Inserito - 15/02/2012 : 10:27:11
Per le vie Al pronto soccorsoNon si conosce mai abbastanza la propria città. L'altro giorno ho avuta l'esperienza di una lunga permanenza al Pronto Soccorso. La cosa più triste è stata la notte passata in un letto della astanteria. Davanti mi è passato un intero mondo. Ho visto arrivare figli preoccupati e affettuosi, ho visto piangere perché se vai in astanterìa,sezione di un ospedale in cui si sistemano i malati in attesa di assegnarli a un reparto, non si sa dove ci manderanno. Il nostro futuro è scoosciuto. E' la disperazione, come sintetizza un paziente: "Ciao, il nonno è in ospedale" con un filo di voce , segue un pianto e stacca il telefono al nipotino che forse voleva saperne di più. Ci si immagina di tutto, anche perché qui non c'è tempo per la chiacchieratina amichevole o per svagarsi un pochino. L'emergenza è la regola. Ero arrivata al Pronto soccorso del Cardiologico Monzino dove venni presa in carico e seguita immediatamente. Rientrata a casa vedo scorrere sulla televisione gli eterni drammi causati dall'egoismo e dalla cattiveria... ma in quei due giorni infermieri e medici erano impegnati in battaglie contro il tempo, a volte esasperati per mancanza di personale e di letti. Li ho visti dedicarsi al loro lavoro con passione e professionalità. E' doveroso ringraziare pubblicamente tutto il personale del Pronto Soccorso del Monzino,a testimonianza di quel che accade anche in altri luoghi di dolore, non solo per quanto hanno fatto per me, ma per il loro costante impegno giorno dopo giorno. Elena Maria Fiorentini
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