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 "Dracula" di Bram Stoker e altri vampiri
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Monica
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Inserito - set 30 2002 :  17:56:17  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Monica  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Monica
Cari amici,
abbiamo già avuto modo di chiacchierare delle nostre letture preferite e ora desidero parlarvi di alcuni libri che ho letto qualche anno fa, i quali hanno dato origine al mito del vampiro.
Il vampiro nasce letterariamente in Inghilterra nel 1819, sul NEW MONTHLY MAGAZINE, a opera di JOHN WILLIAM POLIDORI, un giovane medico di origine italiana.
In realtà, il racconto THE VAMPIRE per un equivoco uscì a firma di LORD BYRON, di cui Polidori era amico e medico personale.
Il vampiro di Polidori è ambiguo e profondamente sensuale, dotato di una bellezza femminea, torbida e sottile.
L'idea del racconto era nata a Ginevra in una notte tempestosa del 1816; il poeta SHELLEY, sua moglie MARY SHELLEY, LORD BYRON e POLIDORI erano rimasti barricati in casa e per divertimento scommisero che avrebbero scritto ognuno un racconto dell'orrore, a imitazione di certe storie tedesche con protagonisti fantasmi spaventosi che era capitato loro di leggere in precedenza.
Mantennero l'impegno solo Mary Shelley e Polidori; la prima diede vita al mostro di FRANKENSTEIN, mentre il secondo si cimentò in quel Lord Ruthwen che durante tutto l'ottocento sarebbe stato l'incarnazione dell'idea di vampiro, come nel secolo seguente lo sarebbe stato Dracula.
Infatti, il vampiro a noi più noto è sicuramente il DRACULA descritto da Bram Stoker nel suo romanzo del 1897.
Tra il racconto di Polidori e quello di Stoker ci furono altre creazioni vampiriche letterarie, dal VARNEY di THOMAS PRESKETT PREST alla vampira CARMILLA di SHERIDAN LE FANU.
Stoker sosteneva che l'idea del suo DRACULA gli venne grazie alle visioni notturne causategli da un'indigestione di insalata di gamberi (e qui mando un breve messaggino a Roby: ti prego Roby, prova a mangiare una zuppa di cipolle e vediamo cosa salta fuori! ihih):un vampiro si alzava dalla tomba per perpetrare le sue nefandezze.
La scorpacciata di crostacei Stoker l'aveva fatta in compagnia di tale ARMINIUS VAMBERY, studioso ungherese, grazie al quale poi si documentò per la stesura di DRACULA. La dichiarazione dell'incubo ispiratore assume così i contorni di uno scherzo da letterato.
Al contrario del suo predecessore Romantico, il vampiro di Stoker ha tratti innegabilmente mascolini. Viene descritto con un forte naso aquilino, capelli e baffi folti, bocca piegata in una smorfia crudele, fitte sopracciglia che si incontrano alla radice del naso e che gli conferiscono un'espressione arcigna, mani rozze e pelose fin nel palmo e orecchie straordinariamente appuntite, in poche parole il ritratto di una virilità eccessiva e pericolosa.

Mentre il nome "vampiro" deriva dal serbocroato "vampir", che, secondo le credenze popolari, stava a indicare un cadavere che riprende vita uscendo dalla tomba e che, nutrendosi di sangue umano, trasforma le sue vittime in vampiri a loro volta, il nome "Dracula" ha una provenienza più circostanziata; si rifà all'appellativo con cui veniva designato dal popolo rumeno nel quindicesimo secolo il voivoda della Valacchia VLAD III, cioè DRACUL.
VLAD TEPES ( o Vlad III) aveva ereditato questo soprannome dal padre in quanto proveniente dalla parola "drago"; infatti VLAD II era stato insignito dell'ordine del drago dall'imperatore di Lussemburgo Sigismondo.
Un'altra versione sostiene che "dracul" stesse per "il diavolo" (dal rumeno "drac", cioè diavolo e "ul" articolo determinativo che in quella lingua si aggiunge come suffisso.
Detto "l'impalatore", VLAD III sembra fosse noto come pericolosamente sanguinario; in realtà la storia ha chiarito che VLAD TEPES questa fama se l'era fatta più a voce che nei fatti, per mantenere un certo rispetto nella regione; infatti, la sua Transilvania era minacciata da fermenti interni e dalla pressione dei Turchi.
E' proprio tramite le parole dello stesso Conte Dracula, come riferite da Jonathan Harker (uno dei narratori del romanzo; Dracula è un romanzo scritto sotto forma di epistole o diari), che Stoker riaggancia la storia del suo vampiro al predecessore Vlad, rivelandone la discendenza diretta.
Il DRACULA di Stoker, andando oltre la letteratura e divenendo strumento antropologico, ha codificato una volta per tutte la figura del vampiro, stabilendo la struttura del suo mito.
Intanto è un cadavere che si nutre di sangue umano; il suo stato è quello di "nosferatu" (non morto).
Succhia il sangue dal collo delle sue vittime, perforandolo con i canini appuntiti; chi muore per i morsi del vampiro è destinato a diventare non-morto a sua volta.
Lo scrittore di fantascienza RICHARD MATHESON ha immaginato nel suo "I AM A LEGEND" che il vampirismo sia provocato per via virale e che un'epidemia trasformi l'umanità (e qui breve messaggino per Beppe: tu che ami la fantascienza, hai per caso letto questo libro? Io è l'unico del genere che ho letto, è molto bello).
L'idea del contagio esisteva come metafora anche nel romanzo di Stoker, in cui il cacciatore di vampiri VAN HELSING depone ostie consacrate nelle bare vuote dei vampiri per sterilizzarle.
Altre caratteristiche del vampiro sono: una forza sovrumana, la capacità di divenire immateriale e di trasformarsi in pipistrello, di comandare gli elementi e di usare in qualità di alleati animali inferiori(pipistrelli, topi, civette).
Ma il vampiro ha anche parecchi punti deboli; come ho già detto, non sopporta la presenza di ostie consacrate, ma anche di croci e aglio; vive solo di notte e di giorno dorme un sonno profondo nella sua bara; perchè s'insinui in casa altrui è necessario che qualcuno lo chiami; per ucciderlo, è necessario trafiggergli il cuore con un paletto di frassino, tagliargli la testa e bruciargli il cuore, accorgimenti che salvano anche la sua anima dalla dannazione eterna; infine, la sua immagine non si riflette nello specchio.

Be, ho blaterato anche troppo, ma i vampiri mi affascinano proprio tanto.

CANINI NEL COLLO A TUTTI IHIH

MONICA


   
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