Oggi è ancora segno di distinzione snobbare Sanremo? A me sembra ormai superfluo un certo modo di professare la propria personale rinuncia al festival, neanche si trattasse di un vincolo a cui i comuni mortali di solito non riescono a sottrarsi. Non esageriamo. Una trasmissione che dura da cinquantacinque anni fa parte della storia della tv italiana: una giustificazione sufficiente per entrare da turisti nel mondo del frivolo anche se di solito si è giustamente ostili al trash televisivo. Cinque giorni di Sanremo non equivalgono a tre mesi di Grande Fratello: nel primo caso ci si ristabilisce presto e senza strascichi pericolosi.

In mezzo a stroncature, ciance, critiche, proposte impossibili per renderlo un "vero" festival della canzone italiana, può perfino capitare di dissertare di arte del suono, il che, in mezzo a tanta povertà di cultura musicale, può essere anche un bene.

Quindi se per caso, per una sera, la roulette del telecomando "assopito" ci scaricasse su Sanremo, anziché inorridire potremmo anche provare: tre palle un soldo.

Un simpatico saluto a tutti!