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 "Il preconcetto della donna oppressa"
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Roberto Mahlab
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Inserito - 22/10/2010 :  13:26:13  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Ieri sera sono stato invitato ad assistere a Milano al convegno intitolato "Burqa? Tra libertà individuale e sicurezza sociale".

Con il trascorrere degli interventi dei relatori, che trattavano dell'opportunità o meno della promulgazione di una legge che bandisca il burqa, che trattavano l'argomento da un punto di vista religioso piuttosto che laico, mi è rimasta una impressione preoccupante.

L'argomento del dibattito, il burqa, che è argomento del dibattito in tutta Europa, a mio parere nasconde la paura di parlare di altro, come se l'Europa dicesse :"facciamo una polemica per il burqa, così almeno facciamo finta di attaccare il mondo musulmano e evitiamo di parlare di quello che davvero fa andare in bestia quella parte del mondo musulmano di cui abbiamo paura".

Quello di cui non vogliono parlare è ovviamente la situazione della donna principalmente, delle centinaia di migliaia di donne musulmane che neppure potrebbero porsi il problema se il velo è volontario oppure no, delle centinaia di migliaia di donne che in Europa vengono schiavizzate, e poi delle donne infibulate, uccise, lapidate, insomma di una ideologia planetaria di cui abbiamo paura e che ha dirottato l'islam e distrugge le prime testimoni dell'islam originale e spirituale e democratico, e cioè le donne.

A parte due coraggiosi interventi di due donne invitate all'ultimo momento e probabilmente per dare una veste di rispettabilità ad un convegno che sarebbe naufragato nel ridicolo perchè affidato solo ad estimatori del "diritto" di velarsi, la questione vera della situazione delle donne è stata semplicemente ignorata, tanto che alla fine mi sono chiesto se anche io fossi preda del "preconcetto della donna oppressa", che mi impediva di accettare che per le donne nell'islam sono tutte rose e fiori.

Eppure io non sono libero se chi mi è vicino non è libero, una donna che si dice libera di portare il velo non è libera se contemporaneamente altre donne vengono schiavizzate con il velo, se pretende di essere libera di portare il velo, deve ella stessa pretendere che le altre donne siano libere e non oppresse in nome dello stesso velo.

Parlare di burqa è una comoda scusa, sia per l'occidente che per gli integralisti islamici, così né l'occidente né gli integralisti si scontrano su argomenti meno comodi, la guerra alle donne che equivale alla guerra alla democrazia. Parlando di burqa i democratici possono essere soddisfatti di opporsi, gli integralisti di dire che velarsi è giusto e bello e di libera scelta o magari di dirsi d'accordo con i democratici e tutti sono contenti e non parlano del significato simbolico della schiavitù delle donne.
Insomma, una triste battaglia che ancora una volta il mondo sta combattendo sulla pelle delle donne e usando le donne come pedine.

Io penso che ci sia un modo molto facile per scoprire se una donna si mette il velo per scelta : se lo mette per scelta, se lo può anche togliere per scelta e allora se lo potrebbe togliere per una settimana e andare in piscina, in palestra, al mercato, vestirsi con i jeans e la gonna, andare a giocare a tennis eccetera e poi tornare a casa dopo una settimana per rimettere il velo e se il fratello, il cugino, il cognato, il padre, lo zio non le dicono nulla della settimana passata a vivere la vita come tutte le altre donne, allora è vero che la sua è una libera scelta di mettere il velo, se invece i famigliari uomini si scagliano contro di lei o la fanno sentire colpevole in qualsiasi modo, quella di mettere il velo non è una sua libera scelta, ma una imposizione, aperta o subdola che sia.

Per diverso tempo durante la conferenza, un uomo che professava di riportare il senso dei detti di Maometto, continuava a gridare verso le due coraggiose relatrici musulmane che tentavano di ristabilire la realtà, addirittura additandole come "non musulmane".

Quell'uomo ha dimostrato che cosa è l'islam integralista maschile da una parte e dall'altra parte le donne che sono state offese dalla sua furia hanno mostrato che cosa è l'islam spirituale delle donne.

L'islam spirituale delle donne distruggerebbe le invenzioni e quindi il potere di quell'uomo, e quell'uomo deve inventarsi addirittura una ideologia per non perdere il suo potere. La differenza tra le grida di quell'uomo e le parole delle uniche donne che parlavano della realtà, è che quell'uomo vuole sostituire la nostra democrazia, mentre le donne vogliono integrare la loro spiritualità ai comuni valori democratici.

Per fortuna, o purtroppo, ho smesso poco dopo di dubitare di essere affetto dal "preconcetto della donna oppressa", come l’ha definito uno dei relatori, la perplessità cioè, che ammetto di avere anche io, sul fatto che si trascuri l’estensione del mancato rispetto dei diritti della donna.
Un amico di lavoro mi ha raccontato che una donna araba con il velo si è accasciata di fronte alla vetrina del negozio in cui lavora, la commessa si era accorta di grida di donna che provenivano da sotto il ponte della ferrovia a due passi dal negozio, poco dopo erano usciti sulla via la donna che si è stesa davanti al negozio e un uomo che ha attraversato la strada ed è entrato in un altro locale di fronte. La commessa del negozio ha soccorso la donna che si è tolta il velo e sotto era ricoperta di sangue dovuto alle percosse. E' arrivata un'auto dei carabinieri e ha chiesto alla donna che cosa era successo, nello stesso momento l'uomo è corso fuori dal locale di fronte e si è avvicinato alla donna e le ha parlato in arabo, la donna ha così risposto in stentato italiano ai carabinieri :"uno sconosciuto mi ha picchiato". I carabinieri hanno osservato :"ah sì? e dov'è questo sconosciuto, si è volatilizzato?". Ovviamente sospettavano, a ragione, che lo "sconosciuto" fosse l'uomo che le aveva imposto in arabo di non dire nulla. E' arrivata l'ambulanza e la donna è stata fatta salire e anche l'uomo è salito, certo per assicurarsi che anche in ospedale ella non parlasse.

Che cosa ne sarà di quella donna e di tutte quelle migliaia e migliaia che come lei devono subire come punizione la sorte di essere nate donne? Che possibilità hanno di reclamare i loro diritti umani e far parte della nostra società se la nostra società non si mette al loro fianco e le sostiene?

"Preconcetto della donna oppressa", con tale accusa in un prossimo futuro i democratici verranno condannati dai tribunali integralisti. E poi dovremo confessare di esserci sbagliati, sì, le donne hanno tutto il diritto di indossare il velo, sì, lo fanno di loro volontà, sì, non contesteremo più il potere, sì, saremo silenziosi cittadini, sì, non faremo più funzionare la nostra mente e i nostri occhi e le nostre orecchie, sì, qualcuno penserà per noi.

Roberto Mahlab


   
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