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 Assur uomo del Nilo
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luisa camponesco
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Inserito - 12/03/2005 :  17:54:35  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Assur l’uomo del Nilo

Aveva ringraziato Ra e poi Iside quel mattino, proprio mentre i raggi del sole, sorgendo lambivano l’acqua del grande fiume e l’avevano resa rossa come il sangue. Non aveva mai veduto un colore così acceso, il giovane Assur, mentre si preparava ad uscire con la sua esile barca a pescare sul fiume.
“Cattivo presagio”- pensò.
Si preparava a spingere la sua feluca nel Nilo, quando un rumore di remi gli fece sollevare il capo. Una feluca molto più grande solcava veloce nel centro del fiume. Anche se era lontana contò ben sette persone e dovevano essere di alto rango visto che erano scortate da guardie imperiali. La cosa era davvero strana, dovevano avere molta fretta, si dirigevano verso sud. Cercando di non farsi notare seguì l’imbarcazione. Remavano con vigore e Assur pur facendo fatica ma non voleva perderli di vista.
Il sole era gia alto nel cielo quando la grande barca rallentò ed accostò ad un’isoletta, Assur la riconobbe subito, era un luogo sacro, si trattava dell’isola di Sehel. Nascosto in un canneto di papiri, assistette allo sbarco di quei nobili, e si accorse che uno di loro veniva trascinato a forza. Scomparvero nel piccolo tempio e poco dopo ripresero la via del ritorno.
Le acque del Nilo gorgogliavano in quel tratto di fiume prossimo ad una cataratta, ma non appena la grande feluca scomparve dietro ad un’ansa, Assur si avvicinò all’isolotto.
Quando sbarcò subì il fascino di quel luogo e di quel tempio antichissimo, nessuno sapeva quando fosse stato costruito. Con un certo timore riverenziale vi entrò. Grandi blocchi di marmo accuratamente scolpiti costituivano la navata centrale, da un’apertura del soffitto il sole penetrava illuminando l’ambiente. Deposto su di una stuoia il corpo di un uomo. Si avvicinò con cautela, l’uomo, riccamente vestito, portava sul petto i simboli del potere.
Forse era morto, “ma com’era possibile?” si chiese, uomini di quel rango avevano diritto a bene altre sepolture. Un lamento gli fece capire che era ancora vivo, allora si avvicinò, respirava a fatica, lo stava ancora osservando quando all’improvviso l’uomo lo afferrò per un braccio e lo costrinse ad abbassarsi.
- Devi aiutarmi – sussurrò
- Come posso mio signore, io sono un semplice pescatore.
Un sospiro rauco
- Metti la tua mano sotto le mie vesti….
Assur indietreggiò impaurito ma l’uomo lo tratteneva con la poca forza che gli era rimasta e lo costrinse a chinarsi
- Un grande pericolo si sta per abbattere sull’Egitto, aiutami a rialzarmi. O grande Maàt dammi la forza…
Assur sentendolo pregare la grande madre si affrettò ad aiutarlo. Tossiva l’uomo evidentemente ferito ma cercava con tutte le sue energie di sollevarsi, poi mise una mano sotto la veste e n’estrasse un piccolo rotolo di papiro.
- Porta questo a Luxor, cerca di Malmeck è il comandante della guarnigione di Megiddo si trova lì in segreto… - un colpo di tosse gli impedì di proseguire e poi…
- Questa informazione è d’importanza vitale per il futuro dell’Egitto.
Riprese fiato, mentre Assur gli tergeva il viso con acqua fresca.
- Devi fare in fretta, Ramses XI sta morendo e Smende il suo successore è vittima di un complotto.
- Ma come posso farmi riconoscere come tuo messaggero da Malmeck?
L’uomo con enorme sforzo, si tolse un medaglione dal collo
- Mostragli questo! Promettimi una cosa, io sto morendo ma se non avrò avuto degna sepoltura non potrò attraversare il grande fiume e Anubi non mi accoglierà. Allora ti prego quando avrai consegnato il messaggio torna a prendermi…ma ora sono stanco voglio riposarmi un po’ – chiuse gli occhi e il respiro si fece più lieve.
Assur capiva di dover fare qualcosa d’importante, molte domande si affollavano alla sua mente, come avrebbe trovato Malmeck? Qual’era il pericolo incombente?
Le acque rosse del Nilo, quel mattino, erano forse un funesto presagio? Ma di una cosa era certo non poteva abbandonare quell' uomo solo ed in fin di vita sull’isolotto, lo avrebbe portato con sé. Si chinò per raccoglierlo e portarlo sulla sua barca, si fermò quando una smorfia apparve su quel volto segnato dalla sofferenza. Allora s’ingegnò costruendo con alcuni rami e fogliame un mezzo per trascinarlo fino alla feluca. L’uomo si lamentava ma gli occhi rimanevano chiusi, con grande sforzo e determinazione riuscì a portarlo vicino alla barca e ad adagiarlo sul fondo. Poi lo copri con della tela e spinse la feluca nel fiume.
Procedeva lento tenendosi vicino alla riva, ogni tanto un lamento flebile gli ricordava che lo sconosciuto era ancora vivo, Luxor era lontana avrebbe navigato per tutta la notte.
Si fermò per riposare, mentre Nut sposa di Geb avanzava con l’oscurità. Bevve dell’acqua e mangiò dei frutti portati da casa, controllò il ferito e dopo essersi assicurato che fosse ancora in vita, riprese la via del fiume. Solo i temerari navigavano di notte, ma Assur era coraggioso e sentiva di essere destinato ad una grande impresa.
Giunse a Luxor alle prime luci dell’alba, nascose la feluca fra i canneti, mise il medaglione al collo e il rotolo di papiro fra le pieghe delle vesti. Si avviò, attraverso i campi, verso la città, anticamente conosciuta come Tebe.
Una lunga processione di sacerdoti si snodava sul sentiero verso il grande tempio. Casta potente ed estremamente ricca, acquisiva sempre di più influenza nella vita polita ed economica dell’Alto e Basso Egitto. Assur si tenne a discreta distanza, meglio non mettersi troppo in mostra, ma come avrebbe trovato Malmeck?
Chiese a Ra protezione ed aiuto e quasi per caso il medaglione che portava al collo colpito da un raggio di sole, brillò richiamando l’attenzione di uno dei sacerdoti.
Non si accorse di nulla, Assur, solo quando si trovò per terra con uno stiletto puntato alla gola, capì di essere stato scoperto.
- Come hai avuto questo medaglione? – l’uomo sopra di lui gli bloccava le braccia con le ginocchia.
- Ho avuto l’ordine di cercare un uomo e solo a lui lo consegnerò se tu lo vorrai dovrai uccidermi
- Non esiterò a farlo se non parli.
Stava per sferrare il colpo fatale quando il lamento dell’uomo ferito gli fermò la mano.
- Cosa è stato ?
Approfittando di un attimo di distrazione del suo aggressore Assur riuscì ad alzarsi e a correre verso la feluca inseguito dall’altro, gli premeva molto di più la vita dell’uomo di Sehel.
- MEMNES! AMICO MIO – l’inseguitore si fermò di botto stupito di ciò che stava vedendo e subito gli si avvicinò.
Memnes aprì gli occhi e riconobbe Malmeck acconciato come un sacerdote, alzò il braccio invitandolo ad accostarsi. Cosa si dissero, Assur, non lo seppe mai ma poco dopo Malmeck alzò gli occhi al cielo, allargò le braccia in un gesto ieratico, poi coprì il volto di Memnes, allora Assur comprese.
- Gli daremo la sepoltura che merita – disse Malmeck ma ora c’è qualcosa di molto importante che devo fare, Memnes è morto per questo. Dammi il rotolo che ti ha consegnato!
Assur esitava
- Lui mi detto che posso fidarmi di te e io gli credo – tese la mano ed Assur consegnò il messaggio.
L’espressione del volto di Malmeck mutava man mano che leggeva, poi fece una cosa che Assur non si aspettava, spezzettò il papiro e lo ingoiò.
- Non posso compiere la missione da solo e nemmeno cercare l’aiuto dei miei fidati che sono troppo lontani. Dovrai aiutarmi tu, ma sappi che ciò che faremo sarà estremamente pericoloso.
- Come pericoloso? - domandò Assur
- Può andarne della nostra vita, ma c’è un bene più grande da difendere, ed è l’Egitto. Gli dei ci proteggeranno. – poi rivolto verso Memnes - amico mio il tuo sacrificio non sarà stato vano.
Fece segno ad Assur di seguirlo e lo guidò in un luogo nascosto del fiume dove, coperta dalla vegetazione c’era un’altra imbarcazione. Lavorarono alacremente per farla scivolare nel Nilo.
- Dove andiamo? - chiese Assur
- A Kombo Ombo – rispose
Kombo Ombo era l’antica Pa Sebek ossia la dimora di Sebek il dio coccodrillo.
- Dobbiamo salvare “l’erede” da una cospirazione della casta dei sacerdoti che vorrebbero un faraone a loro sottomesso dopo la morte di Ramses XI. L’erede è stato attirato con l’inganno nel tempio di Horus.
Tenendosi vicino alla riva si avviarono per quella destinazione.
- Chi era Memnes l’uomo che ho soccorso? – chiese Assur
- Il consigliere fidato di Ramses XI e per questo motivo molto odiato da Koros il capo dei sacerdoti. Quando ha scoperto il complotto ha cercato di contattarmi, ma una spia di palazzo l’ha denunciato decretandone la morte. Ma non riusciranno nel loro intento.
- Come faremo a salvare l’erede? – continuò il giovane
- Questo lo saprai al momento giusto.
Nessuno parlò durante tutto il tragitto, il loro pensiero era rivolto ad una piccola feluca nascosta fra i giunchi di Luxor. Attraccarono in una zona poco visibile, e strisciarono fin sotto le grandi colonne del secondo tempio, quello di Horus.
- Sai usarlo? – chiese Malmeck mostrandogli un pugnale
- Preferisco questa – rispose mostrandogli una sottile ma robusta corda piena di nodi.
- Allora stammi vicino ti dirò quando agire.
Un vociare concitato giungeva dall’interno, segno che tutto stava cominciando.
- Quanti sono?
- Ne vedo 10.
- Sono troppi, mi devo avvicinare. – Malmeck era un soldato con molta esperienza, si avvicinò silenzioso ad osservare poi tornò verso Assur.
- Vicino all’erede ci sono il suo scriba, il suo tutore e due guardie personali, non penso siano al corrente della trappola. Voglio contattarli.
- Vengo con te!
- No tu rimani qui, arriveranno altri congiurati e mi dovrai avvisare.
Malmeck scomparve all’interno del tempio, l’attesa parve interminabile, Assur non se la sentiva di rimanere immobile e decise di agire comunque. Si avvicinò ad una colonna per osservare meglio l’interno di quel luogo sacro. Un gruppo di uomini discutevano proprio al centro, fra essi riconobbe Malmeck e poco dopo il soldato si allontanò in compagnia di un altro uomo dal portamento altero.
Il rumore di un ramo spezzato, poco distante lo mise in allarme e si accorse che un gruppo di uomini armati si stavano avvicinando al tempio. Assur comprese di avere a che fare con gli assassini. Mise in atto alcune astuzie imparate dal padre, preparò, in fretta, delle trappole fatte con corde vegetali. Quando uno dei sicari inciampò e cadde emise, inavvertitamente, un grido mettendo in allarme le persone situate all’interno dell’edificio.
Svanita la sorpresa uscirono allo scoperto ed ingaggiarono una lotta con le guardie fedeli all’erede.
- Assurrr – chiamò Malmeck – presto portalo via mentre io li distraggo – e sospinse, quasi gettandolo fra le braccia, il futuro faraone.
Assur, presolo per un braccio, lo trascinò verso il fiume e fattolo salire in barca alzò le vele e prese il largo, subito inseguito da alcuni assalitori.
Conosceva bene il Nilo, lo aveva navigato fin da bambino col padre, non c’erano anse o acquitrini a lui ignoti. Si avvicinò alla cataratta, le acque divennero furibonde, guardò il suo illustre passeggero per rassicurarlo, ma incontrò uno sguardo fiero e dignitoso, poi improvvisamente virò in acque più tranquille ma non fu così per l’altra feluca che precipitò in un gorgo.

^^^^^^^^^^^^^^^

Al termine di questi eventi, nel tempio di Karnak, il faraone Smende recitò il suo giuramento a Maàt. In un altro luogo molto distante, in zona desertica, si svolse la cerimonia funebre dell’eroico Memnes , così il suo spirito poté finalmente salpare verso una nuova terra.

Koros e gli altri capi della congiura furono esiliati nel deserto.

Malmeck raggiunse i suoi uomini a Megiddo per fronteggiare un nuovo tentativo d’invasione.

Assur con la sua feluca riprese a navigare. Aveva rifiutato la vita di corte offertagli dal faraone in segno di gratitudine.
Lui apparteneva al grande fiume…. lui era Assur uomo del Nilo.






Edited by - luisa camponesco on 12/03/2005 17:57:46

   
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