La bandiera italiana non l'hanno, hanno quella degli alleati dei nazisti. Questi pensano che il 25 aprile non sia la festa di liberazione dai nazifascisti, ma quella di liberazione dagli ebrei. Hanno categorie e analogie, che sono la base del pensiero, completamente fuorviate.

E i miei amici mi hanno mandato in centro per testimoniare cosa accadeva all'inizio del corteo...

... sono tornato adesso, dopo la perlustrazione. In piazza Duomo c'era un semideserto, hanno fatto entrare solo la gente normale, qualche bandiera del Pd, le Acli, un decina di persone della Brigata Ebraica e poi qualche centinaio di persone comuni o curiose. Corso Vittorio Emanuele era off limits, del resto non si tocca lo shopping dei milanesi ed era pieno al solito di turisti.

La manifestazione di "Palestina libera" e in onore al compagno Stalin, migliaia di persone, con dentro venti pallidi dei cinque stelle che probabilmente si chiedevano cosa ci facevano lì, è stata deviata da Piazza San Babila verso via Hoepli, una strada in pratica senza fondo, dove si è impantanata. Ottimo lavoro del comune e delle forze dell'ordine.

I carabinieri avevano l'aria di aver ricevuto l'ordine di stendere chiunque si fosse permesso di dire "ah" e i mezzi della nettezza urbana erano proprio dietro al corteo a raccogliere ogni pezzetto di carta o volantino che gli sbandieratori di decine di vessilli palestinesi facevano cadere per terra.

Al ritorno ho risalito il corteo filopalestinese e una bellissima ragazza mi ha fermato per due volte con un gran sorriso offrendomi il giornale "Lotta Comunista". Ho pensato a tutti voi in quel momento, mi sono detto che cosa mi avreste detto se avessi accettato e fossi diventato stalinista filopalestinese e avessi sposato quella ragazza. E così le ho detto gentilmente "no grazie" e ho proseguito. Infrangete tutti i miei sogni voi.

Più avanti ho scorto una bellissima turista sperduta di fronte ad una mappa della città e che tutti ignoravano e, da buon ebreo, mi sono avvicinato chiedendo se avesse bisogno di assistenza. Ha risposto balbettando imbarazzata e poi con un sospiro che sembrava volesse dire :"speriamo di non essere caduta nelle mani di Jack lo Squartatore", mi ha mostrato la mappa e mi ha spiegato dove doveva andare, in corso Buenos Aires, la più lunga via dello shopping in Europa. Le ho detto di seguirmi, visto che era anche la mia direzione, e l'ho portata fino all'angolo e lei ha cominciato a raccontarmi di essere di Portland, nell'Oregon e che era stata appena a Firenze. All'angolo l'ho salutata come fanno i duri marines che hanno adempiuto alla loro missione di salvataggio dei civili dispersi e ho notato che le dispiaceva, ma ho pensato a voi e a cosa mi avreste detto se durante l'espletamento dei miei doveri verso l'umanità mi fossi fatto invitare a cena da una ragazza dell'Oregon e poi magari fossi diventato americano e l'avessi sposata e avessi votato Donald Trump. E mi avete infranto anche il secondo sogno in meno di mezz'ora.

Roberto Mahlab