Oh veleno, fiore del male,

fatti vedere, dove posso cercare

la tua ombra, sei da assaporare

forse in vento gelido e fatale

che soffia su di me, sul mare?

Sei forte quasi quanto il vino

che nelle malinconie, in compagnia

ti prende con la sua dolce melodia

e lo senti nelle vene, così vicino

che vorresti ma non può andar via.

L’assenzio invece allunga i tormenti,

distorce, stende, dilata l’infinito,

scava sul tempo un abisso indefinito;

i limiti si confondono, evanescenti

le figure d’attorno nel cielo svestito.

Tutto questo non vale la forza dell’amore,

non vale il tempo speso a parlare,

non vale i sorrisi persi nelle ore,

non vale te, il semplice tuo camminare

sulle segrete vie del mio distratto cuore.