Corrispondenza esclusiva della Cns - Concerto News System - dal vostro inviato Bob PorterOgni anno nel mese di gennaio, la scuola ebraica di via Sally Mayer di Milano, invia le seconde superiori a Yemin Orde in Israele, dove per un mese giovanissimi ebrei provenienti da tutto il mondo, si incontrano e studiano insieme.
Oltre al normale studio, i ragazzi hanno viaggiato per tutto il paese, riportandone testimonianze, sensazioni e esperienze indimenticabili che sono state gia' raccolte in un volume.
Con il permesso delle autrici, pubblichiamo un articolo scritto in occasione della visita al Museo dell'Olocausto, "Yad Vashem", a Gerusalemme. Le giovanissime autrici hanno gentilmente tradotto il loro articolo dall'inglese in italiano per poterlo condividere con la nostra rivista telematica. In seguito il loro testo e' stato adottato nel sussidiario scolastico "Pensieri e parole", consigliato dal Ministero della Pubblica Istruzione per le scuole medie italiane.
Pamela e Sara (quindici anni) hanno scritto:
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YAD VASHEM
Per moltissimi anni il popolo ebraico ha vissuto sparso in tutto il mondo senza un luogo proprio.
In questi anni gli Ebrei sono stati perseguitati e hanno rischiato la sparizione.
In particolare, durante la seconda guerra mondiale, dal 1939 al 1945, i nazisti hanno ucciso sei milioni di ebrei.
Dopo questo orribile evento, gli Ebrei hanno appreso che avrebbero potuto vivere solo ritornando al loro Stato proprio.
Dopo la fondazione dello Stato di Israele (1948), per ricordare i loro fratelli caduti nell'Olocausto, gli Ebrei hanno costruito a Gerusalemme un Museo in loro onore, Yad Vashem.
Quando siamo arrivate in questo luogo, il cielo era cupo e stava piovendo, c'era un'atmosfera irreale.
Lungo la via per il Museo, abbiamo visto molti alberi piantati in onore delle persone che hanno aiutato gli Ebrei a sopravvivere.
A Yad Vashem, abbiamo visto molti monumenti che rappresentano la pena e la sofferenza degli Ebrei durante l'Olocausto.
Abbiamo visto delle fotografie sugli anni 1939-1945. Di fronte a queste immagini, i nostri cuori piangevano e i nostri occhi non volevano credere. Le nostre emozioni erano confuse. In quelle immagini c'erano molti bambini, donne e uomini, senza una identita', senza cibo e vestiti.
Il loro sguardo era spaventato e bisognoso di un aiuto che non arrivava.
In un'altra costruzione del Museo, c'erano delle candele per i bambini che sono morti nell'Olocausto (un milione). Una voce pronunciava i loro nomi, l'eta' e la provenienza.
In mezzo ad un'altra stanza c'era un focolare acceso e intorno ad esso i nomi dei campi di sterminio.
La visita e' stata una grande esperienza e speriamo che il mondo non dimentichi questo crudele evento. Noi dovremo trasmettere ai nostri bambini cosa successe in quei giorni oscuri e ancora adesso ci domandiamo :" Perche' ?".
Pamela e Sara
Liscor velo' lischoach
(Ricordare e non dimenticare)
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Bob Porter - Cns - Concerto News System - @2002