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 7 Riflessioni
 Presenza di un'assenza
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emofione
Emerito


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Inserito - 05/09/2003 :  16:42:42  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a emofione
"Mai più come te, nessun'altra mai...
...anche senza te c'è qui la tua assenza ormai, che amo come te..."

Versi bellissimi del nuovo brano di un famoso cantautore italiano.
E, soprattutto, versi che fanno riflettere.
Che cos'è per voi l'assenza? Perchè l'avvertiamo? Di che cos'è fatta?
Personalmente, a dire il vero, io l'ho sempre interpretata come una mancanza, come una parola con un'accezione inesorabilmente negativa, talvolta addidirittura funesta.
Invece no.
Invece mi sbagliavo ed ora ne sono consapevole.
Invece, amici miei, ci può essere presenza nell'assenza.
Ed è esatamente il momento in cui ti rendi conto che quest'ultima ti è entrata dentro, in fondo all'anima, nella zona più recondita del cuore ma anche del fegato e dello stomaco che trasuda ricordi.
E allora ti affezioni a quell'assenza, la fai tua, la somatizzi ed in quel preciso istante Lei assume una forma ben precisa, che è quella che i tuoi sensi, le tue esperienze, le immagini dei tanti momenti scolpite nella mente, Le vogliono donare.
E la ami, la ami come e forse ancor più di quella presenza fisica, materiale e perciò stesso passibile di e propensa all'errore, che è mediocrità.
Lei, invece, l'assenza, è una scrematura, è quello che il tuo cervello ed il tuo cuore hanno deciso, nel bene e nel male, di trattenere attraverso la memoria e gli stati d'animo, quelli a pelle, per sempre, o forse solo fino a quando, sempre ammesso che accada, ti ritroverai innanzi a quell'essere, di nuovo, e non dico fisicamente, no davvero.
Ma con lo spirito.
Quando, cioè, i vostri battiti cardiaci ed i vostri respiri provati dall'attesa riprenderanno a suonare la stessa musica, a ballare la medesima magica danza d'amore.
E se non avverrà, perchè poi spesso finisce così, quell'assenza ti basterà per la vita, e diventerà forse non il più bello dei quadri che hai dipinto, né il più romantico dei tramonti che hai descritto tramite una poesia, ma certamente il più vero dei film che ti è stato dato di vedere, perché è il Tuo film, perché è la Tua vita.
Per sempre.

leda cossu
Senatore


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Inserito - 07/09/2003 :  21:09:32  Mostra Profilo  Visita la Homepage di leda cossu  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a leda cossu
Davanti alla stanza piena di immagini di Emofione sono da due giorni sulla soglia, non mi decido ad andarmene e provo ad entrare, sedermi, mentre Emofione va su e giù-si apre-si china-si alza-si stende….in un susseguirsi veloce di emozioni. Forse non serve dire altro, ma quelle sue domande sono lì, un chiaro invito a farle mie.

Chiede fra l’altro Emofione: Cos’è l’assenza, di cosa è fatta, perché l’avvertiamo?.
Ed anche: dov’è la presenza e dov’è l’assenza?
Quasi fossero luoghi.
E risponde fra sè e sè: “Nella mia consapevolezza di te”.

Ed io dove incontro la presenza? Quando imparo a convivere col ricordo, là continuo a percepirla.
E’ sempre lì, ma incide in modo sempre diverso nella mia vita.
Quando si concretizza nuovamente è sempre lei, ma diversa, cambiata con me.
Come un bimbo che cresce, la nuova immagine non cancella quella di ieri ed aguzzando un po’ lo sguardo intravedo l’uomo di domani.
La presenza cresce con me, nello spazio che le mantengo aperto, nella possibilità di parlare di lei.

La presenza arriva al cuore, ai pensieri, all’anima attraversando le uniche vie che ho per percepirla; le vie dei sensi, del corpo. Come un fine artigiano la cui opera rimane dentro di me, non solo nelle immagini, ma nelle percezioni sensoriali.

Come fa ad andarsene? Non può, è mia, è parte di me. Cosa fare quando occupa troppo spazio, troppe emozioni, quando mi schiaccia? Dovrei coprirla, distruggerla? Ma come, senza ferirmi da sola? In questi momenti sento forte il richiamo estremo del 5° comandamento: non uccidere.
L’Amore, la nostalgia dell’amore è come il territorio di una Signoria che accoglie o allontana senza uccidere, senza andare in guerra, creando uno spazio interiore per curare, una distanza dalla quale guardare, senza cancellare nulla. Che sceglie la libertà di amare, anche a distanza e di attendere un nuovo incontro.
Consapevole, ad occhi aperti.
O di riconoscere lo spazio vivo, di memoria, nella mia Signoria interiore. Abita qui la Presenza, nelle immagini, nella nostalgia. E torna a vivere veloce, con forza, ad ogni percezione dei sensi.

Di cosa è fatta l’Assenza? Dove abita?
L’ho vista abitare la casa di mia madre, quando non c’è. La vivono per primi i suoi gatti che occupano i luoghi della sua Presenza: la sedia, il divanetto, il letto, la cucina a gas.
Penso percepiscano il suo odore, ma anche una sostanza sottile che si respira nelle stanze. Che con i giorni si rarefa. I luoghi dell’Assenza sono luoghi di incontro.
Ci sono luoghi di Assenza dove tornano forti le immagini di chi c’era. Ieri sera dopo un film visto assieme, ho riaccompagnato a casa la moglie di Emilio che ora non c’è più. Tornando nei luoghi della Presenza, le immagini e la percezione di lui torna, ma più velata, dolce. Mi succede sempre in casi analoghi. Come se in questo tempo di Assenza, entrambi fossimo cambiati. So che fra i nostri mondi ci separa un semplice velo che non deve essere attraversato. Che siamo entrambi Presenze, lo riconosco e lo rassicuro dentro di me, e la nostalgia che a volte mi sembra che lui percepisca, lascia spazio alla dolcezza.
C’è una sostanza diversa in questa Assenza, ci sono risa e pianti, profumi ed armonie, fatica ed attese, vitali ribellioni.
Tutto questo non si cancella, non vive solo in me, vive nei luoghi. Ed io che cerco di convivere con le Presenze e le Assenze, vorrei lasciarle libere di crescere ancora, di evolversi, con me ed anche senza di me.


LedaVai a Inizio Pagina

E.
Villeggiante


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Inserito - 09/09/2003 :  00:15:17  Mostra Profilo  Visita la Homepage di E.  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a E.
"...Io credo nella verità di un'assenza,
nella sua necessità..."
Non è passato molto tempo da quando l'ho scritto.
Lo penso ancora.
Credo nell'assenza delle cose
che non si hanno più
o non si hanno avuto del tutto mai
perchè sappiamo che è così che va la vita.
Siamo consapevoli che qualcosa ci sta sfuggendo
e quasi lo accettiamo
nella consapevolezza che sarà nostro
per sempre.
Perchè lo sappiamo solo noi. E chi ci lascia, o parte, o cambia strada. Ma ha viaggiato con noi per un pò. Sulla strada o nelle frequenze della nostra mente.
Così l'assenza può anche appagare.
Non lo fa l'assenza nella presenza. Il senso di vuoto e di smarrimento che si può provare
quando ci sembra di non riconoscere più
la persona che abbiamo accanto. Perchè non ci fidiamo più di lei o perchè ci chiediamo come possano essere possibili certe "cattiverie".
E ci chiediamo, ancora, ma chi è qusta presenza?
E ti dovresti lavare le budella per guarire.
Sarebbe necessario l'abbandono.
Ma ti risulta impossibile.
E allora, col tempo, inconsapevolmente,
piano piano indietreggi.
In buona fede,
per tua necessità e non solo,
ti trasformi in assenza.
Sperando di non rovinare l'incanto
che credevi di essere.
E.


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fri
Viaggiatore



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Inserito - 09/09/2003 :  15:57:07  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a fri
presenza,assenza,belle parole, piene o vuote,si prenda la prima oppure la seconda,ma se invece di un intreccio di parole,di rime non baciate in tutti i sensi,di posti vecchi e nuovi,d incroci in bici,o al mare,fossero veramente le anime a respirare,senza triofalismi,pomposita'o digressioni varie,nel curioso tetris della vita,sono convinto che prenderebbero forma con naturalezza e semplicita'i colori e pure i palloncini;si potrebbe cercare l incondizionato,il piacere nel dare anche se non si riceve,si potrebbe cercare di vivere ora,non ieri,non domani,ma ora,quella stupefacente atemporalita' di un momento,sognato cercato voluto e vissuto,dove l assenza non si sviluppa con la presenza o viceversa,ma si sviluppano tutti i grandi cuori,le piu straordinarie emozioni,le proprie crescite,e se si ha fortuna,ci si immagina di parlare attraverso noi stessi con le stelle e i gabbiani.in bocca al lupo giovani scrittori o bellissime poetesse,che le vostre ispirazioni siano sempre genuine e profumate,assetate di bei momenti,senza fardelli passati,o fardelli che s immaginano futuri pieni d ansie ingiustificate,niente aspettative dall esterno,niente risultati,ma solo voglia di naturalezza,solo voglia di darsi e dare incodizionatamente, sperando di poter canticchiare su un assenza o una presenza(come volete):"..pioggia e sole cambiano
la faccia alle persone..,
..ovunque sei
se mi cercherai
sempre per sempre dalla stessa parte mi troverai.."
e'un piacere leggervi compagni di sito,mi sembra quasi di conoscervi
ole'

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A.P.
Esploratore



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Inserito - 11/09/2003 :  16:44:10  Mostra Profilo  Visita la Homepage di A.P.  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a A.P.
talvolta é necessario vivere una Presenza solo negli odori, nella contemplazione di un tramonto, sulla polvere di un libro, nelle stanze di una casa ormai vuota e ascoltare gli echi delle risate una volta condivise; é sublime e perfetto vivere i ricordi con noi stessi perché sappiamo costruire le parole e i momenti,sicuri che niente li possa toccare, sono il nostro bagaglio culturale sui sentimenti,chiusi a chiave in un angolino del cuore.spero tuttavia,ottimista quale sono, che le Assenze della mia vita possono essere sempre giustificate con gli occhi o con il cuore,niente dato per scontato,nessun timore nell'affrontarsi perché quando a 80anni mi sveglierò nel resoconto sulla mia vita non voglio nessun rimpianto, nessun Rancore. Per questo credo nella necessità di un'Assenza ma solo se si é sicuri di essersi vissuti fino in fondo.

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emofione
Emerito


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Inserito - 11/09/2003 :  17:52:41  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a emofione
Parole sante A.P. E' esattamente quello che penso anch'io. Cullarsi nei ricordi è bello, utile, anzi forse necessario. Ma non può essere sostitutivo nel caso in cui non si sia sicuri che quel capitolo della vita si è definitivamente chiuso.
Che poi forse sarà anche così, non puoi nè saperlo né devi aver paura di ammetterlo a te stesso, perchè è anche possibile che in fondo in fondo tu voglia essatamente quello. Ma ciò non ti dà il diritto, a mio avviso, di darlo per scontato senza aver avuto modo di affrontare a viso aperto tutti gli scheletri che ti porti dentro.
Solo allora potrà esserci serenità, nella consapevolezza, magari, che è stato stupendo, inimmaginabile ai più, ma che è andato "naturalmente" sopendosi fino a spegnersi senza lasciar strascichi.

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