse e riportarcelo”.

(Entra una cliente e chiede un prodotto, la risposta è :”mi dispiace, la ditta che me lo forniva ha chiuso)
“Stanno chiudendo le aziende fornitrici?”

“Sì, sono tante le ditte chiuse e non si trova la merce, è un disastro. E si sente la rabbia aumentare, nell’ultimo mese i clienti strappano lo scontrino, un gesto di protesta”.

“Un ultimo messaggio?”
“Io amo il mio lavoro, non so cosa faranno i ragazzi senza lavoro, il domani non c'è”.


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(La forza della voce. Che ciascuno, anziché essere portavoce di se stesso, racconti quello che avviene agli altri che ha attorno, che conosce, di cui ha saputo, con cui parla, di chi ha vicino, racconti gli episodi che opprimono chi lavora, chi non lo può fare, chi vuole fuggire, chi viene schiacciato, che ciascuno sia la voce di dieci voci ciascuna delle quali probabilmente si sente isolata e non sa che le stesse vicende accadono a moltissimi altri, di modo da immedesimarsi e da coinvolgere).

   
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