ophelja
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Inserito - 01/11/2005 : 00:53:30
“Che hai?” chiese Betta , incontrando sul ballatoio delle scale, la sua giovane vicina. “Ho un mal di testa terribile..”rispose Lina, posando a terra la borsa della spesa, “ho preso già una compressa contro il dolore ma, niente da fare…forse è meglio andare a letto e stare al buio.” “Ti hanno fatto il malocchio ” aggiunse decisa l’anziana donna.” Poi: “Sei giovane e bella e qualcuno ti ha guardato con invidia e ti ha fatto il malocchio ” , insistette con convinzione.A quelle parole, nonostante il visibile stato di malessere, Lina sorrise. “Non essere miscredente….gli antichi non erano più stupidi di noi. Il mio è un dono. Ho imparato le preghiere che sciolgono il malocchio da mia nonna, che le aveva imparato dalla sua, nella notte di Natale, se si ha l’animo buono e il cuore sincero. Vieni che ti faccio vedere.” Detto fatto, entrò in casa. E Lina la seguì. Betta era anziana; in gioventù, certamente, era stata bella ma ora aveva il viso rinsecchito dal sole e dalle fatiche del lavoro nei campi e, sebbene non sapesse leggere e scrivere, era una donna intelligente e di grande generosità d’animo. Da un mobile della cucina prese un piatto e sul fondo vi adagiò un paio di forbici aperte. Poi versò nel piatto un paio di bicchieri d’acqua e disse a Lina di stare a guardare. Muovendo impercettibilmente le labbra, iniziò a recitare una specie di litania, un po’ in dialetto e un po’ in latino, quindi toccò la fronte della giovane e, tracciando tre segni di croce sull’acqua che era nel piatto, vi fece cadere con le dita tre gocce di olio. Subito l’olio si dissolse nell’acqua e Betta, decisa, disse : “Ecco…era proprio malocchio. Adesso vedrai che ti passerà il mal di testa.” Lina si sforzava di non ridere , per non deludere l’ inattaccabile certezza della vicina, ma non potè trattenersi dal dire: “ Ti ringrazio Betta, ma ce l’ho ancora….” “Aspetta. Per passarti, devo buttare quest’acqua fuori di casa. Poi, la prima persona che passerà, si prenderà il tuo malocchio e solo allora a te passerà il mal di testa.” Quindi, preso il piatto, lo svuotò dell’acqua buttandola fuori dal balcone, nel giardinetto antistante il portone del palazzo. Lina tornò a casa. Si cambiò d’abito, mise a posto la spesa fatta, e cominciò a cucinare. Le ore passarono in fretta e, senza accorgersene, si ritrovò all’ora di pranzo di buon umore e senza un filo di dolor di testa. “Betta…ma vuoi vedere che ha ragione?” si disse incredula. Nel frattempo, il figlio maggiore di Betta era tornato a casa e quindi – necessariamente – era passato sul malocchio di Lina. “Come sta Bruno?” azzardò Lina quando Betta venne ad informarsi sul suo stato di salute. “Adesso bene. Ho fatto il malocchio pure a lui, ma stavolta ho buttato l’acqua prima che passasse XY !” e nominò il vigile del quartiere che aveva la nomea di essere un vero cerbero. Lina e Betta risero come matte e, da quel giorno, ogni volta che Lina aveva mal di testa correva da Betta. Qualche volta era malocchio, ma qualche volta – quando le gocce di olio rimanevano ben distinte e compatte nell’acqua – Betta alzava le spalle e consigliava un’aspirina.
Ophelja
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