Concludo, con questa ultima parte il mio avventuroso viaggio in Perù. Il ricordo e la magia dei luoghi visitati resteranno dentro di me per sempre, come le persone con le quali ho condiviso questa esperienza.
Dopo aver lasciato il nord e visitato Cusco, Machu Picchu, Saihuite, Tipon, Pikillacta e aver scoperto che gli incas di oggi sono i quechua , con il nostro pulmino e un simpatico autista di nome Willy ci siamo avviati verso il sud.
La panamericana costeggia l'oceano e attraversa tutta un zona desertica. La monotonia e la luce accecante del sole conciliano il sonno e sono spesso causa di mortali incidenti, testimoniati dalle numerose croci sul bordo della strada. Ma la pampa ha il suo fascino e nelle vicinanze di Nasca si ammirano i famosi disegni. Gli abitanti amano ancora pensare che siano opera di extraterrestri, in realtà si pensa sia un millenario calendario o un centro cerimoniale. I disegni sono magnifici , si vedono anche da alcune torrette poste a lato della strada oppure sulle colline vicine. Tutto questo grazie anche all'opera instancabile di Maria Reike che per anni si è adoperata per mantenere intatti i geoglifi. Questi disegni rappresentano per lo più animali e visti sul terreno si presentano come solchi poco profondi con colorazione diversa delle pietre.
Noi li abbiamo sorvolati con un piccolo aereo della Condor S.A. Prima di salire, vista la mia titubanza , l'amico Aldo con una pacca sulle spalle mi disse:
- coraggio Lu, se non svieni ti danno il diploma.
Io non sono svenuta e il diploma lo conservo nell'album delle foto insieme al ricordo di quel volo.
Arrivati a Nasca, finalmente un pò di riposo nell'albergo più bello della zona, fornito di piscina, suonatori di charango (strumento musicale ricavato dal guscio di un armadillo), fiori rampicanti di mille colori e una moltitudine di colibrì.
Il giorno successivo siamo andati alla scoperta dei dintorni. Prima tappa la "Fossa di Sacaco" emersa milioni di anni fà dal fondo marino. Si trovano ancora resti di ittiosauri , denti di squalo e conchiglie fossili . Non abbiamo resistito alla tentazione di scavare un pò alla ricerca dei famosi denti, io non ne ho trovato nemmeno uno, gli altri sono stati più fortunati.
Nel pomeriggio , una breve escursione alle isole del guano con le otarie che giocavano con noi. Verso sera una sosta a porto Lomax in un luogo di ristoro , chiamarlo bar sarebbe stato un eufemismo, dove mi hanno offerto una bevanda chiamata "latte di tigre", ma quando ho saputo con quali elementi organici fosse fatta, ho preferito una passeggiata sulla spiaggia deserta, coperta da innumerevoli conchiglie, l'oceano ruggiva e le onde erano enormi.
Ancora oggi, quando mi sento sconfortata, con la mente ritorno su quella spiaggia e ritrovo le sensazioni di quel tempo.
Il giorno successivo ci siamo diretti verso una necropoli in pieno deserto, avevamo appuntamento con alcuni tombaroli, avrebbero esumato un fardo con mummia. Vi risparmio la descrizione di quanto ho visto, io dall'alto di una collinetta osservavo lo scavo. Solo più tardi mi resi conto che la collinetta altro non era che un accatastamento di teste mummificate, ne ho anche raccolta una prima di capire di cosa si trattasse. Il resto della giornata lo passammo ad esaminare manufatti con i tipici disegni nasca, alcuni con influenza wari, altri paracas.
Il viaggio si concluse così , con il ritorno a Lima. Gli amici che condivisero con me quella splendida avventura sono rimasti tali e ogni tanto ci si incontra ancora.
L'organizzatore di quel viaggio, archeologo professionista è tutt'ora attivo nella zona di Nasca, con scavi che hanno portato alla luce uno dei più grandi centri cerimoniali nella zona di Cauachi. Lui e i suoi collaboratori hanno costruito un museo, un laboratorio e preparano ogni anno campi di lavoro.
Qualche volta guardando documentari come Solaris o la Macchina del tempo potreste conoscerlo anche voi.
La sede del Centro Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane è in Brescia con un suo sito.
www.geocities.com/proyectonasca/indice1.htm

Edited by - luisa on 19/04/2004 20:32:56