Inserito - 28/03/2008 : 15:07:46
M° Riccardo Muti dirige la banda di Delianuova di Reggio Calabria Il 14 giugno M° Riccardo Muti dirigerà una banda per la prima volta nella sua carriera, al Ravenna Festival . Ho letto questa notizia ieri, 27 marzo 2008, sul Corriere della Sera. E quando affermo che la musica in Italia ha avuto un ruolo fondamentale per la nostra cultura, non dico nulla di strano. Liquidare la musica, lo sport, l'arte, la letteratura e la poesia tentando di farle scomparire dalle scuole e dall'educazione da tempo sta preoccupando artisti di grande importanza. Dopo Claudio Abbado ecco il M° Riccardo Muti prende posizione per le tremila bande sparse sul territorio italiano, che sono in crisi.
L'articolo del Corriere e l'intervista «Il mio vuole essere un omaggio alla crisi di tutte le bande d'Italia». Con lui risuoneranno gli squilli della banda di Delianuova, 80 ragazzi che suonano nella terra della 'ndrangheta, in provincia di Reggio Calabria; è il piccolo miracolo dell'Aspromonte, dove la musica non arriva. «Le bande rappresentano, per tante città del nostro paese, l'unica occasione di ascoltar musica, spesso gratuitamente». Muti aprirà e chiuderà il concerto con le Sinfonie di Nabucco e Norma «per sottolineare a chi di dovere l'importanza assoluta delle bande musicali» ....Muti, dopo avere ascoltato i ragazzi dell'Aspromonte quando andò con la sua Orchestra Cherubini a Reggio Calabria, fa queste riflessioni:
«È un gruppo meraviglioso di strumenti a fiato con una disciplina artistica e umana straordinaria; hanno un portamento che sembrano usciti dai collegi più prestigiosi di Oxford; hanno passione e amore». Si ferma: «Hanno digni-tà». Il maestro ha passato la Pasqua a Molfetta, la sua città, dove ha seguito «...le processioni del Sud, quelle dei Misteri, una tradizione centenaria sempre seguita dalle bande. Ho conosciuto fior di strumentisti, che venivano dalle bande ». Muti vuole sciogliere il nodo del disinteresse, il luogo comune delle marcette militari e delle fanfare: «Banda non è sinonimo di qualità inferiore, né di strumenti popolari e di bocca buona con cui ci si può arrangiare. Al contrario, sono strumenti nobili, pensate a Verdi quanto deve alle bande che ascoltava da ragazzo, e che lui usa per annunciare l'arrivo del re Duncano nel Macbeth in epoca moderna Stravinskij e Hindemith, e prima ancora Bellini, Berlioz, Spontini che nel second'atto dell'Agnese di Hohenstaufen usa una banda enorme che fa la funzione dell'organo ed è uno dei momenti sublimi di quell'opera». Ha passato tante serate a sentire le bande, a Lanciano, a Francavilla, a Besana Brianza dove l'hanno fatto cittadino onorario: «Usano strumenti che non ci sono nelle orchestre, le oficleidi, i flicorni, i bombardini, la famiglia dei sassofoni, l'eufonio che sembra un bel nome antico ed è un corno tenore». L'intero articolo pubblicato dal Corriere e relativa intervista sono riportati in http://www.corriere.it/spettacoli/08_marzo_27/bande_f154e0e6-fbdb-11dc-9a60-00144f486ba6.shtml Elena Fiorentini
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