“Scava”
“Mi fanno male le mani”
“Continua a scavare”
“Saranno già tutti morti”
“Non importa, portiamoli via da qui”
“Ho una figlia piccola, lei ora è a scuola mentre io strappo via corpi di bambini da queste macerie”
“Scava anche per lei allora”Scavarono.
Il dolore era impresso sul loro volto, la fatica sulle loro mani. Spostavano brandelli di cemento con la speranza di trovare ancora qualche piccola vita che avesse lottato sfidando la morte.
La notizia era arrivata quella mattina. Un attentato alla scuola elementare.
“Tu credi che se scaverò darò più giustizia a questo mondo?”
“Darai un corpo che una volta non era un corpo, ma un figlio, e i genitori di quel figlio potranno piangere con la certezza che quello è proprio lui… e saranno i genitori a dare più giustizia al mondo, perché non esiste niente di più giusto che piangere per un figlio perduto.”
“Dov’è Dio, amico mio?”
“In tutti coloro che stanno lottando, in tutti coloro che vogliono giustizia per i loro figli morti”
“Sono morti innocenti…”
“Stiamo scavando anche per Dio, perché i Suoi figli possano essere al suo fianco quando i loro assassini verranno da Lui giudicati…”
I due volontari scavarono tra le macerie fino a che il sole non si spense dietro le colline e piansero come bambini quando estrassero i 15 corpi innocenti massacrati. Non avevano più di 10 anni.
Shirin