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marcello ravasio
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Inserito - 27/08/2006 :  22:14:48  Mostra Profilo  Visita la Homepage di marcello ravasio  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a marcello ravasio
Le imbianchine
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Anche quest’anno, s’era deciso di partire ugualmente per le vacanze , anche se Ginevra e Lucrezia, mamma e figlia erano un po’ sottotono; il lavoro sempre piu’ pressante, responsabilita’ aumentate a dismisura, lo stipendio diminuito per ‘una, una anno di studi pesantissimo per l’altra,ne avevano aumentato la voglia di evasione, la decisione cadde pertanto su di una meta
affascinante, le spiagge del Sud Africa, con la possibilita’ di escursioni nella sterminata riserva del Parco Kruger, visite a Citta’ del Capo e Johannseburg.
Ginevra poi era veramente stanca, questo mondo frenetico, spersonalizzato, ore ed ore fuori casa, le avevano aumentato il desiderio di intimita’ con la sua famiglia e le sue cose, la sua casa , che amava molto, piena di tutta la sua vita, aveva ora bisogno di una rinfrescata alle pareti, gli oggetti a lei cari, avevano bisogno di essere accarezzati, coccolati e spostati in un altro angolo della casa, perche’ la vita e’ cosi, moto ondoso, flusso e riflusso,l’ossigeno rimescola l’acqua ferma e si riparte.
Per i lavori da fare in casa Ginevra non era riuscita a trovare nessuno prima di partire e quindi, mentre riposava sulle splendide spiagge di Inhambane, Beira e Xhai-Xhai, la mente tornava alla sua casa e a suo padre,che ricordava lo aiutava da bambina, in tutti quei piccoli lavori domestici che faceva, ma combinando sempre un sacco di innocenti guai, e sentiva nascere in lei, il desiderio nuovo di mettere le mani sulle sue cose, sulla sua casa, sulla sua vita.
Voleva riappropriarsi della sua anima e del mondo fisico attorno a lei, aggiustare gli oggetti di legno, lucidare il bel parque’ della camera, cosi’sensuale sotto i piedi nudi, tinteggiare le pareti, accarezzarle, donar loro un aspetto vivo smagliante, nuovo, e perche’ no, qualche parete con dei colori pazzi.
La vacanza ando’ bene, i compagni di vacanza gradevoli, mamma e figlia sollevate per un attimo dagli incubi metropolitani, unite e serene nell’incantevole natura di quei luoghi.
Venne il giorno del rientro nella citta’ semideserta e, l’atmosfera irreale della citta’, aumento’ ancora di piu’ quel senso di intimita’ fra loro, e furono felici di essere sole e libere da impegni, ancora per qualche giorno, prima della ripresa della trottola frenetica della vita quotidiana.
Basta era deciso, avrebbero fatto il “lavoro”insieme, avrebbero cominciato dalla casa con il ribaltare la loro vita; basta subire il vuoto e noioso orrore quotidiano, avrebbero indirizzato loro da oggi in poi, la barca della loro vita.
Si recarono in qun grande centro commerciale e, dopo essersi stampate da internet il manuale del perfetto imbianchino, comprarono di tutto,, persino dei cappelli di carta di giornale della Gazzetta dello Sport, usato dai muratori bergamaschi sino alla fine degli anni 80, come parasole, paravernice, parasfortuna.
Lucrezia invece si era fatta prendere la mano ed era arrivata alla cassa con un pennello gigante di 2mx2, convinta da quella vecchia pubblicita’ “per una grande parete, ci vuole un grande pennello”, ma aveva qualche difficolta’ nel manovrarlo e Ginevra la convinse a ripiegare su un pennello piu’ malleabile.
Uscirono fuori dal centro e a malapena caricarono tutto sulla macchina, che essendo un poco snobbino, si ritraeva al contatto di tutti quei materiali cosi’ grezzi e dal profumo acre.
Arrivarono a casa e subito si misero al lavoro di buona lena, e dopo 2 giorni di pasticci, prove e tentativi andati a vuoto, la casa e le pareti, cominciarono ad assumere un aspetto fresco, ma fresco di “loro”, e loro erano felici di questa scoperta, di questa gioia nel creare con le proprie mani un immagine esterna, della loro nuova anima.
Mentre seduta sfinita su una sedia Ginevra osservava il risultato dei suoi sforzi, la mente balzo’ di colpo al vecchietto dell’ultimo, piano, un vedovo di 87 anni, gentile e studioso dei testi sacri, di nome Simone che incontrandola piangente una sera davanti all’ascensore, l’aveva consolata ed incoraggiata, e mentre le offriva un the’ nella sua casa semplice ma dignitosa, le parlo’ dei progetti del Creatore, immensi e spesso misteriosi ma pieni dell’amore riversato come una marea infinita dall’Universo dentro i nostri cuori, a patto pero’ che questo amore venga ricambiato e donato al resto del mondo.
Era stato convincente quella sera nel farle capire che i mali di questa esistenza terrena, stanno proprio nel rifiuto di donare questo amore ricevuto, di voler risparmiare energie e tenere per se’ chissa’ quali effimeri vantaggi, tutte cose destinate nel tempo, per qualcuno veloce, per altri molto lento, a finire nel nulla.
L’aveva convinta quella sera e, nonostante i torti subiti, comincio’ a donare amore a chi le stava piu’ vicino, Lucrezia, i vicini, i colleghi, e nonostante il generale degrado della vita odierna, aveva ottenuto qualche seppur piccolo risultato.
Ecco si era ricordata che quella sera aveva notato che le pareti della casa di Simone, avevano bisogno di una bella tinteggiata, ed ora che aveva la capacita’ di tinteggiare, riparare, riverniciare legni, desiderava estendere questo dono a chi ne avesse bisogno.
Coinvolse Lucrezia ed una domenica mattina, piombarono in casa di Simone e, immobilizzatolo su di una poltrona, con una ciambella fritta e torta di miele, riverniciarono tutta la casa in un baleno; erano veramente diventate brave.
Successe che Simone racconto’ la cosa agli amici e alle amiche della parrocchia, ed in un baleno, la voce si sparse e tutti tempestarono di telefonate di richiesta Ginevra e Lucrezia, che
pur essendo prese dei loro soliti impegni, non si tirarono indietro e cominciarono a tinteggiare riparare, colorare, muri, mobili ed oggetti di mezzo quartiere.
La cosa stava assumendo proporzioni nazionali, infatti il parroco segnalo’ il fenomeno a “Famiglia Cristina” e Ginevra eLucrezia, balzarono agli onori dei telegiornali di prima serata.
Le richieste erano diventate migliaia e Ginevra si vide costretta ad abbandonare il lavoro, Lucrezia gli studi, mentre Simone, pratico di computer e di ragioneria, si offerse in cambio di ciambelle e torte, a fare il contabile e manager.
La nuova e bella monovolume si rivelo’ inutile per quell’attivita’, e comprarono un vecchio “motom “ a 3 ruote, quello dei fruttivendoli di una volta, dove riuscivano a sistemare tutti i loro attrezzi e a muoversi agevolmente nel frenetico traffico della citta’: sui fianchi, dietro suggerimento di Simone campeggiava a caratteri cubitali “GineCrezia-CityAngelPainters” con il loro volti sovraimpressi su angeli arrampicati su scale a ..pioli, mentre spargevano arcobaleni su tristi, buie e puzzolenti citta’.
Erano quasi felici le “CityAngelPainters”, ma Lucrezia, tra una pennellata e l’altra, sospirava peche’ la vita per una bella e sensibile ragazzina, non era completa se non con l’arrivo dell’amore, quello vero.
Non si sapra’ mai se fu una coincidenza, ma quella mattina Simone salutandole, strizzo’ l’occhio a Lucrezia, che si senti’ invasa da una primaverile ansia, il cuore batteva un po’ piu’ forte e, gli occhi si giravano inquieti cercando l’uguale, e mentre mamma e figlia tinteggiavano gratis un povero appartamento, sbuco’ all’improvviso Artu’, il nipote dell’anziana proprietaria, che incrociando gli occhi di Lucrezia, inciampo’ finendole tra le braccia e la bacio’.
Il tempo si fermo’, la puzza di vernice tramutossi in profumo di bosco bagnato da un temporale estivo, gli acari sulle stoffe ed oggetti, divennero luminosi puntini dorati, Ginevra e la nonna immobili di fronte all’esplosione dell’amore e della vita, contemplavano estasiate la bellezza di quella scena.
Dopo attimi interminabili, Artu’ proclamo’: Nonna eccola sono sicuro lo sento, questo e’ il mio angelo, l’amore di tutta la mia vita, la voglio sposare, ma come cavolo faccio, lavoro con il contratto-formazione , co.co-ca.ca, sono disperato!
Lucrezia, in simbiosi d’amore con sua mamma, fece una proposta ad Artu’ che sulle prime sembro un po’ ambigua e chiese:
- Artu’ come te la cavi con il pennello?
Attimi di silenzio imbarazzato, ma poi con un sorriso Lucrezia gettandogli le braccia al collo grido’: NON IMPORTA, SEI ASSUNTO A TEMPO INDETERMINATO!
Si abbracciarono tutti e Ginevra propose anche alla nonna di venire ad abitare nella loro nuova casa di campagna fuori Pavia, nell’oltrepo’,e corsero tutti ammucchiati sul vecchio “motom” da Simone per festeggiare.
Dentro di se’, Ginevra voleva far incontrare Simone con la nonnina, perche’ era convinta che della simpatia potesse nascere tra loro, ma non aveva fatto i conti con il tempo, lento per qualcuno e veloce per qualcun altro.
Infatti Simone parti’ quella notte stessa per il viaggio al quale si era preparato da tempo, felice in cuor suo di aver fatto conoscere a Ginevra e alla sua figliola Lucrezia, la via della rinascita.

Marcello


   
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