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luisa camponesco
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Inserito - 07/11/2003 :  15:08:20  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

C'era una volta, a dire il vero nemmeno troppo tempo fà, un bambino di nome Mattia. Viveva col padre, non aveva mai conosciuto sua madre, morta quando lui era appena nato. Il padre gli parlava sempre della mamma, di com'era bella e buona, amata da tutti per la sua gentilezza, sempre pronta ad aiutare gli altri. La mamma si chiamava Maria Chiara, quando camminava per strada sorrideva a tutti, aveva una parola di conforto per ciascuno, era una gioia il solo vederla.
Quando Mattia nacque lei lo volle accanto a sè per il poco tempo che le rimaneva. Gli parlava continuamente all'orecchio ma nessuno sentì cosa stesse dicendo.
Gli anni passarono e l'unico ricordo che Mattia aveva di sua madre era la fotografia accanto al letto, suo padre architetto era spesso lontano per motivi di lavoro, così Mattia cresceva con la vecchia balia che aveva cresciuto anche suo padre.
Un giorno accadde qualcosa di nuovo, il padre di ritorno da un suo viaggio gli disse:
- Mattia questa volta rimarrai con con me per parecchio tempo. Dovrò costruire un complesso alberghiero sulle Alpi Svizzere, un luogo magnifico, ma ci vorranno parecchi anni , perciò preparati, partiremo fra una settimana, andrai a scuola lì e ti farai nuovi amici ma la cosa importante e che noi due staremo finalmente insieme.
Mattia rimase senza parole, non sapeva cosa pensare.
- la tata?
-verrà con noi naturalmente
Quella notte Mattia non dormì, si girò e rigirò molte volte, poi si sedette sul letto, accese la luce, prese la foto della mamma.
- cosa devo fare mamma?
un colpo di vento scosse le persiane e penetrando attraverso le fessure pareva sussurrargli:
- vaiiiiiii
Mattia sospirò e si addormentò con la foto della mamma sul cuscino.
La settimana trascorse in fretta e freneticamente, tra bauli e valigie, zia Teresa, la tata. sembrava una trottola, correva in su e in giù per la casa, spostando e controllando ogni cosa, poi si lasciò cadere pesantemente sul divano.
- sei stanca zia Teresa?
- si bambino mio, ma sono felice finalmente potremo stare tutti e tre insieme.
Mattia si rifugiò fra le sue braccia . Il Gran giorno arrivò, una certa eccitazione colse tutti, avrebbero lasciato quella casa per parecchio tempo, cambiato ambiente, scuola, nuovo lavoro, quando la macchina partì Mattia non volle voltarsi indietro, non voleva ricordarla con le finestre chiuse e la porta serrata.
Il viaggio durò diverse ore, il paesaggio variava in continuazione, poi iniziò la salita e un pungente odor di pino entrò nell'auto. Si vedevano boschi a perdita d'occhio e sullo sfondo cime innevate. Il paese pareva di quelli usciti dai libri delle fiabe, casette in legno con balconi fioriti, stradine sinuose e fontane zampillanti.
L'auto si fermò dinnanzi ad un villino con i muri coperti di edera circondato da un bel giardino.
- ecco - disse il padre - quella sarà la nostra casa.
A Mattia piacque subito , stranamente gli pareva di conoscere già quel luogo e corse subito ad esplorare ogni angolo.
Dietro alla casa iniziava un fitto bosco e un sentiero si perdeva in esso, Mattia non resistè alla tentazione di percorrerlo ed assaporare la sensazione di libertà che si prova quando ci si immerge nella natura.
Camminò a lungo correndo a destra e a sinistra, ascoltando il cinguettio degli uccelli e spiando gli scoiattoli che timidi si nascondevano nei loro rifugi. Non si accorse di essersi allontanato molto dalla casa, realizzò di essersi perso, cercò di districarsi dalla fitta boscaglia , i rami gli graffiarono il viso, stava per piangere quando arrivò in una radura, una capanna sorgeva nel mezzo, un filo di fumo usciva dal camino, avrebbe potuto chiedere aiuto e si accinse a bussare alla porta. La porta si aprì quasi da sola, entrò titubante.
- c'è nessuno?
- ti aspettavo avvicinati - a parlare era una vecchia signora sprofondata in una logora poltrona, si vedeva che era molto sofferente.
Mattia si avvicinò. non aveva paura , il volto di quella donna era dolce come la sua voce.
- mi stavi aspettando? Ma se non mi conosci!
- oh si che ti conosco, sapevo che saresti venuto, aiutami ad alzarmi voglio mostrarti una cosa.
Mattia aiutò la donna ed insieme uscirono sul prato, lei additò le montagne e gli alberi.
- loro mi parlano tutti i giorni e mi dicono cosa succede, devi convincere tuo padre a non costruire nulla o la montagna si ribellerà.
Il ragazzo l'ascoltava incuriosito
- le montagne non parlano e nemmeno gli alberi...
- si bambino mio e presto le sentirai anche tu, tua madre le sentiva.
- tu hai conosciuto mia madre?
- si è lei che ti ha condotto qui, lei ti ha indicato questo luogo altrimenti non l'avresti mai trovato.
Un'aquila reale volteggiò su di loro, la donna sollevò il braccio e l'aquila vi si posò dolcemente. Mattia indietreggiò impaurito, poco dopo il rapace riprese il volo.
- corri a casa bambino di a tuo padre di fermare i lavori, la montagna è arrabbiata potrebbe distruggere il paese.
- come fai a saperlo?
- mi lo ha detto l'aquila
- come faccio a dirlo a mio padre e poi come troverò la strada?
- non preoccuparti il bosco te la indicherà e saprai anche cosa dire a tuo padre, vai ora non perdere tempo.
La donna pose le mani sul capo del bambino che sentì un calore pervadere tutto il suo corpo.
Mattia prese a correre, i rami degli alberi si spostarono e il sottobosco disegnò un sentiero.
- corri Mattia non ti fermareeee - dicevano gli abeti
- corri Mattia non ti fermare - gridavano gli scoiattoli . attento non pestarmi - urlò il grillo. Il ragazzo sentiva tutte queste voci, anche il ruscello lo incitava.
Quando arrivò davanti alla sua casa, cercò subito suo padre e tutto ansimante per la gran corsa disse:
- papà non devi costruire quell'abergo in mezzo al bosco...
- ma cosa dici Mattia e poi dove sei stato? Sei tutto rosso in viso!
- papà non costuire quell'albergo, la montagna si vendicherà.
Suo padre si mise a ridere, suo figlio era sempre stato un sognatore , gli diede un buffetto sulla guancia:
- vai, zia Teresa ha preparato una torta
- ma allora non capisci! Non devi costruire nulla , la montagna crollerà , promettimi almeno che starai attento.
- daccordo piccolo, farò tutti i controlli necessari.
Mattia si sentì più tranquillo, era sicuro che suo padre avrebbe mantenuto la promessa.
Passò qualche giorno, il ragazzo incominciava ad abituarsi alla nuova vita, parlava con gli animali e con le piante, i suoi compagni di scuola credevano gli mancasse qualche rotella ma a lui non importava. Poi vide suo padre rincasare scuro in volto e molto preoccupato, controllava carte e piantine topografiche. Una sera i rappresentanti del villaggio vennero a trovarlo, Mattia incuriosito si nascose per ascoltare.
- vi posso assicurare che questo smottamento è recente, il terreno presenta una instabilità che non sospettavo.
- è sicuro - chiesero?
- sicurissimo, costruire lì sarebbe una catastrofe.
- e per noi non costruire sarebbe una catastrofe economica - disse il sindaco .
- una soluzione ci sarebbe - continuò suo padre - costruire più a valle, il terreno è più stabile e lasceremmo intatto il paesaggio.
- faccia tutto quello che può fare - risposero- ma faccia in fretta,
Il giorno seguente Mattia si recò nel bosco e corse fino ai piedi della montagna, posò il capo sulla roccia e ascoltò.
Tornato a casa trovò suo padre nello studio.
- papà alla montagna stà bene che tu costruisca più a valle, non farà nulla per ostacolarti.
Suo padre lo guardò stupito anche se ormai non faceva più caso alle stranezze di quel suo amatissimo figlio.

Trascorsero molti e molti anni da questo avvenimento, molte delle persone protagoniste della vicenda riposavano da tempo nel piccolo cimitero del paese, ma in mezzo al bosco c'era una capanna e vi abitava un vecchio. I giovani del paese lo chiamavano "il matto".
Un giorno, mentre il vecchio attizzava il fuoco, alcuni ragazzini lanciarono dei sassi contro la sua porta, quando lui uscì tutti fuggirono, tranne lei.
Con un caschetto biondo e gli occhi color del cielo, la bambina guardava il vecchio, lui capì, si avvicinò a lei, posò le mani sul suo capo e le trasmise il dono. Il suo compito era ormai finito ora la montagna aveva un nuovo custode, finalmente avrebbe potuto riposarsi.
Il vecchio Mattia si incamminò sul sentiero che conduceva a valle, ma prima di andarsene si voltò.
La bambina era là , in mezzo alla radura, l'aquila reale volteggiò su di lei poi .......le si posò accanto.

   
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