luisa camponesco
Curatore
Italy
1907 Inseriti
385 Gold
2262 Punti Rep. |
Inserito - 08/06/2003 : 13:20:40
Quel giorno, mentre correggevo un pacco di compiti, la vicina suonò alla porta: - venga Luisa, venga a vedere cosa è successo. - dal tono di voce mi sembrò un faccenda seria. Scendemmo nelle cantine e mi mostrò che fra l'inercapedine della cantina e del giardino c'erano quattro micetti di pochi giorni ancora con gli occhi chiusi. Trassi un sospiro: - dica ai condomini che me ne occupo io, ma che nessuno si azzardi a sopprimerli. Poi cercai di ammorbidire il tono perentorio, in fondo ero la consigliera e godevo di un certo rispetto. Da quel giorno attesi pazientemente il ritorno della randagia. Volevo che si abituasse alla mia presenza senza spaventarla. Infatti, quando arrivò si tenne a debita distanza, ma l'amore per i cuccioli prese il sopravvento. I giorni passavano e i micetti crescevano, due neri due grigi tutti bellissimi. Così scoprii che anche i vicini di casa controllavano la loro crescita, qualcuno aveva messo uno sgabello vicino alla grata per poterli vedere meglio: - Luisa , pensi, mio figlio passa delle ore a guardarli e mio marito pure.- Venivano anche quelli dei condomini vicini, tutti si prodigavano nel darmi consigli e io pensavo a come risolvere un giorno il problema . Nel frattempo, la gatta mi aveva accettato anche quando aprivo la grata per accarezzarli, si allontanava solo di poco ma faceva le fusa. Decisi di aiutarla nello svezzamento, quindi mi procurari un pò di scatolette. L'inizio fù disastroso non ne volevano sapere, la gatta mi osservava e quando me ne andavo pensava lei a finire il cibo leccandosi i baffi. Finalmente anche i micetti incominciarono ad apprezzare il cambio di menù e crescevano belli e forti, in particolare i due neri erano praticamente il doppio dei grigi. Ogni volta che aprivo la grata il più piccino si arrampicava lungo il braccio, mi finiva sul collo e giocava con i miei capelli. Poi un giorno successe una cosa strana, i due neri riuscirono ad uscire dalla tana e a scorazzare per il giardino. La madre li vide e ad uno ad uno li prese in bocca e se li portò via, poi tornò , guardò per un attimo i due più piccoli e se ne andò. Aveva fatto la sua selezione adesso erano una mia responsabilità. Per un paio di giorni i due piccini miagolarono, poi divenni definitivamente la loro mamma. Mi diedi subito da fare per farli adottare e nell'attesa me li portai a casa per abituarli alla lettiera. Erano uno spasso, giocavano tutti il giorno saltavano su tutto e dormivano sul divano. Finalmente una collega venne a prenderne uno per la figlia e un'allieva mi fermò nel corridoio: - profe c'è l'ha ancora un gattino? la mia mamma mi ha detto che posso tenerlo - si- risposi, ma mi si strinse la gola- come lo chiamerai? - lo chiamerò Taccola, se non ha nulla in contrario verrò domani a prenderlo. Così avvenne, lo misi in un cestino e lo vidi andar via, mi guardava spaurito e a me scese una lacrima.
|