Elena Fiorentini
Curatore
Italy
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Inserito - 30/12/2006 : 23:52:14
I racconti dell'ultimo dell'anno *°*° Sul ghiaccio °*°*
Durante la veglia di capodanno si rievocano le vicende dell'anno appena passato oppure ancora più lontane nel tempo. Così accade spesso a casa di Clara. Circondata da numerosi nipoti, Clara racconta le vicende della sua vita. I ragazzini si divertono a confrontare le sue versioni con quelle dei cugini che confermano ridendo . *°*°*° Per chi è abituato ai paesaggi delle catena alpina, i monti più alti e sevaggi d’Europa, al primo impatto le Dolomiti possono deludere. La ragazzina, che fino a quel momento aveva trascorso le vacanze a Ponte di Legno, aveva imparato a scendere dalle due piste del Corno d’Aola, trovando troppo impegnativo il Tonale, si sentì delusa al suo arrivo al Grande Albergo della Val Badia dove avrebbe trascorso la settimana bianca. L’ampia vallata era coperta di neve, le case , se c’erano erano seminascote dalla neve abbondante, ben in evidenza invece erano le piste da sci. In alto, ai rifugi, i tedeschi prendevano il sole sulle sdraio rivestite con pesanti coperte di lana e rivolte al sole. Il riverbero della neve poteva anche essere pericoloso per persone con pelli delicate. La nostra amica non si sentiva così eroica per tentare la sorte. Aveva già sperimentato le bruciature causate dai raggi del sole riflessi sulla neve. Decise anche di non cimentarsi con gli sci. La zona per lei era sconosciuta, tutti i suoi amici erano impegnati con lo studio e solo lei aveva avuto questa irrinunciabile opportunità . Avrebbe camminato. Il giorno dopo il suo arrivo decise di esplorare i dintorni. L’albergo era situato nella piana e per raggiungere la strada principale occorreva fare un lungo tratto di strada. Decise di prendere la scorciatoia del bosco, ma qui la neve era alta. Sarebbero state utili le racchette da neve o un paio di sci. Ogni passo era una tortura, le gambe sprofondavano completamente nella neve, che, ahimè, non era ghiacciata. Se perdeva l'equilibrio e cadeva, la neve si trasformava in una trappola mortale. Arrivò un'altra ragazza, scriteriata come lei, o una fata benefica? che l'aiutò ad arrivare alla strada. Decise di prendere la montagna. Trovò un sentiero ben battuto, con l’indicazione di un segnavie e dell’arrivo al rifugio di un laghetto. Baldanzosa cominciò a salire guidata ed ispirata dalla musica che arrivava dall’alto. Una grande attrattiva. Un vecchio giradisco trasmetteva i valzer di Johann Strauss e invitava i pattinatori a folleggiare sul laghetto ghiacciato. Non c’era nessuno, i turisti di regola pattinano solo alla sera. Un vero incanto, come ad un tratto le sembrò tutta la vallata. Il rude Sassongher che a sera mostrava "l'enrosadira", le rose nascoste durante il giorno da Laurino, il re dei nani, era diventato un monte da leggenda. Le rose avrebbe dovuto riguardare il grande massiccio che sta tra la val di Fassa e il passo di Costalunga, il Catinaccio, detto anche Rosengarten, il giardino delle rose, ma l’ordine di Laurino riguardò tutti i roseti delle Dolomiti. I turisti sanno bene che a sera o mattina le Dolomiti si colorano di rosa. Ma l'ordine arrivò anche più lontano, ogni monte che sia fatto di roccia dolomia avrebbe potuto essere un roseto da difendere, così la magia riguardò anche le due Grigne in Lombardia che a sera si tingono di rosa. L’aria tersa e il cielo erano colorati con i colori dell’iride. La neve riflessa avrebbe potuto suggerire ai pittori impressionisti sfumature di luci e colori come in Provenza. La ragazzina meditava sui misteri della val Badia, le sue bellezze, il suo silenzio, dimentica dei - 20 della notte, la camera surriscaldata, il chiasso dei tedeschi ubriachi fino alle tre di notte, chiese di noleggiare un paio di pattini. Volteggiò sul laghetto peggio dell’orso Yoghi, ma che importa? Non cadde mai, era sola con la natura e con la musica che si integrava alla perfezione nell'ambiente e nel suo animo. (Hans Birken) Mentre si muoveva sulla lastra gelata del lago, le sembrava di essere Hans Birken, il protagoniosta di pattini d'argento, oppure una pattinatrice di un laghetto viennese, tra frotte di bambini, signori impettiti, con il sigaro in bocca, o magari avrebbe provato l'emozione di essere spinta su una slitta da un amabile pattinatore. Non divenne mai una pattinatrice provetta, ma amò sempre il pattinaggio. Pattinò anche sul lago di Baselga di Pinè, in provincia di Trento, dove si arrischiò in una zona pericolosa del lago, con il ghiaccio trasparente che lasciava vedere il movimento dell’acqua. Qui i colori del ghiaccio erano diversi secondo il grado di gelata nei vari punti, ma allora, incosciente, non lo sapeva. Se la cavò e continuò a diffondere l'amore per il pattinaggio tra i suoi amici e i suoi bambini che condusse per la prima volta a pattinare un memorabile primo gennaio dell'anno 19...ma questa storia verrà raccontata domani sera, durante la veglia del 31 dicembre, in cui i misteri si svelano, si gettano alle spalle le cose truci e si accoglie con gioia l'anno nuovo rappresntato da un fanciullino appena nato, mentre il vegliardo si allontana scuotendo il capo. Elena Fiorentini
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