La trattativa sui piatti da servire è uno dei momenti più importanti dei pasti cinesi, sia che vi troviate in Cina, sia che siate seduti in un ristorante della Malesia, venti minuti devono essere dedicati alla ricerca di un punto di incontro tra quanto il ristoratore vuole che assaggiate e quanto voi volete gustare, fino a che si arriva ad un accordo che rende quanto più sontuoso e delizioso il pasto che vi accingete a consumare, una vera cerimonia. Con il trabocchetto. Se il cibo è particolarmente buono e voi finite tutto quanto avete nel piatto, dalla cucina continuano a portarvi altre leccornie, voi mangiate e allora altri piatti arrivano, fino a che osate chiedere ai vostri amici per quanto ancora dovrete mangiare, perchè non ce la fate proprio più. La risposta meravigliata è che fino a che finite il vostro piatto, significa che avete ancora fame e allora altro cibo vi viene portato. E fu così che appresi come indicare che ero sazio, appoggiavo le bacchette che servivano da posate sul piattino, avendo cura di lasciarvi alcuni bocconi e sospirando che era tutto ottimo, ma che il mio stomaco era colmo. Era il momento più difficile della serata, gli amici mi guardano preoccupati e poi chinavano il capo in forma di rassegnata accettazione, comprendevano non ce la facevo più a continuare con gli antipasti e ordinavano allo chef di passare ai primi.

Certo che ci voleva un bel coraggio a mostrarsi sazi di fronte alle capesante bollite in olio di palma, ai gamberoni sgusciati e cotti al sale, al pesce dell'oceano nel brodo delizioso di verdure, al riso condito da ogni bontà, dopo due settimane di oriente le mie mani erano esperte di bacchette e un rifiuto quasi sprezzante accoglieva l'offerta di farmi portare delle posate occidentali, io ero uno di loro, ero immerso nella loro cultura, nelle loro tradizioni, i miei amici e amiche da tanti anni, complici di tante avventure, di giorno al lavoro, nel pomeriggio nelle giungle e negli abissi marini a fotografare coralli e squali.

La conversazione era splendida, le mie amiche erano contente, i contratti erano firmati con reciproca soddisfazione e un altro anno ricco di comuni successi veniva celebrato da brindisi con un paradisiaco tè locale, servito in bicchierini intarsiati e abbelliti da misteriosi caratteri dorati.
E in mezzo alla cena le mie amiche hanno spostato il discorso dal corso delle materie prime alla famosa cucina italiana. All'improvviso il mio volto ha mostrato i segni di una struggente nostalgia, le dita hanno lasciato cadere le bacchette, nei miei occhi una lancinante sofferenza, la gioia che solo un istante prima illuminava i miei lineamenti pareva scomparsa e al suo posto una oscura ombra mi rabbuiava. Li e Tan, preoccupate, mi hanno chiesto che accadeva, poi con l'imbarazzo tipico degli orientali hanno tentato di farmi coraggio, probabilmente avevano compreso che quell'improvviso colpo di tristezza era stato causato da chissà quale sconvolgente storia d'amore tradito con Julia Roberts o un'abbandono da parte di Uma Thurman che, riposto nei meandri più riposti dell'animo, aveva espresso uno straripante dolore che si era manifestato proprio in quel momento perfetto, in quel luogo perfetto, di fronte ai quei cibi perfetti.

Mi sono fatto forza e ho spiegato che, parlando di cibo, mi erano venute in mente le tagliatelle italiane, quei deliziosi manicaretti con le deliziose salsine che, insieme alle lasagne, erano i miei piatti preferiti.
Sollevate, Li e Tan hanno cambiato opportunamente discorso e il magone mi e' passato presto, tra due chiacchiere in mandarino della Cina del nord e in dialetto Hokkien del mar cinese meridionale, sono lingue differenti anche per quanto riguarda i quattro toni, in mandarino ogni parola puo' essere pronunciata in quattro tonalita' diverse con quattro significati diversi e non vi dico le mie gaffes, invece in Hokkien, che si parla tra cinesi in Malesia e Hong Kong, c'e' un tono solo ed e' una lingua molto meno gutturale del mandarino che a sua volta e' molto meno gutturale del cantonese. La lingua cinese del sud sta alla lingua cinese del nord come il musicale italiano sta al tedesco.

Dopo cena, quando mi hanno accompagnato all'albergo e salutato, la visione delle tagliatelle ha ripreso inesorabilmente possesso della mia mente e mi sono seduto su una scogliera a strapiombo sulle onde ribollenti. E ho iniziato a far vagare la fantasia, una torcia e un messaggio di sos che veniva captato dai miei amici in Europa, tre punti, tre linee, tre punti, fatemi avere il mio piatto preferito era il significato, affidate a degli agenti segreti il compito di superare ogni confine e di consegnarmi a mezzanotte le tagliatelle alla quarta palma della spiaggia vicino al molo del porticciolo dell'isola.

E l'indomani, con le usuali bacchette a tirar su con maestria i pezzetti di mango, sarò di nuovo me stesso, con nel cuore il segreto che ormai ci affratella, mi raccomando però, non raccontate ai miei amici dell'estremo oriente che vi ho chiesto le tagliatelle, nessuno deve sapere di questa mia debolezza, sarebbero a rischio i rapporti diplomatici e commerciali con l'intero estremo oriente.
Sie sie (grazie) e wan an (buona notte in cinese mandarino, come si dice in cantonese, o era in Hokkien? non me lo ricordo piu', senza tagliatelle la mia mente lavora a ritmo ridotto, si', piu' del solito.

Lo bel tin

P.S.: nella consegna di tagliatelle, non e' che potete includere qualche barretta di Mars? Grazie.

The Malacca Strait Times, agosto 2006 : nelle discoteche delle spiagge della Malesia, furoreggia quet'anno un ritmo allo stesso tempo gioso e triste, canticchiato per la prima volta da un occidentale, il titolo del pezzo è : "Dreaming tagliatelle".