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 La dannazione di un amore
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Gabriella Cuscinà
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Inserito - 29/03/2010 :  13:09:32  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Gabriella Cuscinà Invia un Messaggio Privato a Gabriella Cuscinà
La dannazione di un amore

Sara aveva conosciuto Giulio quando aveva quindici anni. Era una ragazzina alta e slanciata con i capelli biondi ondulati. Gli occhi nerissimi contrastavano con una carnagione tanto bianca da sembrare di porcellana. I lineamenti erano perfetti e sempre atteggiati al sorriso e alla dolcezza. Insomma una gran bella ragazza, ma lei diceva di essere mediocre. Avrebbe preferito essere bruna, meno spilungona e più in carne. Altrettanto piacente era Giulio, il quale sembrava un corazziere e aveva le spalle ampie e muscolose. Aveva qualche anno più di lei ed era bruno, con gli occhi azzurri e la mascella volitiva. Si erano messi insieme, ma qualcosa non funzionava nella loro coppia perché Sara era molto studiosa e invece Giulio odiava i libri e preferiva divertirsi e vagabondare per la città. Più di una volta la ragazza gli aveva detto d’impegnarsi maggiormente e di mettersi a studiare per conseguire per lo meno un diploma, ma lui non studiava mai e s’era dovuto iscrivere ad scuola privata per ottenere un miserrimo diploma. Dopo che anche Sara s’era diplomata, si erano lasciati, anzi per la precisione lei lo aveva lasciato perché non lo stimava e s’era accorta che non voleva fare niente, si rifiutava di lavorare e si univa ad amici più sfaticati di lui. Viveva alle spalle dei genitori i quali erano benestanti e preferivano sovvenzionarlo pur di non averlo tra i piedi. Ma quando Giulio fu lasciato, ebbe un periodo di sconforto che lentamente si trasformò in una specie di ossessione. Piangeva e voleva Sara, la tempestava di telefonate e si presentava ovunque fosse. Una vera dannazione. La ragazza era divenuta il suo punto di riferimento, non riusciva più a vivere senza di lei. Finalmente tanto fece e tanto disse che riuscì a convincerla a rimettersi con lui. Però nel frattempo aveva iniziato a frequentare dei ragazzi che si drogavano e ben presto spinse pure Sara a drogarsi. Compravano gli spinelli per pochi euro e andavano a fumare vicino ai Pub o vicino le discoteche. Ogni tanto la ragazza veniva colta dai rimorsi e gli diceva che avrebbero dovuto smettere, ma lui faceva orecchie da mercante e andava a comprare la droga. Finché un giorno furono scoperti dalla polizia mentre fumavano e furono denunziati. Sara dovette andare in tribunale accompagnata dai genitori e si sorbì tutta una serie di umiliazioni vergognose. Dopo, lasciò di nuovo Giulio e volle andare a studiare all’università di Pisa. Si allontanò dal ragazzo per alcuni mesi, ma un bel giorno se lo vide spuntare dietro la porta della casetta che aveva affittato con alcune colleghe. Giurava che aveva smesso di fumare droga e che non poteva vivere senza Sara. La desiderava, l’amava perdutamente ed era pronto a fare tutto quello che voleva. Si era iscritto pure lui all’università, ma aveva bisogno di un posto per dormire. Sara fu tanto sciocca da accoglierlo in casa e di farlo dormire nella sua stanza.
Ripresero a stare insieme e dormivano nello stesso letto. Giulio non la faceva più studiare e la portava sempre fuori a divertirsi. Sara gli aveva chiesto dove prendesse tutti i soldi di cui disponeva e lui aveva risposto che glieli mandava suo nonno che era molto ricco. La verità invece era che era stato introdotto in un giro di gigolò. Delle anziane signore sole pagavano profumatamente i bei giovani che elargivano le loro prestazioni sessuali.
Sara non dava più esami e i suoi genitori si lamentavano di questo. Infatti, l’avevano minacciata di tagliarle i viveri e di non pagarle più l’affitto della stanza e la retta dell’università. Comunque tutto andò bene sino a quando un giorno un’amica non le svelò cosa facesse Giulio. Cominciò a urlare come una pazza e non voleva crederci. Allora decise di pedinarlo per accertarsi di come stessero le cose. In effetti, scoprì che s’incontrava con una signora anziana ma piacente. Lo affrontò mentre i due stavano entrando in un albergo importante e lo apostrofò in modo sprezzante. Sotto gli occhi impassibili e sdegnati della signora, gli diede del farabutto, disse che era uno screanzato e che non voleva vederlo mai più. Giulio lasciò in asso la signora disgustata e cercò di seguire Sara. Non riuscì a fermarla poiché la ragazza pareva una furia e avrebbe voluto ucciderlo. La raggiunse a casa e la supplicò di perdonarlo, affermando che aveva fatto tutto questo per lei, perché l’amava e aveva voluto guadagnare dei soldi facilmente. Era pazzo di lei, pensava solo a lei e delle altre donne non gli interessava niente. Sara fu irremovibile e non gli diede ascolto. Cominciò dunque fra i due una specie di battaglia. Quella che per Giulio era un’ossessione e una dannazione, per la ragazza si trasformò in una vera persecuzione. Si faceva trovare ovunque Sara andasse. Lo aveva buttato fuori di casa e lui dormiva dentro un sacco a pelo davanti il suo portone. Una mattina lo trovarono che non rispondeva più, aveva la febbre a quaranta e si era preso la broncopolmonite per la nottata gelida. Quando lo raggiunse all’ospedale e le permisero di vederlo, Sara ebbe compassione di quel ragazzo che era stato il suo primo ed unico amore. Fu tanto sciocca da perdonarlo e da riprenderselo a casa quando guarì. Trascorsero i giorni seguenti nel letto di Sara, amandosi perdutamente.
Qualche giorno dopo, Sara riprese a studiare e a dare gli esami e lui andò a fare il cameriere in un ristorante. Lavorava tantissimo e prendeva molte mance cosicché in poco tempo riuscì a raccogliere dei soldi per l’acquisto di una potente motocicletta. Finalmente erano felici e nel tempo libero sfrecciavano in moto per andare al mare o in campagna.
Lui l’aveva portata nel ristorante dove lavorava e l’aveva fatta conoscere ai suoi colleghi e al proprietario. Continuava a lavorare moltissimo e adesso contribuiva alle spese della casa di Sara.
Un mattino di festa, appena svegli, si erano abbracciati e Giulio le aveva detto: - Sai amore mio, tu sei sempre stata la mia dannazione, ma io per te sarei pronto a morire. Sono un perfetto ignorante e non ho mai voluto studiare, però ricordo una poesia di cui non so né l’autore né il titolo. Diceva così:
… Ma se tu trovi lui e lui trova te,
il resto del mondo scompare,
perché un uomo su mille nuota con te
o sprofonda in ogni mare.
Capisci Sara, nella vita solo io sarò sempre pronto ad affrontare per te ogni pericolo e ogni tempesta. O ti avrò accanto o preferirò sprofondare nella morte. Ti ho conosciuta quando avevo diciassette anni e tu eri una ragazzina con l’apparecchio odontoiatrico in bocca. Ti ho amata subito e ho amato solo e sempre te. –
Quel giorno era vacanza ed era piena estate. Si erano preparati per andare al mare ed erano montati con i caschi sulla loro moto. Sull’autostrada procedevano ad alta velocità e ad un’andatura non consentita. Giulio non si accorse in tempo di una macchia di olio che si trovava sulla loro corsia. La moto slittò e loro fecero un volo di duecento metri. Sara morì sul colpo. Giulio invece morì durante il trasporto in ambulanza. Mentre lo trasportavano udirono che diceva in continuazione:
- Sara, Sara, Sara, come sta Sara? Sara, Sara dov’è Sara?-
Il suo amore lo aveva preceduto nella morte e gli infermieri dell’ambulanza tirarono quasi un sospiro di sollievo quando si accorsero che anche lui aveva esalato l’ultimo respiro e aveva cessato di ripetere:- Sara, Sara, Sara, dov’è Sara? Sara, Sara, Sara, dov’è Sara?-


Gabriella Cuscinà

   
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